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Assemblea dei soci Sissco 2016: verbale e bilancio

Macerata, 16 settembre 2016

L’assemblea annuale dei soci è aperta dal presidente della Sissco, Fulvio Cammarano, alle ore 17,30.

Elezioni membri direttivo

Il presidente comunica che nel corso dell’assemblea si svolgeranno le votazioni per i due nuovi membri del Direttivo e annuncia che il comitato elettorale sarà così composto: Paola Magnarelli (coordinatrice), Giovanna D’Amico e Federico Mazzei.

Ricorda, inoltre, che sono pervenuti due candidature al direttivo, quelle di Daniela Saresella e Antonio Bonatesta. Non essendoci altre candidature espresse in assemblea, si stabilisce che le candidature valide sono quelle pervenute in anticipo e prima menzionate.

Verbale assemblea Viterbo 2015

Il presidente sottopone all’assemblea il verbale dell’assemblea dei soci del 2015, che viene approvato all’unanimità.

Omaggio studiosi venuti a mancare

Il presidente chiede all’assemblea di osservare un minuto di silenzio in memoria del prof. Christopher Duggan, socio Sissco, e di altri studiosi e colleghi che nel corso dell’anno sono venuti a mancare: Arturo Colombo, Ennio di Nolfo, Fausto Fonzi, Giuseppe Giarrizzo, Luigi Lotti, Aldo Mazzacane, Angelo Ventura, Alessandro Visani.

Saluti Ismael Saz (AHC)

Il presidente rivolge un saluto al prof. Ismael Saz Campos presente al convegno annuale Sissco in qualità di presidente della Asociación de Historia Contemporànea (AHC), associazione di storia contemporanea spagnola con la quale la Sissco ha firmato nel corrente anno un accordo di collaborazione pluriennale (reperibile sul sito web della Sissco) grazie in primo luogo all’impegno profuso da Alfonso Botti. Il prof Saz si dice lieto per la collaborazione stretta tra le due associazioni e ricorda che la settimana successiva sarà un rappresentante della Sissco, Alfonso Botti, a partecipare al XIII Congresso dell’AHC. Condividendo quanto affermato dal presidente Sissco in una recente intervista, ritiene che l’accordo tra le due società rappresenti un passo importante affinché gli storici europei possano far sentire maggiormente la propria voce sui problemi della contemporaneità.

Saluti presidenti delle società storiche

Il presidente, leggendo il saluto inviato all’assemblea dei soci Sissco dai presidenti delle società storiche, sottolinea il proprio impegno a favore di un rapporto più stretto e formale con tali associazioni. Una necessità dettata dal fatto che a fronte di uno scenario sempre più complesso azioni efficaci appaiono plausibili solo in presenza di politiche comuni alle varie società su grandi questioni quali: la formazione e il reclutamento degli insegnanti nelle scuole, le modalità di accesso alla carriera universitaria, la qualità e il riconoscimento della ricerca. Le società coinvolte nel coordinamento, oltre alla Sissco, sono la Consulta universitaria per la storia greca e romana (Giorgio Bonamente), la Società italiana delle storiche (Simona Feci), la Società italiana degli storici medievisti (Stefano Gasparri), la Società italiana per la storia dell’età moderna (Luigi Mascilli Migliorini), la Società italiana di storia internazionale (Leopoldo Nuti). Primo frutto degli incontri avvenuti in questi mesi tra i presidenti delle società citate è stato la creazione di un coordinamento (due rappresentanti per ogni società) sul tema della scuola e della formazione dei docenti. Il presidente auspica che accanto a questo nascano altri coordinamenti. Conclude ricordando che il prossimo 23 settembre, presso la sede della Giunta centrali degli studi storici presieduta dal prof. Giardina, si terrà un altro incontro finalizzato a sondare temi sui quali le società possano raccordare il proprio impegno.

Il presidente porta ai soci il saluto del past president Tommaso Detti impossibilitato a partecipare per motivi di salute

Pubblicazione atti convegno

Il presidente segnala che sarà pubblicato entro la fine dell’anno, presso l’editore Viella, l’e-book degli atti del convegno Le guerre in un mondo globale organizzato dalla Sissco a Perugia nel 2014. La pubblicazione sarà a cura di Tommaso Detti.

Bilancio e soci

Il segretario Salvatore Botta presenta all’assemblea il bilancio consuntivo Sissco dell’anno 2015 e illustra una serie dati statistici relativi alle quote associative e alla composizione dell’associazione (vedi allegato). Il bilancio è approvato all’unanimità dall’assemblea. Il presidente pone l’accento sul numero crescente dei soci, in generale (711), e di quelli non strutturati, in particolare.

