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Gianni Isola – 1946-2000

Venerdì 25 febbraio 2000, nel corso di un intervento chirurgico è morto a Firenze Gianni Isola. Fiorentino, Gianni si era laureato in Lettere presso l’Università di Firenze nell’estate del 1975, ultimo degli allievi di Ernesto Ragionieri, destinato a scomparire di lì a poco. Dalla tesi sarebbe poi sortito il volume Guerra al regno della guerra! Storia della lega proletaria mutilati, invalidi, reduci, orfani e vedove di guerra (1915-1924) (Firenze, Le lettere 1990). Dopo una breve esperienza di lavoro a Roma era voluto tornare alla ricerca e all’insegnamento. A lungo collaboratore di Franco Andreucci presso l’Università di Pisa, dove è stato ricercatore, nel 1992 ha vinto il concorso per professore associato di storia contemporanea ed è stato chiamato dall’Università di Trento, dove ha insegnato fino al 1998, quando è stato chiamato presso l’Università di Padova. All’interesse per la storia dei movimenti socialista e comunista è presto subentrato in lui quello per la storia della radio e della comunicazione radiofonica, alla quale ha dedicato vent’anni della sua vita, lasciando vari scritti. Al primo di essi – il cui titolo riprende ironicamente quello di una canzone degli anni Trenta (Abbassa la tua radio per favore…: storia dell’ascolto radiofonico nell’Italia fascista, Firenze, La Nuova Italia 1990) sono poi seguiti L’immagine del suono. I primi vent’anni della radio italiana (Firenze, 1991), e Cari amici vicini e lontani… Storia dell’ascolto radiofonico nel primo decennio repubblicano (Firenze, 1995), oltre ad altri saggi, e alla cura – insieme a Francesca Anania – di un fascicolo di “Ventesimo Secolo” intitolato “Da pubblico a audience”. Gianni Isola è stato il primo fra gli storici italiani ad occuparsi del mezzo di comunicazione radiofonico non dal punto di vista delle strutture – già indagate da altri -, ma dal punto di vista del rapporto col pubblico, colto da lui attraverso una serie di fonti originali, dai film alle testimonianze, alle lettere e alle memorie degli ascoltatori. Iniziato questo tipo di lo studio per l’Italia fascista e l’EIAR, Isola ha poi proseguito con accanimento, passione e divertimento nella ricerca di queste fonti, per capire come la radio potesse trasformare la società, quale influenza questo mezzo esercitasse nelle abitudini quotidiane degli italiani durante il regime e in seguito nel periodo della ricostruzione. Credeva nella militanza politica e nell’impegno civico. Con ironia e autoironia, usava della sua grande mole fisica per intimidire gli amici, avvolgendoli di una affettuosa, quasi goliardica vitalità. Mario G.Rossi ha potuto ricordare queste sue doti umane di fronte ai molti amici, nella chiesa di San Felice a Ema presso Firenze, dove questa mattina si sono svolti i funerali. Metodico ed esigente, si è tra l’altro battuto perché l’archivio cartaceo e audiovisivo dell’Ente pubblico radio-televisivo fosse aperto al pubblico e consultabile dai ricercatori e si costituisse, come già in altri paesi, un Archivio storico della RAI. Una battaglia che merita di essere continuata. Firenze, 28 febbraio 2000