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Premio ANCI-Storia 2010

Vincitore: Matteo Mazzoni per "Livorno all’ombra del fascio"

La Commissione giudicatrice – composta da Cecila Dau Novelli, Carlo De Maria e Carlo Fumian (Presidente) – ha esaminato un’ampia selezione di opere rispondenti ai criteri per la candidatura al Premio Anci Storia, e dopo un approfondito confronto ha ritenuto all’unanimità di individuare una terna di opere particolarmente meritevoli, tutte frutto di un lavoro di ricerca pluriennale e dell’analisi incrociata di una molteplicità di fonti:

Cristina Accornero, Il governo del territorio. Istituzioni, comunità e pratiche sociali a Torino 1861-1926, Trauben, Torino 2009;
Matteo Mazzoni, Livorno all’ombra del fascio, Olschki, Firenze 2009;
Grazia Pagnotta, Roma industriale. Tra dopoguerra e miracolo economico, Editori Riuniti, Roma 2009.

Sempre all’unanimità, ha quindi deciso di assegnare il premio Anci-Storia 2010 a Matteo Mazzoni, per la sua ricerca su Livorno e il fascismo, con la seguente motivazione.

La ricerca di Matteo Mazzoni si segnala per originalità, rigore e completezza, accompagnati da grande chiarezza espositiva. Con mano sicura Mazzoni ricostruisce tappe e protagonisti dell’avvento e del consolidamento del fascismo a Livorno, illuminando le profonde trasformazioni urbanistico-territoriali e sociali avvenute nel ventennio, con costante attenzione alle peculiarità storico-geografiche e politiche del capoluogo toscano (basti pensare al ruolo tutt’altro che «locale» della famiglia Ciano). La ricerca ripercorre i momenti della «conquista» fascista di Livorno, attento ai gruppi dirigenti e al ruolo del Partito nazionale fascista, colmando una palese lacuna storiografica e offrendo un vivace ritratto dell’evoluzione complessiva della città e del suo territorio lungo quasi tutto l’arco del ventennio. Importante realtà commerciale e marinara, sede per secoli di vivaci comunità mercantili straniere, tra Otto e Novecento Livorno si afferma come uno dei principali poli imprenditoriali della Toscana, soprattutto in campo meccanico e metallurgico, con al centro l’attività cantieristica degli Orlando, presto legata alle acciaierie Terni, all’Ilva e al sistema minerario elbano. Una città industriale dove forte è il movimento operaio, diviso tra vivaci tendenze anarchico-rivoluzionarie e tradizioni democratico-repubblicane d’impronta risorgimentale. Il libro si inserisce anche in una ormai consolidata tradizione di storia urbana, ma arricchita da una dimensione interdisciplinare che non dimentica la famiglia, la sociabilità, il conflitto. Ma soprattutto, nel ricostruire la «politicizzazione» della società civile livornese Mazzoni affronta una storia locale in forme del tutto prive di provincialismo storiografico, e a partire da realtà circoscritte illumina problemi di spessore ben più ampio, in un proficuo confronto con la migliore storiografia, quali il dibattuto problema del «consenso» al regime e le concrete strategie di controllo e condizionamento adottate dal partito e dal governo nel loro progetto di fascistizzazione della società.