Workshop dottorandi

Il presidente sottolinea l’ottimo funzionamento del workshop dottorandi che sta diventando sempre di più un terzo incontro Sissco in grado di produrre notevoli risultati sia in termini di rapporti tra studiosi, sia per la qualità delle ricerche selezionate.

Quello di Pavia del 26-28 maggio si segnala non solo per l’interessante esposizione delle ricerche in corso, ma anche per la presenza ai lavori della famiglia di Carlo Regeni il ricercatore a cui, su suggerimento di Elisabetta Vezzosi, è stato dedicato l’evento.

Seminari della ricerca Sissco

Il presidente ricorda che continua con successo la tradizione dei seminari della ricerca Sissco che quest’anno ha portato alla selezione dei seguenti progetti da parte del direttivo: Daniela Adorni – Abitare nel boom. Casa, famiglia e cibo negli anni del miracolo economico; Fiammetta Balestracci – Gli Anni Settanta nel dibattito storiografico italiano Nuove ricerche e interpretazioni a confronto; Giovanni Mario Ceci e Guido Panvini – L’Italia del terrorismo: partiti, società,istituzioni e opinione pubblica 1969­1988; Gabriella Corona, Ambiente, paesaggio, patrimonio nella storia d’Italia; Valeria Deplano, L’Europa tra migrazioni, decolonizzazione e integrazione; Matteo Millan – Violenza e Storia d’Italia 1861-1989); Anna Pina Paladini e Elisabetta Caroppo- I ceti medi nell’Italia del Novecento. Politica, rappresentanza, impresa e welfare in una prospettiva internazionale); Saverio Luigi Battente – Alla ricerca dell’identità italiana tra piccola e grande patria: cento volte il Giro d’Italia; Mario De Prospo – Classi dirigenti e territori in età contemporanea. Asimmetrie tra centri e periferie, continuità e discontinuità. Il caso italiano 1861-2015.

Commissioni Sissco

Il presidente sottolinea la volontà di dare impulso al lavoro collegiale interno all’associazione rinforzando le commissioni già presenti (scuola e archivi) e creandone altre nuove. Obiettivo delle commissioni quello di far partecipare attivamente i soci al dibattito su temi chiave per la società. Le commissioni attive sono:

  • Redazione Mestiere di Storico: Adriano Roccucci (diretto), Domenica La Banca (segreteria), Arianna Arisi Rota, Giovanni Cristina, Massimo De Giuseppe, Giorgo Del Zanna, Andrea Di Michele, Alessio Gagliardi, Valeria Galimi, Simon Levis Sullam, Andrea Ricciardi, Marco Rovinello, Filippo Triola, Rosanna Scatamacchia, Marco Mariano.
  • Commissione didattica: Salvatore Adorno (coordinatore), Gennaro Carotenuto, Stefano Cavazza, Fabrizio La Manna, Simona Merlo (referente direttivo), Marco Rovinello, Elisabetta Vezzosi, Renato Moro.

Si prevede l’articolazione della commissione in due sottocommissioni: una si occuperà di scuola e istruzione pubblica, l’altra del tema dei dottorati. La commissione sta organizzando un convegno sulla scuola che si terrà nel mese di gennaio aperto a tutti i soci che sono interessati a confrontarsi su tale tema.

  • Commissione archivi e biblioteche: Marco De Nicolò (coordinatore), Giovanni Orsina (referente direttivo), Rosanna De Longis, Enzo Fimiani, Marina Giannetto, Luca Riccardi, Giovanni Scirocco.
  • Commissione informazione: Dario Biocca (coordinatore), Fulvio Cammarano (referente direttivo), Leonardo Goni, Leonardo Campus, Chiara Ottaviano.

Commissione che ha l’obiettivo di informare la stampa in merito alle attività e alle iniziative intraprese dalla Sissco.

– Commissione rassegne: Barbara Bracco (coordinatore), Fulvio Cammarano (referente direttivo), Paola, Salvatori, Jacopo Perazzoli, Riccardo Piccioni, Luigi Vergallo, Enrico Serventi Longhi, Carlo Verri, Simona Berhe, Maria Pia Casalena , Emanuele Edallo, Paolo Zanini.

Commissione che si occupa di individuare articoli di stampa che trattano della storia e di segnarli periodicamente alla mailing list della Sissco.

Sito web Sissco

Il presidente ricorda che il responsabile informatico della Sissco è Federico Mazzini il quale ha inviato all’assemblea una breve relazione statistica (vedi allegato) sull’utilizzo e l’accesso del sito web dell’associazione.

Comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale

Il presidente ha preso contatti con il presidente del Comitato storico scientifico per gli anniversari di interesse nazionale, Franco Marini, comitato istituito dalla Presidenza del Consiglio, per valutare la possibilità di fare domanda per progetti di ricerca finanziati su temi legati a ricorrenze: voto alle donne, referendum del 1946, costituente. Su questi tre temi il presidente ha invitato i soci ad aggregarsi in modo da presentare una grande ricerca per ognuno dei temi indicati. A questo scopo sono stati individuati tre membri del direttivo che hanno raccolto le adesioni a questi filoni di ricerca.

Quote associative

Il presidente ricorda la necessità di mettersi in regola con l’iscrizione dato che l’associazione finanzia le proprie attività unicamente grazie alle quote versate dai soci.

Prossime attività

Il presidente annuncia che nel 2017 si terranno i cantieri Sissco a Padova, nel 2019 i cantieri Sissco molto probabilmente saranno organizzati a Modena, il workshop dottorandi del 2017 invece si svolgerà a Matera.

Dibattito

Marco De Nicolò (commissione archivi e biblioteche):

Nel corso dell’assemblea dei soci di Viterbo aveva denunciato la situazione critica in cui versavano non poche biblioteche italiane con restrizione di personale e di orari, fino, in alcuni casi, all’ipotesi di chiusura delle strutture. Il quadro generale, per quanto non felice, è comunque migliorato grazie anche al concorso per 500 posti a funzionari dei beni culturali di cui 90 attribuiti agli archivi di stato e 26 alle biblioteche afferenti al ministero dei culturali. Su questi risultati ha avuto anche una funzione di pressione l’azione dispiegata dalla Sissco e dal coordinamento delle società che a vario titolo sono coinvolte nel progetto di miglioramento di questo settore della pubblica amministrazione. A questo proposito ricorda che dal 2014 si è formalizzata un’alleanza inizialmente ristretta a tre società che alla vigilia del convegno dell’aprile scorso sono salite a 24. Ciò ha consentito di dispiegare di rendere l’azione di positivo condizionamento più pressante. Le quote di funzionari da assegnare agli archivi consentiranno ad alcuni istituti un turn over fermo da decenni. Al convegno citato è intervenuto anche il capo di gabinetto del ministro, disponibile a sottoporsi a una raffica di domande e di questioni e mostrando un’attenzione istituzionale fino a quel momento inedita. Ciò nonostante il sistema di gestione degli archivi e delle principiali biblioteche pubbliche presenta molte lacune, in termini di carenze di personale e formazione dello stesso, a cui si spera di poter almeno in parte rimediare affidandoci alla ciclicità dei concorsi come promesso dal ministro. Una volta celebrato il concorso, certamente andranno comunque avanzati rilievi in ordine alle modalità: il fatto che per gli aspiranti funzionari di archivi e biblioteche non sia prevista neanche una prova di storia in sede d’esame alimenta non poche perplessità. Così come attenzione merita l’organico delle biblioteche, i cui posti messi a bando sarebbero sufficienti se il personale degli istituti fosse ben distribuito sul territorio nazionale. Altre questione all’ordine del giorno dalla commissione sono quella relativa alla libertà di accesso alle fonti (diritto riconosciuto legittimo dalla normativa, ma che risulta ancora fortemente svilito da meccanismi farraginosi) e quella relativa all’accesso alle carte sulle stragi declassificate dalla direttiva Renzi. Il versamento di tali carte presso l’Archivio centrale dello stato è avvenuto in modo poco ordinato. Le carte del Ministero dell’interno, per esempio, mostrano segni di scomposizione rispetto all’originaria formazione per cui uno stesso affare può trovare un documento in una busta con un numero basso e il documento successivo in una busta con un numero alto. Ne consegue un lavoro di riordino e di ricondizionamento, da parte degli archivisti del Centrale, tutt’altro che semplice. Grazie ai contatti con altre associazioni (come l’Associazione dei familiari delle vittime di Ustica), alla disponibilità dimostrata da sottosegretario De Vincenti, oltre alle risorse non scarse messe a disposizione per il riordino e la diffusione del materiale una volta ordinato presso gli Archivi di Stato, si confida di poter lavorare in modo più razionale e con risorse umane sia sul fronte del riordino sia sul fronte della consultazione. In tal senso la Sissco è partecipe di un progetto onde favorire l’erogazione di borse di studio allo scopo di coinvolgere giovani studiosi. Tra le questioni rimaste insolute, ma non per questo abbandonate, a causa delle “emergenze” qui indicate, De Nicolò segnala il problema della riproducibilità del materiale d’archivio le cui possibilità e modalità è rimesso nelle mani dei singoli istituti. Si ricorda che l’Art Bonus, nella sua prima stesura, in forma di decreto, prevedeva la possibilità di una riproducibilità gratuita della documentazione, norma poi mutata in una decisione posta nelle mani di ogni dirigente degli istituti in cui si svolge la ricerca. La questione è rimasta sospesa, ma andrà ripresa, con una campagna per la riproducibilità gratuita nel settore degli archivi e delle biblioteche pubbliche (fatto salvo ovviamente il principio legato ai diritti d’autore). Ma si intenderebbe andare anche oltre. In tal senso la commissione ha avviato contatti con Monina (Fondazione Basso), Antonetti (Istituto Sturzo) e con l’Istituto Gramsci allo scopo di raggiungere un accordo sulla riproducibilità della documentazione storica anche presso i fondi conservati presso quegli istituti a prezzi sostenibili soprattutto per i non strutturati (vedi in primo luogo i dottori di ricerca). Altro fronte aperto è quello delle emeroteche. Alla biblioteca nazionale centrale di Roma risultano digitalizzati solo 12 quotidiani, di cui solo 3 hanno una periodicità che supera il triennio e con molte lacune interne. Carenze si registrano anche tra le attrezzature a disposizione dell’utenza: dei 12 macchinari per microfilm (6 vecchi e 6 nuovi) ne funzionano solo uno nuovo e uno vecchio. Infine, De Nicolò segnala che Luca Riccardi seguirà la pubblicazione dei documenti diplomatici e la disponibilità alla consultazione degli studiosi per ciò che riguarda la documentazione storica dell’archivio storico del ministero degli esteri.

