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Il dibattito sulla Resistenza: lo status del combattente partigiano e i procedimenti giudiziari (1944-1958)

M. Ponzani (Università di Firenze)

In Italia, subito dopo la Liberazione, entra in vigore una legislazione speciale temporanea appositamente ideata per applicare una rapida giustizia legale sui delitti fascisti ed in particolare per i reati di collaborazionismo. Lo scopo politico principale è di attenuare l’ansia di rivalsa delle vittime del passato Regime e della Rsi, disincentivando la deriva verso atti di giustizia sommaria e vendette personali, in favore di una giustizia formale di stato in grado di mostrare la propria forza nel più deciso rifiuto di ogni utilizzo strumentale della legge. E’ una normativa giuridica complessa, un ibrido fra il giudizio politico e la giustizia penale, i cui risultati appaiono ambivalenti e contraddittori. Una giustizia decentrata nel contesto locale, disorganica e incapace di codificare una memoria pubblica di lungo periodo sulla violenza fascista, eppure una giustizia che contribuisce ad arginare la strisciante guerra civile ancora presente in Italia fra il 1945 e il 1947.