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Lettera del presidente 2-2010

Care Socie e Cari Soci,

Vi scrivo per darvi alcune informazioni sull’elezione dei due nuovi membri del Direttivo, i premi Sissco 2010, il nostro prossimo convegno nazionale, e la giornata di discussione sulla valutazione tenutasi a Roma il 9 aprile (troverete in allegato il programma provvisorio del convegno; il bando delle borse di studio dirette a facilitare la partecipazione dei soci non strutturati, che speriamo di riuscire ad assegnare; una presentazione power point di Giovanni Federico preparata per la giornata del 9 e riguardante il CIVR 2).

Per quanto riguarda le elezioni al Direttivo ricordo a tutti i soci che esse sono regolate dall’art. 8 del nostro Statuto, disponibile sul sito. Esso stabilisce tra l’altro che le candidature siano raccolte da un Comitato nominato dal Direttivo e che ogni candidatura debba essere presentata da almeno 15 e non più di 20 soci.
Nella sua riunione del 19 marzo il Direttivo ha quindi proceduto a nominare il Comitato elettorale, che è composto da Giuseppe Barone (presidente), Armando Pitassio e Simona Merlo. Tutti e tre i soci, che ringrazio, hanno, accettato, ed è quindi a loro che nelle prossime settimane dovrete rivolgervi per presentare candidature che naturalmente rispettino le modalità previste dallo Statuto.

Il 19 marzo il Direttivo, sentito il parere dell’Anci, ha altresì designato la commissione che assegnerà il premio Anci-Sissco 2010, composta dai soci Carlo Fumian (presidente), Cecilia Dau Novelli e Carlo de Maria. Anch’essi hanno gentilmente accettato il nostro invito, e sono certo che-come al solito-avranno cura di premiare l’opera migliore.

Come sempre, i premi Sissco (opera prima e sintesi) saranno invece assegnati dal Direttivo.

Devo invece purtroppo annunciarvi che malgrado i nostri sforzi e quelli dei soci cagliaritani, siamo stati costretti a spostare il convegno nazionale 2010, dedicato come ricorderete a La costruzione dello Stato-nazione in Italia, dal 23-25 settembre al 7-9 ottobre. Mi rendo conto che questo creerà dei problemi ai soci che cominciano ad insegnare a inizio ottobre, e ci scusiamo con loro. Ma la situazione con gli alberghi cagliaritani era tale da non consentire alcuna altra soluzione.

Spero tuttavia che i soci interverranno comunque numerosi: il programma di cui vi allego una versione ancora provvisoria, ma solo nei titoli (segnati in rosso) di alcuni interventi, è infatti ricco e interessante, e vedrà l’intervento di molti dei principali studiosi dell’Italia risorgimentale e liberale.

Grazie all’impegno e alla generosità dei soci cagliaritani, contiamo inoltre di riuscire anche quest’anno ad attribuire 20-30 borse di studio da 150-200 euro ai soci non strutturati che intendano intervenire al convegno, a parziale copertura delle loro spese di viaggio e soggiorno. Benché della cosa non vi sia ancora completa certezza, allego perciò il bando per le borse in questione, pregando gli interessati di rispettarne i termini, e di cominciare a inviare le domande a presidenza@sissco.it, specificando nell’oggetto del mail “Candidatura borsa di studio Cagliari 2010 + nome e cognome”.
Vengo infine alla giornata di discussione sulla valutazione del 9 aprile. Vi ricordo in primo luogo che essa era stata appunto convocata come semplice giornata di discussione, un’occasione informale di confronto, senza alcuna finalità decisionale e che quindi non è stata verbalizzata. Posso perciò solo darvi alcune informazioni, fondate sulla mia memoria, e che quindi valgono quel che valgono.

In primo luogo, al contrario di quella di febbraio sul DDL Gelmini, la giornata ha visto la partecipazione di pochissimi soci. La cosa, imputabile credo anche all’ampio dibattito che abbiamo svolto sulla valutazione negli ultimi due anni, dibattito in cui molti hanno avuto modo di esprimere le loro posizioni, è stata compensata da una più folta presenza di modernisti e medievisti (come ricorderete, la giornata, inizialmente convocata dalla Sissco, aveva poi visto la positiva confluenza di Sismed e Sisem). Resta però il fatto che i soci dovrebbero ricordare che se è facile chiedere la convocazione di giornate di discussione, occorre poi essere presenti. Sarebbe a questo proposito opportuno introdurre una regola informale per cui tali richieste debbano essere fatte da un numero minimo di soci che si impegnano poi a partecipare.

