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Filippo Mazzonis 1939-2002 – In memoriam

Il 15 luglio è morto a Roma Filippo Mazzonis, fulminato da breve malattia. Gli erano accanto i figli, Sairà e Querciolo. Era nato a Torino, da famiglia di nobiltà “borghese” – imprenditori tessili che un volume di Fabio Levi prese a modello dell’ascesa e del declino di una industria familiare. Con Torino, con il Piemonte e con lo stile di vita altoborghese Filippo ha sempre mantenuto legami vivi ed attivi, come studioso e come uomo. Ma parlava con accento romano, e ha sempre abitato a Roma, in centro, a San Lorenzo o nella Suburra. Educato da religiosi, ha studiato al Liceo Tasso e alla facoltà di Scienze politiche di Roma, dove si è laureato nel 1963 e ha lavorato per vari anni come assistente, prima di passare alla sede teramana dell’Università Gabriele D’Annunzio (poi Ateneo di Teramo), dove ha insegnato più di trent’anni.
Ha vissuto in coerenza con il suo spirito laico e le sue fedi politiche progressiste, d’osservanza comunista, attraversando con riserbo e discrezione, ma anche con entusiasmo e passione, le tensioni aperte dalle sue scelte di vita e dai suoi valori nella sua formazione d’origine, senza mai rinnegare né questa né quelli. Ha fatto tanta gavetta, senza sconti. Interessato soprattutto al mondo ottocentesco – ma non solo a quello -, ha pubblicato molto, e in crescendo, di storia dei movimenti cattolici conservatori, della monarchia, dell’esercito, di questioni storiografiche. C’è una consonanza evidente tra il suo profilo biografico e l’oggetto dei suoi studi, che hanno riguardato i rapporti del mondo cattolico più tradizionale con la modernità, la lotta politica locale (non a caso, nel Lazio, in Umbria, in Piemonte), le forme della vita sociale, il dibattito internazionale delle idee. Tra i risorgimentisti classici era uno dei più novatori, tra gli storici sociali e politici moderni uno dei meno avventurosi. Polemista anche focoso, era un gentiluomo, un signore – credo che non avrebbe rifiutato queste espressioni, anche se le avrebbe condite con un epiteto romanesco. Era affettuoso ed ironico, pignolo e pieno di scrupoli. Immerso nell’accademia, non vi si è mai abbrutito. Nell’ultimo scambio di messaggi elettronici che ho avuto con lui parlavamo di questioni universitarie, e così esordiva: “leggo ora il tuo messaggio, in questa splendida mattina di Pasqua (una di quelle straordinarie mattine romane di primavera)”. Lo ricordo con la motocicletta rossa, d’altri tempi. Aveva la barba corta, brizzolata, i capelli ancora neri corvini, e un ciuffo che la sua mano costantemente cercava di domare. Ai suoi funerali c’erano moltissimi amici, e di provenienza assai diversa (r.r.)

Intellettuale appassionato, Filippo ha partecipato fin dagli esordi all’avventura della Sissco, della quale era socio fondatore. Per l’elenco dei soci aveva dettato due anni fa il proprio curriculum vitae nella forma che riproduciamo qui di seguito.

Nato a Torino il 4/XI/1938; laureato in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma (febbraio 1963) ha frequentato, con borsa di studio, il corso di specializzazione presso l’Università di Harvard, USA (estate 1963); è stato assistente volontario alla cattedra di Storia del Risorgimento dal 1963 e assistente ordinario alla Cattedra di Storia dei partiti e dei movimenti politici dal 1971 presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi “La Sapienza” di Roma; è stato professore incaricato di Storia moderna dal 1971 al 1974 e di Storia contemporanea dal 1974 al 1985 presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” (sede di Teramo) ed è diventato professore associato di Storia contemporanea nella stessa sede a partire dal 1985; dal primo novembre 1994 è professore ordinario di Storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Teramo, dove, dalla stessa data, dirige il Dipartimento di Storia e Critica della Politica.
I suoi interessi di studio e di ricerca, tradottisi nelle pubblicazioni indicate in calce, sono stati prevalentemente indirizzati alla storia politico-istituzionale (con particolare attenzione al Risorgimento e alla presenza politica dei cattolici) e socio-culturale dell’Italia contemporanea e ai suoi riflessi nel dibattito storiografico italiano e internazionale; ha affrontato anche tematiche di ambito locale (Umbria, Abruzzo, Torino). La sua attività didattica è stata prevalentemente rivolta alla storia europea dell’800 e del primo ‘900 (con particolare riferimento al contesto francese, inglese e dell’impero absburgico); ha collaborato a numerose riviste scientifiche; ha svolto frequentemente attività di divulgazione scientifico-culturale mediante conferenze in varie sedi, lezioni negli Istituti superiori e collaborando alle pagine culturali di vari quotidiani e periodici e a rubriche culturali radiofoniche e televisive; fa parte del Consiglio di presidenza dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, è socio ordinario dell’Istituto Nazionale di Studi Romani ed è tra i soci fondatori della SISSCO.
Pubblicazioni:
Per la Religione e per la Patria. I cattolici conservatori a Napoli e a Roma, Epos, Palermo, 1984;
La chiesa di Pio XII: dalla riconquista alla diaclasi, Teti, Milano, 1988;
Divertimento italiano. Problemi di storia e questioni storiografiche dell’unificazione, Angeli, Milano, 1992;
Luigi Pianciani. Frammenti, ipotesi e documenti per una biografia, Comitato romano per la Storia del Risorgimento Italiano, Roma, 1992.
A cura di: L’Italia contemporanea e la storiografia internazionale, Marsilio, Venezia, 1995;
A cura di:
La Monarchia nella storia dell’Italia unita. Problematiche ed esemplificazioni, “CHEIRON”, 1996, n. 25-26;
Percorsi e modelli familiari in Italia tra ‘700 e ‘900, Bulzoni, Roma, 1997;
Chiesa, cattolici e Resistenza in Abruzzo, il Mulino, Bologna, 1996;
La stampa periodica romana durante il fascismo (1927-1943), 2 voll., Istituto Nazionale di Studi Romani, Roma, 1998.
Ha in corso di pubblicazione, tra gli altri, un lungo saggio sulla storia della Commissione Parlamentare per le spese di guerra (1920-1923), edito dalla Camera dei Deputati, e un contributo sull’amministrazione municipale di Torino dal 1864 al 1903 per la Storia di Torino (Einaudi).