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Premio ANCI-Storia 2004

Vincitore: Alberto Ferraboschi per "Borghesia e potere civico a Reggio Emilia nella seconda metà dell’Ottocento (1859-1889)"

La premiazione, alla quale hanno presenziato l’Assessore alla cultura del Comune di Bolzano Dr. Sandro Repetto e il Rappresentante dell’ANCI Dr. Nicola Cirimele,  ha avuto luogo nella Sala di Rappresentanza del Comune di Bolzano alle 18,30 del 24 settembre 2004. Il Presidente della Commissione giudicatrice del Premio ANCI Storia 2004, Prof. Giovanni Sabbatucci, ha dato lettura del verbale conclusivo della Commissione:

La giuria, composta da Giovanni Sabbatucci (presidente), Roberto Balzani, Giulio Guderzo, Carlo Romeo e Carlotta Sorba ha operato una prima selezione su un lotto molto ampio di opere, individuate a partire dalle schede-recensioni dei libri di storia contemporanea usciti nel 2003 contenute nell’Annale Sissco2004. Successivamente ogni giurato ha proposto una sua rosa, in base a criteri preventivamente concordati: prendere in considerazione le ricerche originali, escludendo le raccolte di saggi e i volumi collettanei; privilegiare la dimensione locale, come nello spirito del premio, intendendola nel senso più specifico, non solo dunque come studio di un fenomeno o di un evento politico in un ambito territoriale delimitato, ma come attenzione al governo del territorio, all’amministrazione, ai rapporti centro-periferia. Le rose sono state confrontate e incrociate fino a comporre, con l’accordo di tutti i membri della giuria, un’unica rosa di sei opere degne di particolare menzione, alla luce dei criteri appena esposti, oltre che, naturalmente, di una valutazione di qualità. Le opere sono le seguenti:

  • Rosario Battaglia, L’ultimo “splendore”. Messina fra rilancio e decadenza, Rubbettino, Soveria Mannelli;
  • Fabio Bertini, Risorgimento e paese reale. Riforme e rivoluzione a Livorno e in Toscana (1830-1848), Le Monnier, Firenze;
  • Andrea Di Michele, L’italianizzazione imperfetta. L’amministrazione pubblica dell’Alto Adige tra Italia liberale e fascismo, Edizioni dell’Orso, Alessandria;
  • Alberto Ferraboschi, Borghesia e potere civico a Reggio Emilia nella seconda metà dell’Ottocento (1859-1889), Rubbettino, Soveria Mannelli;
  • Federico Lucarini, Scienze comunali e pratiche di governo in Italia (1890-1915), Giuffrè, Milano;
  • Luigi Ponziani, Il capoluogo costruito. Teramo in età liberale (1860-1900), Edigrafital, Teramo.

Fra queste sei opere, la giuria, sempre all’unanimità, ha scelto di premiare quella di

Alberto Ferraboschi, Borghesia e potere civico a Reggio Emilia nella seconda metà dell’Ottocento (1859-1889) , Rubbettino

con la motivazione qui riportata: Alberto Ferraboschi ha ricostruito con rigore ed equilibrio le vicende dell’ambiente urbano reggiano a partire da un’indagine minuziosa condotta sui gruppi sociali e politici dominanti. Ha utilizzato con efficacia gli stimoli metodologici della storiografia più recente: dalla ricostruzione “classica” delle posizioni partitico-ideologiche, alla disamina delle condizioni sociali e dei patrimoni delle élite; dalla composizione del consiglio comunale come luogo di visibilità e di rappresentanza dei gruppi dirigenti, al denso reticolo associativo – economico, ricreativo, culturale -, tipico dell’Italia liberale. L’autore ha indagato, inoltre, la ricostruzione della tradizione civica, così come, su un versante affatto diverso, le trasformazioni indotte a Reggio dai mutamenti della gerarchia urbana post-unitaria e dalle scelte infrastrutturali dei poteri pubblici. Ancora una volta, egli ha saputo cogliere stimoli storiografici e sondare piste di ricerche recenti. Nel complesso, un quadro denso, ricco e persuasivo, scritto con efficacia e con misura, che si colloca al culmine di un feconda stagione di studi sulle realtà locali del secondo Ottocento, testimoniando i progressi compiuti, su questo terreno, da un ventennio circa di ricerche di base. In conclusione, il “modello reggiano” di Ferraboschi ci racconta l’evoluzione di un ambiente liberal-moderato, con le sue crisi e le sue transizioni, e tuttavia capace di produrre una cultura civica, fatta di regole, di negoziazioni, di passaggi continui dall’informale al formale, dalla clientela all’associazione. Quella cultura civica su cui si sarebbe appoggiato il socialismo d’inizio secolo per rendere Reggio Emilia il “laboratorio municipale” che tutti noi conosciamo.

L’Assessore Repetto, a nome del Sindaco di Bolzano Avv. Giovanni Salghetti Drioli, ha quindi consegnato ad Alberto Ferraboschi il Premio ANCI Storia 2004.