Il dibattito è stato aperto da brevi interventi a nome delle tre Società. Personalmente ho preferito concentrarmi sul futuro, visto che-come ha poi giustamente osservato nel dibattito la nostra vicepresidente, Annalucia Denitto-siamo ormai di fronte a un quadro per certi versi preoccupante, scaturito da decisioni che potrebbero dar luogo a sviluppi negativi (come quella del CUN che adombra una possibile certificazione ministeriale delle pubblicazioni scientifiche, che ritengo inaccettabile), o da eventuali nomine all’ANVUR-il cui regolamento è di per sé non tranquillizzante-che non rispettassero i principi del maggior rigore scientifico possibile.

Da questo punto di vista, come ho fatto osservare nella mia introduzione, il nostro sforzo degli ultimi due anni ha sortito effetti ‘culturali’ che credo si possano giudicare estremamente positivi (penso alle tante riviste e ai tanti colleghi che si sono posti l’obbiettivo di migliorare la qualità della loro produzione, di adeguarla ai parametri internazionali, di entrare nelle principali banche dati della disciplina, di aprire le porte a una maggiore circolazione e a un maggior controllo attraverso lo strumento del peer review ecc.). Sul piano concreto-istituzionale (decreti, regolamenti ministeriali, ecc.), tuttavia, c’è invece come dicevo da aspettarsi risultati meno positivi, ed è su questo che occorre ora, credo, concentrare la nostra attenzione.

La due società sorelle hanno preferito invece concentrarsi su quel che noi abbiamo discusso lo scorso anno, mettendo in risalto affinità, ma anche differenze, con quanto emerso dai nostri dibattiti.

Tra i nostri soci sono intervenuti Annalucia Denitto, che ha come ho detto discusso con preoccupazione il presente quadro istituzionale, soffermandosi sul ruolo dell’ANVUR, sulla sua composizione e sui criteri di valutazione previsti, che rischiano di penalizzare in particolare le università meridionali; Raffaele Romanelli, che ha analizzato alcuni principi generali della valutazione e della sua ricezione in Italia, soffermandosi in particolare sulle ragioni dell’ostilità ad essa dimostrata da una parte della nostra accademia in nome di una “tradizione italiana” le cui logiche ha cercato di ricostruire; Giovanni Federico, che ha presentato un utilissimo sommario ragionato e informativo del CIVR 2 appena lanciato, paragonandolo al RAE inglese (grazie alla sua cortesia, troverete in allegato la presentazione power point del suo intervento, che credo molti troveranno assi utile); Gia Caglioti che ha parlato di come le riviste debbano cercare di entrare, malgrado le molte difficoltà, nelle grandi banche dati internazionali per aumentare circolazione e visibilità; e Carlo Spagnolo, che ha fatto un discorso più generale sulla valutazione, condividendo alcuni dei principi emersi nei dibattiti della Società, ma anche criticandone altri, arricchendo i suoi interventi sulla lista di discussione

Gli interventi di alcuni medievisti e modernisti hanno messo invece in luce alcune diversità con l’impostazione da noi data al problema, che si possono riassumere in un loro maggiore attaccamento alla tradizione culturale e accademica italiana.

Si è comunque deciso di lavorare insieme alla fissazione di un elenco dei criteri che dovrebbero caratterizzare una buona rivista, e di cominciare a riflettere sul modo in cui rinnovare il mondo delle riviste di storia italiane, che rischiano oggi-per le loro limitate dimensioni e la marginalità della nostra lingua-di non raggiungere quella soglia critica che gli permetterebbe di esistere a livello internazionale.

Credo insomma che la giornata sia stata soddisfacente, anche se sarebbe stata auspicabile una maggiore presenza di soci questo anche perché, come dicevo all’inizio, se abbiamo poco da sperare da leggi e regolamenti, possiamo invece molto sul piano della nostra cultura e dei nostri comportamenti, che dipendono solo da noi.

Molto cordialmente, andrea graziosi