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Lettera al prof. G. Persico presidente della Commissione di Garanzia Prin 2008

Lettera del presidente A. Graziosi al prof. Giovanni Persico, presidente della Commissione di garanzia PRIN 2008

Napoli, 13 febbraio 2010
Prof. Giovanni PERSICO – Presidente Commissione di garanzia PRIN 2008, MIUR
e per conoscenza
MIUR, Direzione Generale per l’Università
MIUR, Direzione Generale per il Coordinamento e lo Sviluppo della Ricerca

Caro Presidente,

Mi chiamo Andrea Graziosi e sono un Tuo collega alla Federico II, dove insegno storia contemporanea a Scienze Politiche, ma Ti scrivo questa lettera, che Ti prego di voler considerare ufficiale e di trasmettere ai componenti della Commissione, come Presidente della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (www.sissco.it), che conta più di 600 soci, che comprendono la maggior parte dei docenti e ricercatori del settore.

Ti scrivo non per lamentare la carenza dei finanziamenti alla storia contemporanea, che anzi quest’anno ha visto migliorare la sua posizione. E aggiungo che la nostra Società ha sempre seguito con attenzione la politica dei finanziamenti alla ricerca – che considera elemento qualificante l’università pubblica -, e si è fin dall’inizio espressa a favore dell’avocazione delle scelte al ministero e a blind referees, un sistema che ha migliorato l’assegnazione dei fondi di ricerca e che pensiamo dovrebbe essere esteso a molti altri settori della vita accademica e scientifica.

Proprio la bontà, e il buon nome, del principio richiedono però grande attenzione alla sua applicazione, alla serietà e al rigore dei criteri adottati e alla trasparenza delle procedure, attenzione che—ne sono certo—Tu gli dedichi.

Purtroppo, però, come sempre accade, vi sono smagliature, che vanno subito individuate e corrette, per non rischiare di delegittimare un sistema prezioso e anzi rafforzarlo.

E’ in questo spirito che ti segnalo il seguente caso, sollevato da un nostro socio e relativo alla motivazione del giudizio di un referee sul progetto L’Italia nel contesto internazionale (1968-1981): crisi, trasformazioni, stabilizzazione, diretto da Antonio Varsori dell’Università di Padova, relativo all’area 14.

Dopo una serie di valutazioni positive sui vari criteri, con i punteggi massimi, il giudizio in merito al terzo e ultimo parametro (“Rilevanza e originalità della ricerca proposta e della sua metodologia…”) si conclude così:

Le indicazioni relative allo stato dell’arte e la bibliografia suggerita sono congrue ai temi della ricerca, ma il suo amplissimo respiro (anche troppo) fa correre il rischio che influssi politici e tentazioni politologiche possano prevalere sull’analisi più prettamente storica (corsivo mio, ag).

Mi chiedo, e Ti chiedo, se è scientificamente corretto, ed accettabile, motivare la debolezza scientifica di un progetto non criticando uno o più degli elementi in esso contenuti ma accennando ad un rischio ipotetico, per di più di natura politica. Si viene così ad imbastire un processo ideologico alle intenzioni, privo di solide fondamenta e peraltro contraddetto dal riconoscimento, da parte del referee stesso, della serietà scientifica dei membri del gruppo di ricerca e della congruità ai temi della ricerca rispetto dello stato dell’arte e della bibliografia suggerita.

Sarebbe pertanto opportuno far notare al referee che ha così motivato il suo verdetto che tale modo di operare è in contraddizione con le regole e lo spirito della comunità scientifica, e possibilmente trovare una via per fargli capire che tali errori non sono bene accetti.

Aggiungo che il prestigio del sistema della valutazione anonima dei pari sarebbe rafforzato dall’adozione di alcune semplici regole di trasparenza, che mi permetto di sottoporre alla Tua attenzione, sperando che vorrai trasmetterle a quella del Ministero. Sarebbe in particolare opportuno:

1.Pubblicare ogni anno sul sito del Ministero o del Cineca, ovviamente in forma anonima, i giudizi relativi ai progetti presentati, questo perché solo se sottoposti agli occhi della comunità scientifica, giudizi poco rigorosi, mal formulati o scorretti possono essere stigmatizzati e per il futuro evitati.;

2.Pubblicare altresì le somme assegnate alle varie aree, possibilmente per Settore Scientifico Disciplinare;

3.Rendere pubblici i procedimenti e soprattutto i criteri (esistono standard minimi?) attraverso i quali vengono selezionati i referee;

4.Pubblicare ogni tot anni (quattro?) la lista dei referee utilizzati, naturalmente senza indicazione dei progetti che sono stati loro sottoposti, in modo che sia possibile giudicare della qualità scientifica complessiva del corpo dei referee.

Sicuro della Tua attenzione, e di una Tua risposta, Ti ringrazio e Ti invio un caro saluto

Andrea Graziosi
Ordinario di Storia Contemporanea