SALVATORE ADORNO (commissione didattica e scuola)

Riporta una sintesi delle riflessioni emerse all’interno della commissione Sissco da lui coordinata evidenziando i tre livelli d’intervento da essa messi in atto per dare risposte alle sollecitazioni provenienti dal Miur e dal Cun su vari temi, in particolare su quello della ridefinizione delle classi di concorso e dei crediti necessari affinché gli studenti possano accedere al concorso. Ricorda a questo proposito che la commissione ha prodotto un documento inoltrato alla lista Sissco il 3 novembre 2015. Sottolinea poi che, vero nodo delle questioni della didattica, è quello relativo alla questione dei 24 crediti nelle materie antro-psico-pedagogiche introdotti nelle lauree specialistiche per ottenere la laurea abilitante. La commissione Sissco è inoltre intervenuta sulle politiche di orientamento commentando un documento del CUN Orientamento integrato tra scuola e università che si è tradotto in una relazione comune con l’area 10 sul tema appunto dell’orientamento scolastico. Un secondo livello di intervento si è concretizzato nella costituzione della “commissione nazionale della didattica”. In seguito agli incontri con la Sisem sulla rifinizione delle classi di concorso il presidente Sissco si è fatto promotore di un incontro con i rappresentanti delle altre principali associazioni storiche per la costituzione di una commissione congiunta sulla didattica della storia nella prospettiva di essere maggiormente efficace nell’interagire con il mistero su questo e altri temi. Il primo incontro di questo coordinamento nazionale è avvenuto il il 4 marzo 2016 e la sintesi dei lavoro è stata inoltrata alla lista Sissco il 22 marzo. In tale occasione si è decisa la creazione di una commissione nazionale, riunitasi per la prima volta il 16 luglio, cui è stato affidato il compito di elaborare un documento che sintetizzi le posizioni di tutte le società storiche coinvolte sulle classi di concorso sul tema dei 24 crediti. Il terzo livello di intervento della commissione Sissco è quello relativo alla didattica in senso generale: evoluzione normativa dalla riforma Berlinguer alla Buona Scuola, la governance della formazione con particolare attenzione al rapporto tra formazione e reclutamento (vedi il concorso per i posti di storia e filosofia che in questi ultimi tempi ha suscitato non poche polemiche), il rapporto tra competenze e saperi nella didattica della storia, i contenuti minimi per la didattica della storia contemporanea, i metodi e le buone pratiche nella didattica con l’obiettivo di arrivar ad una riflessione compiuta sul curriculum verticale di storia. Proprio su questi temi è stato strutturato un convegno che dovrebbe tenersi alla fine di gennaio 2017 sulla didattica della storia in cui la Sissco presenterà il suo punto di vista su tali temi mettendoli a confronto con le riflessioni dei propri soci e delle associazioni che fanno didattica della storia. Il tema chiave all’attenzione della commissione Sissco è quello della “buona scuola” che pone ai docenti di storia delle università il problema di come fare didattica nella scuola, ma pone soprattutto il problema del reclutamento e della formazione degli insegnanti e pone ancora di più la questione della stessa organizzazione dei corsi di laurea universitari. Infatti i 24 crediti formativi antro-psico-pedagogici che nella normativa generale sono previsti nelle lauree specialistiche fanno perdere ai corsi di laurea la propria connotazione specialistica. Varie sono le soluzioni proposte a questo inconveniente: coprire i 24 crediti con materie di didattica disciplinare (didattica della storia, didattica dell’italiano); spalmarli non più solo nel biennio, ma anche sul triennio per renderli meno “invadenti”; posticiparli al momento della formazione post concorso, proporre pacchetti di materie antro-psico-pedagogiche fuori dai curricula da offire agli studenti. L’orientamento del Miur sembra quello di scindere le lauree che hanno scopo formativo da quelle che formano scientificamente (lauree di formazione e lauree disciplinari, quindi, con ponti di passaggio tra le une e le altre). La “buona scuola” spinge verso lauree generaliste, perché punta l’attenzione più sulle competenze che sui saperi. Da qui l’importanza per la Sissco di interrogarsi sulla didattica dato che molti giovani formati per la ricerca si vanno progressivamente orientando, per necessità, verso la scuola o altre agenzie (vedi il tema della public history) che si occupano a vario titolo di storia.

