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I temi di storia dell’esame di Stato (2000)

Esami di Stato 1999-2000

PROVA DI ITALIANO
(Per tutti gli indirizzi: di ordinamento e sperimentali)

TIPOLOGIA B – REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE” (puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti) CONSEGNE Sviluppa líargomento scelto o in forma di ìsaggio breveî o di ìarticolo di giornaleî, utilizzando i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del ìsaggio breveî, interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e svolgi su questa base la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Daí al tuo saggio un titolo coerente e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro). Se scegli la forma dellíìarticolo di giornaleî, individua nei documenti e nei dati forniti uno o pi˜ elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo ëpezzoí. Daí allíarticolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per attualizzare líargomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metý di foglio protocollo. TIPOLOGIA B. – AMBITO SOCIO – ECONOMICO ARGOMENTO: LíItalia da terra di emigranti a terra di immigrati: cause e conseguenze socio – economiche. DOCUMENTI ìTra i fenomeni particolari che presenta líItalia del Mezzogiorno nessuno Ë forse pi˜ significativo della sua emigrazione. Da oltre un trentennio, prima in misura limitata, poi in proporzioni sempre pi˜ vaste ed in maniera persistente, Ë incominciata e si Ë diffusa ed affermata una corrente migratoria, un vero esodo verso i pi˜ lontani paesi. A spingere verso líignoto avevano concorso, insieme, la scarsa produttivitý del suolo rincrudita da sistemi arretrati di coltura, dallíignoranza e dalle ricorrenti crisi agrarie; i sistemi tributari, gravi pel peso ed esosi per le forme di percezione; gli intollerabili sistemi amministrativi, ancora pi˜ viziati nella pratica di ambienti ancora compenetrati di usi ed abusi feudali. Líemigrazione meridionale, per le proporzioni, per gli elementi di cui si compone, per la funzione che va ad esercitare specialmente in alcuni paesi di destinazione, si presenta in aspetto diverso dallíemigrazione dei paesi pi˜ progrediti. Costituita in prevalenza di agricoltori, essa ha tuttíal pi˜ la sua analogia nellíemigrazione di paesi aventi regioni arretrate, come ne ha líAustria e líUngheria o addirittura poco progrediti come la Russia ed i paesi balcanici. Il danaro faticosamente risparmiato dagli emigranti, certo una risorsa, ma in compenso quanti altri lati sfavorevoli!î E. CICCOTTI, Líemigrazione, in ìLa Voceî, nƒ 11, 1911 ìNon Roma o Napoli, ma New York sarebbe la vera capitale dei contadini di Lucania, se mai questi uomini senza Stato potessero avere una. E lo Ë, nel solo modo possibile per loro, in un modo mitologico. Per la sua doppia natura, come luogo di lavoro essa Ë indifferente: ci si vive come si vivrebbe altrove, come bestie legate a un carro, e non importa in che strade lo si debba tirare; come paradiso, Gerusalemme celeste, oh! allora, quella non si puÚ toccare, si puÚ soltanto contemplarla, di lý dal mare, senza mescolarvisi. I contadini vanno in America, e rimangono quello che sono: molti vi si fermano, e i loro figli diventano americani: ma gli altri, quelli che ritornano, dopo ventíanni, sono identici a quando erano partiti. In tre mesi le poche parole díinglese sono dimenticate, le poche superficiali abitudini abbandonate, il contadino Ë quello di prima, come una pietra su cui sia passata per molto tempo líacqua di un fiume in piena, e che il primo sole in pochi minuti riasciuga. In America, essi vivono a parte, fra di loro: non partecipano alla vita