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Calendario di storia contemporanea

 

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    Biblioteca Comunale “G. Carducci”

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    Eventi at this luogo
    Oggi

    Prove di espansionismo economico tra fine Ottocento e primo dopoguerra. relazioni economiche e piani di investimento tra le due sponde dell’Adriatico

    Biblioteca Comunale "G. Carducci" Palazzo Mauri, via Filippo Brignone 14, Spoleto, Italia

    In occasione della commemorazione dello scoppio della prima guerra mondiale e, parallelamente, in occasione del centenario dell’intervento dell’Italia nel conflitto, in questi mesi vengono organizzate e promosse iniziative per lo più incentrate sull’analisi delle relazioni diplomatiche e politiche internazionali, sull’impatto che ha avuto la guerra sulla società civile, sulle modalità attraverso le quali la memoria collettiva rielabora la tragedia della guerra. Poca o nessuna attenzione viene riservata all’esame dei rapporti economici e soprattutto dei progetti di investimento (realizzatisi o meno) che, a cavallo dello scoppio della guerra, si attivarono tra l'Italia e i paesi dell’Europa sud-orientale. Questi ultimi, peraltro, erano da tempo oggetto di interesse da parte di forze imprenditoriali e istituti finanziari italiani come aree di espansione economica. Personaggi come Otto Joel, Giuseppe Volpi, Rolando Ricci e altri guardarono all’ottenimento di appalti per la costruzione di porti e ferrovie e di concessioni minerarie in Montenegro, Albania, Turchia. Le regioni della fascia adriatica della Penisola mostrarono un particolare interesse verso investimenti produttivi e finanziari, nonché nell’espansione dei collegamenti ferroviari verso l’area orientale del continente europeo.
    Iniziative del genere e altre ancora furono il segnale di una volontà delle forze economiche e imprenditoriali più attive dell’Italia adriatica (Veneto, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia) di stabilire un controllo di tipo imperialistico sulle economie dei paesi balcanici, entrando in diretta concorrenza con i loro omologhi austriaci e tedeschi. La guerra mondiale fu un’occasione anche per provare a immaginare un’estensione degli interessi produttivi e finanziari di questi soggetti nei territori dell’Europa sud-orientale. Tali progetti nella maggior parte dei casi non riuscirono a trovare un riscontro e tuttavia sono la cartina di tornasole di uno slancio imperialistico, benché abortito, da parte delle regioni adriatiche verso le aree sopra citate.