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Lettera ai professori di storia

di Tullio De Mauro (Ministro della Pubblica Istruzione) (da la Repubblica, 18 aprile 2001)
Gentili professori e professoresse di storia,

ringrazio “Repubblica” che ha accettato di ospitare la mia risposta alla vostra lettera del 17. La risposta potrebbe essere brevissima: delle questioni che ponete Ë giý previsto che voi e tutta la Commissione per il riordino dei cicli possiate discutere a partire da oggi a Fiuggi fino al 20 prossimo. La Commissione deve infatti predisporre documenti per il riordino dei curricoli della scuola secondaria e affrontare e sciogliere (spero) proprio i nodi della continuitý e discontinuitý tra scuola di base e scuola secondaria. Come ben sapete, la composizione della Commissione Ë stata rafforzata da ulteriori apporti disciplinari e, in particolare per la storia, sono state accolte tutte le proposte di integrazione arrivate dal gruppo cosiddetto dei 33.
Mi dispiace che non ne abbiate avuto notizia, ma il Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione ha discusso, accanto alle proposte di curricolo della storia elaborate dalla Commissione, anche la vostra proposta e una terza. Diversamente da altri suggerimenti di modifica, discussi dal Consiglio, su questo punto non c’Ë stata unanimitý. Nelle more della emanazione del testo definitivo del decreto per la scuola di base e della elaborazione di documenti per la secondaria avrete e avremo dunque modo di riesaminare da subito l’intera vexata quaestio.
Dai vostri documenti vedo che anche voi condividete l’inutilitý della tradizionale triplice ripetizione dei cicli cronologici. Insomma siete anche voi d’accordo su due cicli cronologici. Nei ripetuti incontri avuti con voi ho potuto sentire che non siete insensibili ai dubbi su una troppo precoce partenza dell’insegnamento storico. Aggiungo che anche nella vostra ipotesi il primo ciclo cronologico partirý solo tra due anni. E le scuole stesse dunque avranno tutto il tempo per farci riflettere sulle scelte proposte.
Mi pare, dunque, di potere assicurare lettrici e lettori che tutta la Commissione e i diversi gruppi intervenuti nella discussione sono parimenti convinti della valenza intellettualmente e civilmente formativa dell’acquisizione di competenze storiche, competenze che la nuova scuola, diversamente dalla vecchia tradizionale, si incaricherý di verificare non solo con le preziose tradizionali interrogazioni e votazioni, ma anche con prove puntuali e oggettive anno dopo anno