americana, continuano per anni a mangiare pan solo, come a Gagliano, e risparmiano i pochi dollari: sono vicini al paradiso, ma non pensano neppure ad entrarci. Poi, tornano un giorno in Italia, col proposito di restarci poco, di riposarsi e salutare i compari e i parenti: ma ecco, qualcuno offre loro una piccola terra da comperare, e trovano una ragazza che conoscevano bambina e la sposano, e cosÏ passano i sei mesi dopo i quali scade il loro permesso di ritorno laggi˜, e devono rimanere in patria. La terra comperata Ë carissima, hanno dovuto pagarla con tutti i risparmi di tanti anni di lavoro americano, e non Ë che argilla e sassi, e bisogna pagare le tasse, e il raccolto non vale le spese, e nascono i figli, e la moglie Ë malata, e in pochissimo tempo Ë tornata la miseria, la stessa eterna miseria di quando, tanti anni prima, erano partiti.î C. LEVI, Cristo si Ë fermato ad Eboli, Einaudi, Torino 1945 ìIl fenomeno dellíimmigrazione Ë cominciato ad affacciarsi timidamente nella realtý italiana negli anni ë60 e ë70, ma solo nella prima metý degli anni ë80 ha assunto una dimensione sociale pienamente visibile e socialmente rilevante.Le cause specifiche che hanno portato allíesplosione del fenomeno immigrazione possono essere cosÏ individuate. LíItalia negli anni ë80 aveva raggiunto una situazione di piena occupazione nelle aree economicamente sviluppate, essenzialmente il Nord nel paese. La disoccupazione persistente era un fenomeno prevalentemente giovanile e intellettuale localizzato nelle aree meridionali. CiÚ ha comportato un tendenziale rifiuto dei lavori pi˜ dequalificati e pi˜ faticosi (lavoro domestico, agricoltura, pesca, fonderie, commercio ambulante, terziario dequalificato). Sostanzialmente connesso con tale fenomeno Ë il blocco della crescita demografica. Accanto alle ragioni strutturali, va ricordata la tendenziale apertura delle frontiere per ragioni turistiche che ha sostanzialmente favorito líingresso e successivamente la permanenza illegale nel Paese degli immigrati.î M. NAPOLI, Questioni di diritto del lavoro, Giappichelli, Torino, 1996 TIPOLOGIA B. – AMBITO STORICO – POLITICO ARGOMENTO: Giovanni Giolitti: metodi di governo e programmi politici. DOCUMENTI ìLa via della reazione sarebbe fatale alle nostre istituzioni, appunto perchÈ le porrebbe al servizio degli interessi di una esigua minoranza, e spingerebbe contro di esse le forze pi˜ vive e irresistibili della societý moderna, cioË líinteresse delle classi pi˜ numerose e il sentimento degli uomini pi˜ colti. Esclusa la convenienza, anzi la possibilitý, di un programma reazionario, resta come unica via, per scongiurare i pericoli della situazione attuale, il programma liberale, che si propone di togliere, per quanto Ë possibile, le cause del malcontento, con un profondo e radicale mutamento di indirizzo tanto nei metodi di governo, quanto nella legislazione. I metodi di governo hanno capitale importanza, perchÈ a poco giovano le ottime leggi se sono male applicate. […] Nel campo politico poi vi Ë un punto essenziale, e di vera attualitý, nel quale i metodi di governo hanno urgente bisogno di essere mutati. Da noi si confonde la forza del governo con la violenza, e si considera governo forte quello che al primo stormire di fronda proclama lo stato díassedio, sospende la giustizia ordinaria, istituisce tribunali militari e calpesta tutte le franchigie costituzionali. Questa invece non Ë la forza, ma Ë debolezza della peggiore specie, debolezza giunta a tal punto da far perdere la visione esatta delle cose.