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Lettera di Simone Neri Serneri

15 giugno 1997

15 giugno 1997, dopo Imola

Al Presidente, al Direttivo e ai
Soci della Sissco
Firenze, 15 giugno 1997

Cari amici, provo a mettere per scritto alcune impressioni e idee che non sono riuscito, anzitutto per altri miei impegni personali, a portare nell’assemblea di Imola.
Dopo due, certo brevi, anni di adesione alla societa’, la mia esperienza è positiva. Condivido fortemente quelle che credo siano le ragioni di fondo della Societa’: associare tutti gli studiosi di storia contemporanea, ovvero essere per loro uno strumento di informazione, discussione, proposta, ma, anzitutto, di “socializzazione”, cioe’ di riconoscimento come membri di una stessa comunita’. Credo che questo Direttivo – non potendo io fare paragoni con i precedenti – si sia molto impegnato in questo senso e i vari convegni di questi due anni, non solo quello pisano, lo dimostrano in modo eccellente. Credo anche che la crescita dei soci e l’attenzione che comunque si riscontra intorno alla Societa’ siano un’altra riprova e, ancor piu’, una conferma della effettiva e diffusa esigenza di avere una associazione con quelle finalita’.
D’altro canto, ho la sensazione che i risultati non compensino l’impegno e le fatiche – che so essere notevoli – dei membri del Direttivo. Organizzare due convegni l’anno in poche persone e’ grande impresa. Eppure, ho la sensazione che non diano adeguata continuita’ alla vita associativa e visibilita’ all’associazione. Vi e’ il Bollettino, certo, ma anch’esso richiede un notevole impegno e non puo’ avere frequenza maggiore. L’impressione è che la vita della Società sia, per cosi’ dire, ancora troppo concentrata in questi eventi-chiave. Forse, una maggiore articolazione e differenziazione delle sue iniziative ne accrescerebbero la coesione interna e la visibilita’ esterna.
Credo che, se davvero la Sissco vuole rafforzare il confronto tra i soci e la propria capacita’ di proposta sulle questioni attinenti la professione e, piu’ in generale, il ruolo civile degli storici, si debba riflettere sui modi di intervento e di organizzazione della Societa’. Credo che si debbano individuare altre forme di comunicazione e di iniziativa, che aumentino il coinvolgimento e l’apporto dei soci nella vita dell’associazione. Credo, soprattutto, che si debbano cercare modalità di iniziativa che valorizzino la Sissco, sia come occasione di riflessione collettiva e continuativa sui problemi della ‘categoria’, sia come luogo di incontro non occasionale tra chi si occupa di storia contemporanea, a vario titolo e in enti e strutture diverse (quelle, per esempio, di cui si e’ discusso a Imola).
Per chiarire meglio quel che intendo dire, faccio tre ipotesi, che vogliono – al di la’ della loro fattibilita’ – essere soprattutto una sollecitazione e un esempio: 1. Affiancare al Bollettino una piu’ agile Newsletter, magari in forma elettronica, da far circolare per email. Potrebbe successivamente – e chiarendo il rapporto con la lista di discussione ‘H-Italy’ – trasformarsi in una vera lista di discussione. 2. Creare, su base di libera proposta e associazione, dei gruppi di lavoro, che diano continuita’ e sviluppo alle riflessioni sorte nei convegni, sia su particolari temi di studio, sia su questioni attinenti la ‘professione’. 3. Affiancare o intervallare i due convegni annuali (tematico e corporativo) con un meeting biennale o triennale, basato su una serie di workshops concomitanti, ove, tramite brevi interventi su papers preconsegnati o con panels, si possa avere una panoramica magari confusa, ma vasta e in tempo reale dello stato degli studi… Sarebbe un importante luogo di comunicazione e incontro sia tra le generazioni, sia tra chi si occupa di temi tra loro distanti (potendosi qui piu’ facilmente e liberamente sbirciare nei campi altrui).
Cari saluti Simone Neri Serneri