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La Seconda Guerra Mondiale e identità nazionale: l’uso pubblico della storia nella stampa nell’Ucraina post-sovietica

S. Bellezza (Università Ca’ Foscari di Venezia)

Lo stato nazionale ucraino post-sovietico sentì fortemente l’esigenza di un’unica ricostruzione storica nazionale, anche riguardo a eventi complessi e già sfruttati dalla retorica sovietica. Il panorama storiografico si è diviso in tre scuole principali, che prendono l’avvio da diverse interpretazioni del significato della Rus’ di Kiev. Gli storici influenzano le opinioni della classe politica (di cui talvolta fanno parte) in cerca di legittimazione e di conseguenza anche i mezzi di comunicazione che dipendono dai gruppi di potere politico-economici. Il caso più eclatante è tuttavia quello della Seconda Guerra Mondiale: durante il suo decennio di presidenza, Kučma è riuscito, grazie all’aiuto dei media e dello storico Mykhailo Koval’, maggior esperto nazionale, a diffondere una lettura del conflitto come dell’evento da cui emerse l’Ucraina unita odierna. Il 50° della liberazione (ottobre 2004) è stato invece ampiamente sfruttato nel quadro della campagna politica per le presidenziali per alimentare un conflitto fra un’Ucraina occidentale nazionalista ed una orientale russa o russificata. Benché il nuovo presidente Yuščenko propenda per un più moderato utilizzo della storia nella contesa politica, sui giornali non si è sopita la polemica sulla controversa interpretazione delle azioni dell’OUN e dell’UPA contrapposte a quelle dei partigiani rossi.