ADRIANO ROCCUCCI (mestiere di storico)

Sottolinea quanto il lavoro redazionale del Mestiere di Storico, più ancora che in altre riviste, sia un lavoro corale in quanto la rivista della Sissco si impegna a raccogliere e pubblicare tra le 250 e le 350 recensioni all’anno. Il lavoro della redazione è certamente oneroso, ma anche molto stimolante perché spinge i redattori ad una continua riflessione sulla struttura della rivista, su come migliorarla per rispondere ai molteplici interessi di ricerca manifestati dai soci. Del resto, nel rispetto della ragione sociale della Sissco, la rivista ha innanzitutto il compito di stimolare la ricerca scientifica; da qui per esempio un’attenzione crescente nella discussione dei temi e nella scelta dei volumi alla storiografia internazionale. Tutto questo è il frutto di un lavoro di riflessione e di dibattito storiografico all’interno della redazione che quest’anno si è concretizzato in una novità sperimentale: un seminario, ovvero una giornata di confronto su un tema che pone l’accento su una questione storiografica, un nodo metodologico, una categoria di interpretazione storiografica. Il primo seminario è stato dedicato al rapporto tra “spazio e storia” con uno sguardo alla dimensione della world history vista attraverso la categoria della geopolitica. Per il direttivo era presente Alfonso Botti. Stante la buona partecipazione si è ritenuto di riproporre questo modello, scelta confermata in un incontro con il presidente Sissco. Il prossimo incontro si terrà nel mese di giugno a Ca’ Foscari e avrà per tema il rapporto tra storia e luoghi della memoria. Roccucci chiude il proprio intervento ricordando un elemento di criticità emerso negli ultimi anni: la difficoltà delle case editrici nel fornire copie di libri ai recensori per mancanza di personale che si occupi delle spedizioni. Difficoltà a cui alcuni editori hanno almeno in parte ovviato rendendo disponibili i volumi in formato elettronico.

BARBARA BRACCO (commissione rassegne)

La rassegna stampa girata periodicamente alla lista Sissco dalla commissione da lei coordinata non è impostata in modo classico ovvero come resoconto della storia e degli storici sulle pagine dei giornali, bensì allargando la prospettiva a riferimenti storici presenti negli ambiti più vari: dalla cronaca al costume alla politica. L’elenco delle testate monitorate sarà aggiornata e ampliata se e quando le forze lo renderanno possibile. Bracco ritiene che questo lavoro di spoglio dovrebbe tradursi, più avanti, in una discussione maggiormente approfondita da parte della commissione sull’attuale ruolo della storia, e in particolare di quella contemporanea, nei mezzi di comunicazione oggi (questione già citata dal presidente Sissco nell’intervista a Carioti), per poi dar vita a un piccolo seminario su questo argomento.

