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La Bibbia dei romantici

Francesca Sofia

Francesca Sofia

Nel corso della prima metà dell’Ottocento la Bibbia conosce un’eccezionale fortuna editoriale in tutta Europa: se i paesi in cui risiedono tradizionalmente cospicue comunità riformate registrano nel settore una crescita relativa, è nei paesi cattolici che il fenomeno acquista le proporzioni più appariscenti, laddove appunto le edizioni volgari della Bibbia erano fino a pochi anni prima poche e – per il prezzo e il formato – destinate ad un ristretto pubblico di eruditi. La crescita esponenziale della circolazione delle Bibbia non ha mancato di attirare lo sguardo della storiografia, che vi ha colto una delle fonti – e spesso un simbolo – dell’immanente romanticismo. L’innegabile valore eversivo di questa Ri-Scrittura, finora per lo più relegato nel campo letterario, e latamente artistico, merita di essere recuperato su un piano più strettamente politico, per la sua capacità, come ci ha suggerito già parecchi anni fa Michael Walzer, di dare forma a diversi movimenti di emancipazione (nazionali e sociali). Mantenendo al centro del proprio obiettivo la circolazione dei temi biblici all’interno del Risorgimento italiano, la relazione si propone di verificare i debiti, ma anche gli scarti, di questa vicenda nazionale nelle più ampie vicende dell’“età dei profeti”.