î G. GIOLITTI, Discorso agli elettori del collegio di Dronero, Busca, 20 ottobre 1899 (in G. Giolitti, Discorsi extraparlamentari, Torino, 1952) ì[La] importante e svariata opera legislativa, amministrativa e associativa [di Giolitti] era resa possibile dalla fioritura economica che si osservava dappertutto nel paese, e che, quantunque rispondesse a un periodo di generale prosperitý dellíeconomia mondiale e fosse aiutata dallíafflusso degli esuberanti capitali stranieri in Italia, aveva, dentro questo quadro, un particolare rilievo, perchÈ, come i tecnici notavano, nessun altro paese di Europa compiva, in quel tempo, progressi tanto rapidi ed estesi quanto líItalia.î B.CROCE, Storia díItalia dal 1871 al 1915, Laterza, Bari, 1939. ìLa tattica dellíonorevole Giolitti Ë stata sempre quella di far la politica conservatrice per mezzo dei condottieri dei partiti democratici: sia lusingandoli e addomesticandoli per via di attenzioni individuali (siamo arrivati giý alle nomine senatoriali) sia, quando si tratti di uomini personalmente disinteressati, come Turati e Bissolati, conquistandoli con riforme le quali non intacchino seriamente gli interessi economici e politici dei gruppi dominanti nel governo. […] Giolitti migliorÚ o peggiorÚ i costumi elettorali in Italia? La risposta non Ë dubbia per chi voglia giudicare senza le traveggole dellíamicizia. Li trovÚ e li lasciÚ nellíItalia settentrionale quali si andavano via via migliorando. Li trovÚ cattivi e li lasciÚ peggiori, nellíItalia meridionale.î G.SALVEMINI, Il ministro della malavita e altri scritti sullíItalia giolittiana, Feltrinelli, Milano, 1962. ìGiolitti affermÚ che le questioni sociali erano ora pi˜ importanti di quelle politiche e che sarebbero state esse in avvenire a differenziare i vari gruppi politici gli uni dagli altri. […] Egli avanzÚ pure la teoria del tutto nuova che i sindacati dovevano essere benvenuti come una valvola di sicurezza contro le agitazioni sociali, in quanto le forze organizzate erano meno pericolose di quelle disorganizzate.î D.Mack SMITH, Storia díItalia dal 1861 al 1958, Laterza, Bari, 1959. ìLa politica giolittiana, soprattutto dal 1900 in poi, appare tutta costruita sulla richiesta della collaborazione governativa con il partito della classe operaia e con i suoi uomini pi˜ rappresentativi. […] Assurdo pretendere che Giovanni Giolitti, uomo politico uscito dalla vecchia classe dirigente borghese e conservatrice, fosse líaraldo del rinnovamento della societý italiana; non si puÚ perÚ negare che tra gli uomini politici della sua epoca egli appaia oggi quello che pi˜ degli altri aveva compreso qual era la direzione in cui la societý italiana avrebbe dovuto muoversi per uscire dai contrasti del suo tempo.î P. TOGLIATTI, Momenti della storia díItalia, Editori Riuniti, Roma, 1963. ìDa buon politico, egli [Giolitti] aveva avvertito che i tempi erano ormai maturi perchÈ si addivenisse a una convivenza nella tolleranza con la Chiesa di Roma, aveva compreso che líanticlericalismo era ormai una inutile frangia che si portavano i governi […] Quando egli passÚ a realizzare la politica delle ìdue paralleleî [Stato e Chiesa autonomi nei loro ambiti] nello stesso tempo denunciÚ, di fatto, la fine di un certo tipo di anticlericalismo, provocÚ lo svuotamento di tutte le illusioni che la monarchia a Roma avrebbe ucciso il papato, che il liberalismo avrebbe dovuto disintegrare il cattolicesimoî. G. DE ROSA, La crisi dello stato liberale in Italia, Studium, Roma, 1955. TIPOLOGIA C – TEMA DI ARGOMENTO STORICO Tra gli eventi tragici del XX secolo emerge in particolare líOlocausto degli Ebrei. Spiegane le possibili cause, ripercorrendone le fasi e gli eventi, ricordandone gli esiti e aggiungendo riflessioni personali, scaturite dallíeventuale racconto di testimoni, da letture, da film o documentari.