AGOSTINO GIOVAGNOLI

Interviene sul tema della public history, riprendendo il dibattito in lista e le perplessità emerse in questo dibattito. Ricorda che la public history rientra certamente tra le finalità che la Sissco si propone di conseguire e ritiene molto positiva la sua promozione. La nascita di una associazione di public history pone però il problema dei rapporto tra questa e la Sissco, da esaminare sotto un profilo culturale prima che organizzativo. Considera questo rapporto come un’occasione positiva per riflettere nuovamente su che cosa è la Sissco. La Sissco è per statuto soprattutto una società che promuove lo studio della storia contemporanea, in concreto anzitutto la ricerca, il confronto scientifico, l’avanzamento degli studi storici prima ancora che la loro diffusione. Ciò implica un legame stretto anche con l’accademia: in Italia, infatti è in ambito accademico che si sviluppa la ricerca storica, con pochissime eccezioni. Basta vedere la composizione dei soci della nostra società per rendersene conto: in gran parte si tratta di strutturati – in senso accademico – di storia contemporanea, in piccola parte di strutturati di altre discipline storiche, in buona parte di aspiranti ad essere strutturati. Finora tutto questo non è stato un male, la Sissco ha infatti dimostrato libertà e vivacità grazie proprio a questo primato dello studio e della ricerca tra i suoi fini. Grazie a tale primato la Sissco è sempre rimasta un’associazione molto vivace, talvolta anche un po’ anarchica, ma non è mai diventata una “cupola” di potere accademico né si è irrigidita in schemi corporativi o sindacali. Grazie a questa natura ha raggiunto successi importanti, che sono stati anzitutto successi culturali: fin dagli inizi, negli anni Novanta, la Sissco ha contribuito a squarciare le rigide demarcazioni tra correnti storiografico- ideologiche, modellate sui grandi partiti politici, ha favorito l’originalità della ricerca, ha promosso l’ internazionalizzazione degli studi ecc. Giovagnoli ritiene che la natura della Sissco non debba essere pregiudicata. Pertanto, ben venga che la storia sperimenti nuovi percorsi come quelli tracciati dalla public history, purché rimanga chiaro il confine tra ricerca e divulgazione della ricerca storica e un altro tipo di uso non storico del passato (come capita spesso nei giornali o sul web). L’associazione della public history è in fieri e quindi bisognerà capire quali saranno le sue scelte innanzitutto culturali. Per quanto riguarda l’aspetto organizzativo Giovagnoli confida che la creazione di una società di public history non porti alla creazione di una “associazione di associazioni”, ma che ogni associazione, in primo luogo la Sissco, mantenga la propria identità e la propria capacità di essere protagonista. Fa osservare che le società scientifiche sono una garanzia di libertà e di vitalità come ha riconosciuto qualche anno fa Paolo Prodi, ricordando che la Giunta centrale di studi storici – di cui era all’epoca presidente – è nata dalla volontà del regime fascista di controllare gli studi storici. E la Sissco ha sempre custodito con particolare intensità questa “novità”. Fa l’esempio del ruolo svolto dalla nostra associazione per migliorare prassi e comportamenti diffusi in sede CUN, promuovendo nuove modalità di elezione basate sulla rotazione e un rapporto tra rappresentanti CUN e il corpo accademico italiano basato sulla trasparenza, come attestano i verbali CUN che da alcuni anni ci vengono inviati. Ritiene che il primato del confronto culturale debba ispirare anche la collaborazione tra le diverse associazioni degli storici. La prosecuzione della proficua collaborazione tra queste associazioni, per cui esprime vivo apprezzamento, deve portate secondo alcuni ad una fusione tra medievisti, modernisti e contemporaneisti. E’ un obiettivo da non escludere ma su cui riflettere profondamente: deve scaturire infatti dalla convinzione che le tradizionali ripartizioni cronologiche hanno perso il loro valore culturale, non da mere motivazioni organizzative o da logiche di potere accademico.

FULVIO CAMMARANO

Il presidente ricorda che la Sissco è riferimento primario del nuovo spirito di cooperazione tra società storiche proprio per le caratteristiche associative, lo spirito d’iniziativa e le dimensioni, aspetti questi che favoriscono le prospettive operative, l’autonomia e la centralità della nostra società.

GIANLUCA SCROCCU

Il presidente ricorda che ai lavori della costituenda società di public history ha delegato il socio Gianluca Scroccu. Prendendo la parola Scroccu ricorda che il 21 giugno si è tenuta la prima riunione di tale società presso la Giunta Centrale per gli Studi Storici a Roma, nel corso della quale è stata creata una commissione incaricata di redigerne lo statuto e di delinearne le modalità associative. Come delegato ha fatto presente il rischio che l’associazione di public history diventi “un’associazione di associazioni” e soprattutto che si eviti il canale della doppia filiazione. La Sissco proporrà che venga richiesto un piccolo contributo in più rispetto a quello che si paga già alla propria associazione per aderire alla nuova associazione. Conferma che i criteri di scientificità sollecitati da Giovagnoli sono all’ordine del giorno dell’associazione costituenda, anche per evitare che, in particolare, i non strutturati si associno solo confidando di avere maggiori prospettive di lavoro.

