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Premio ANCI-Storia 2012

Vincitori: Giuliano Lapesa per "Taranto dall'Unità al 1940. Industria, demografia, politica" e Barbara Taverni per "L' Italia divisa. Gli enti locali tra proporzionale e maggioritario (1946-1956)"

La Commissione giudicatrice– composta da Fulvio Cammarano (Presidente), Marco de Nicolò, Gian Luca Fruci, Marco Rovinello, Rosanna Scatamacchia – dopo aver preso in attento esame la non molto ampia rosa di monografie rispondenti ai criteri per la candidatura al Premio Anci Storia ha scelto due titoli come particolarmente meritevoli di ricevere il premio che è stato attribuito ex aequo ai volumi:

  • Giuliano Lapesa, Taranto dall’Unità al 1940. Industria, demografia, politica
  • Barbara Taverni, L’ Italia divisa. Gli enti locali tra proporzionale e maggioritario (1946-1956), Rubbettino

 

con le seguenti motivazioni:

Giuliano Lapesa, Taranto dall’Unità al 1940. Industria, demografia, politica
Attingendo ad una ampia documentazione archivistica ed a stampa il volume di Giuliano Lapesa ricostruisce la vicenda sociale, politica ed economica di Taranto nel periodo compreso tra l’unità ed il 1940. Merito primo del testo è la periodizzazione lunga adottata. Grazie ad essa l’autore ha potuto dar conto di fenomeni altrimenti non comprensibili e, soprattutto, di dinamiche – ambientali, demografiche, urbanistiche – raramente indagate e ricomposte in un quadro d’assieme. Ne è scaturito un lavoro interdisciplinare che, seppur con qualche comprensibile smagliatura, colma un vuoto storiografico, consente di cogliere l’evoluzione tormentata del centro pugliese e, non ultimo, sollecita ad inquadrare in prospettiva storica le vicende tarantine degli ultimi decenni. Motore della ricerca è stato l’obiettivo di comprendere cosa accada ad una città del Mezzogiorno, che – mentre entra a far parte del nuovo Regno e cerca una propria identità – deve inserirsi nelle più generali dinamiche dello sviluppo economico nazionale e nelle nuove relazioni internazionali. La città ottocentesca, alla quale il lettore si accosta, “parla” – dapprincipio – attraverso le voci, talora critiche talaltra sorprese, di viaggiatori più o meno famosi, per lasciar spazio poi a quelle dei politici, degli amministratori e degli imprenditori locali. L´evento periodizzante, quello che cambia la storia di città e cittadini e accende il dibattito, è la scelta politica e industriale di realizzare qui un Arsenale della Marina militare che, costruito nel 1889, ridisegnerà il volto urbano, il profilo socio-economico e la dimensione cittadina; la città e il suo entroterra iniziano allora a spostare il proprio baricentro verso il mare. Le analisi demografiche, sempre attente ai cambiamenti nel mercato del lavoro ai nessi tra crescita urbana e demografia, si intrecciano con quelle focalizzate sulla sociografia del personale elettivo municipale e provinciale e sulle politiche degli amministratori nella definizione dei valori dei suoli e dunque nella formazione della rendita urbana. Si tratta di prospettive e questioni che – mentre consentono di dar conto degli effetti dell´industrializzazione e di far emergere le peculiarità di Taranto rispetto ad altri centri meridionali – offrono nell’insieme una nuova immagine della città e rendono meritevole il libro del premio Anci-Sissco.

Barbara Taverni, L’ Italia divisa. Gli enti locali tra proporzionale e maggioritario (1946-1956), Rubbettino
Il libro di Barbara Taverni, L’Italia divisa. Gli Enti locali tra proporzionale e maggioritario (1946-1956), Rubbettino editore, è frutto di una imponente ricerca che affronta un argomento poco indagato dalla storiografia. Se, infatti, i passaggi trattati nel libro sono noti nella letteratura soprattutto sotto il profilo normativo e in ordine alla più generale storia nazionale, raramente sono stati trattati nell’indagine più specifica delle culture politiche. Indagare sui sistemi elettorali per Comuni e Province significa andare al nocciolo del significato concreto delle autonomie. L’indagine condotta dall’autrice consente così non solamente di cogliere quali furono i passaggi che portarono alle soluzioni poi raggiunte, ma di leggere anche le elaborazioni e i ripensamenti delle forze politiche e dei personaggi più autorevoli che in quelle forze esprimevano posizioni e scelte in merito alla questione. Emerge così, dal lavoro di Taverni, un forte nesso tra dimensione politica, fatta di scelte che guardavano agli interessi diretti di ogni partito, e culture politiche, che più in generale richiamavano le ispirazioni in ordine al tema delle autonomie. Il nuovo approdo a un ordinamento amministrativo fu raggiunto non senza ostacoli, tra i condizionamenti portati dal clima politico, nazionale e internazionale, e il dovere di dare compimento alla costruzione dell’edificio disegnato dalla Costituzione. L’autrice separa poi, opportunamente, la questione delle autonomie dalla questione regionale, destinata a un dibattito differito nel tempo e oggetto di considerazioni del tutto diverse. Pur essendo più attento a un metodo di ricostruzione storica che all’aspetto interpretativo, il libro di Taverni rappresenta un passaggio importante nella storiografia politico-amministrativa perché costituirà , anche nei prossimi anni, una lettura necessaria per gli studiosi che intendano affrontare la questione delle autonomie negli anni oggetto dell’indagine. Per tali motivi la giuria ritiene meritevole il lavoro di Barbara Taverni del Premio Anci-Sissco.