ANTONIO BONATESTA

Richiama l’esigenza di riflettere sul tema del dottorato di ricerca in studi storici, in un contesto come quello accademico che è sottoposto sempre più alle sollecitazioni provenienti dal mondo produttivo (vedi provvedimento Miur sui “Dottorati di ricerca innovativi a caratterizzazione industriale”). Dal 2013 si susseguono interventi che hanno portato alla diminuzione dei corsi di dottorato (sono scomparsi 600 corsi per soppressione o accorpamento) e quindi è venuta a mancare, anche nell’ambito degli studi storici, la specializzazione scientifico-disciplinare. Ora l’orientamento è quello del finanziamento di alcuni dottorati specifici che devono rispondere alla cosiddetta Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente 2014-2020: finanziare dottorati in discipline direttamente spendibili all’interno del meccanismo produttivo del paese. Prospettiva da non demonizzare, ma sulla quale Bonatesta ritiene la Sissco dovrebbe aprire una riflessione. In merito al collegamento tra insegnamento della storia e scuola, Bonatesta plaude agli sforzi condotti in seno alla commissione coordinata da Salvatore Adorno e ricorda che, stando ai dati forniti all’Anvur, solo 1/3 dei dottori di ricerca continua la carriera accademica. Da qui emerge la necessità di avviare una riflessione sugli obiettivi della formazione alla ricerca e sulla valorizzazione, anche fuori dall’accademia, della ricerca storica.

ANDREA D’ONOFRIO

D’Onofrio pone all’attenzione dell’assemblea il problema dei documenti ufficiali pubblicati in internet. Fa l’esempio dei protocolli di Yalta e di Potsdam di cui esistono in rete traduzione ufficiali in inglese e in russo, ma non esistono traduzioni ufficiali di questi testi importanti in italiano. Circolano invece in internet traduzioni in siti amatoriali molto frequentati, testi che contengono però gravi errori. Ritiene quindi che la Sissco dovrebbe farsi promotrice di un gruppo che in qualche modo inizi un lavoro di monitoraggio di questi testi in italiano per una garanzia di qualità a questo tipo di traduzioni. Fa poi riferimento alla piattaforma tedesca clio-on line legata ad istituti di ricerche e ad accademie che danno a chi utilizza in Germania la risorsa di internet una garanzia qualitativa altissima circa le risorse presenti in rete. La Sissco insieme ad altre società storiche italiane confida possa farsi promotrice di una cooperazione simile.

PATRIZIA DOGLIANI

Due anni fa, insieme a Valeria Galimi, aveva fatto circolare una richiesta di informazioni tra i soci allo scopo di creare un coordinamento permanente di storia francese dell’età contemporanea (dalla rivoluzione ad oggi). Molti avevano risposto ed era stata avviata la creazione di una banca dati, ma lo cosa non era andata a buon fine, anche per la mancanza di riferimenti istituzionali (centri di ricerca e cultura francesi da coinvolgere nel progetto). Dogliani annuncia che è stato trovato un supporto nell’ambasciata francese, quindi rilancerà l’idea di un coordinamento che dovrebbe concretizzarsi oltre che in una banca dati e in un sito anche in un primo seminario sulla storiografia francese che si spera possa essere patrocinato dalla Sissco.

Elezioni Direttivo

Non essendoci più tempo data la necessità di chiudere la sala, il presidente annuncia che comunicherà i risultati del voto durante la cena sociale: 137 votanti, 38 voti ad Antonio Bonatesta, 98 voti a Daniela Saresella, 1 scheda nulla. Risultano eletti quali membri del direttivo in sostituzione di Alfonso Botti ed Elisabetta Vezzosi che terminano il proprio mandato, i soci Antonio Bonatesta e Daniela Saresella.

Premi Sissco e Anci-Storia

Il presidente informa l’assemblea che nel corso della cena sociale comunicherà l’elenco dei finalisti e i vincitori dei premi Sissco e Anci- Storia:

Finalisti Premio Sissco Senior 2016

  • Ruth Ben Ghiat, Italian Fascism’s Empire Cinema, Indiana University Press, 2015
  • Francesco Benigno, La mala setta. Alle origini di mafia e camorra (1859-1878), Einaudi, 2015
  • Massimo Bucciantini, Campo dei fiori. Storia di un monumento maledetto, Einaudi, 2015
  • Fulvio De Giorgi, Paolo VI. Il papa del Moderno, Morcelliana, 2015
  • Carlotta Sorba, Il melodramma della nazione. Politica e sentimenti nell’età del Risorgimento, Laterza, 2015

Volume premiato:

Carlotta Sorba, Il melodramma della nazione. Politica e sentimenti nell’età del Risorgimento, Laterza, 2015

Nel libro si completa un originale percorso di ricerca di storia culturale sulla teatralizzazione della politica e sulla rappresentazione melodrammatica della nazione. Esso è il riflesso di un’avvertita metodologia internazionale di storia culturale, in cui la storia politica è rivalutata e valorizzata. Il Risorgimento è riletto come un tema di storia transnazionale, secondo le tendenze più feconde della storiografia. Muovendo dal contesto europeo del primo Ottocento (tra Parigi e Londra), si indaga come in Italia – soprattutto nello scenario spettacolare del 1848, Milano in primo luogo – le pratiche quotidiane e la politicizzazione concorsero a drammatizzare le manifestazioni corali, alimentando passioni e sentimenti di compartecipazione. Nel coniugare diversi linguaggi (orale, scritto, iconografico) si prende in esame una larga e inconsueta messe di fonti e documenti: romanzi e testi teatrali minori, storie d’Italia narrate al popolo, giornali di moda e di teatro, espressioni artistiche, materiali di propaganda. Si valorizza in modo innovativo la dimensione gestuale e comunicativa della politica, nel vivo dei costumi e delle pratiche sociali. L’approccio metodologico, il dialogo con la storiografia internazionale ed i percorsi di ricerca che favorisce, attraverso uno stile rigoroso ed accattivante allo stesso tempo, rendono il libro di Carlotta Sorba meritevole del Premio Sissco 2016.

Finalisti Premio Sissco Opera Prima 2016:

  • Simona Berhe, Notabili libici e funzionari italiani: l’amministrazione coloniale in Tripolitania (1912-1919), Rubbettino, 2015
  • Luca Falciola, Il movimento del 1977 in Italia, Roma, Carocci, 2015
  • Deborah Paci, Corsica fatal, Malta baluardo di romanità. L’irredentismo fascista nel mare nostrum (1922-1942), Le Monnier, 2015
  • Giacomo Parrinello, Fault Lines. Earthquakes and Urbanism in Modern Italy, Oxford, Berghahn 2015
  • Francesca Rolandi, Con ventiquattromila baci. L’influenza della cultura di massa italiana in Jugoslavia (1955-1965), Bononia University Press, 2015

Volume premiato:

Luca Falciola, Il movimento del 1977 in Italia, Roma, Carocci, 2015

Il volume di Luca Falciola Il movimento del 1977 in Italia analizza l’”atipicità italiana” rappresentata dal movimento del ’77 quale onda lunga del ’68, mettendo in evidenza come tale continuità costituisca il caso unico in Europa di un movimento che, rifacendosi alle radici del maggio francese, abbia poi superato la fase rivoluzionaria per approdare al riflusso. L’autore conduce la sua analisi con grande rigore, dimostrando di conoscere la bibliografia su questo argomento e, al tempo stesso, utilizzando fonti primarie inedite, perlopiù attinte dall’ingente produzione del movimento. Ne risulta un vivido affresco di un’epoca contraddittoria e travagliata, portatrice di ideali rivoluzionari e slanci creativi, ma anche caratterizzata da quell’opzione per la violenza che segnerà il passaggio a un’altra epoca, quella degli «anni di piombo». La solidità metodologica, il rigore dell’impianto storiografico, la capacità di sintesi, unite a una scrittura agile, rendono il lavoro di Luca Falciola meritevole del Premio Sissco – Opera prima 2016.

Finalisti Premio Anci-Storia 2016:

  • Franco Barbagallo, Napoli, Belle époque (1885 -1915), Laterza, 2015
  • Maurizio Carbognin, Il comune rimosso, Cierre Edizioni, 2015
  • Stefano Mangullo, Dal fascio allo scudo crociato. Cassa per il Mezzogiorno, politica e lotte sociali nell’Agro Pontino (19444 – 1961), Franco Angeli, 2015
  • Giacomo Parrinello, Fault Lines. Earthquakes and Urbanism in Modern Italy, Oxford, Berghahn 2015
  • Alfio Signorelli, Catania borghese nell’età del Risorgimento. A teatro, al circolo, alle urne, Franco Angeli, 2015
  • Ilaria Suffia, Oltre la grande dimensione. La “altre” imprese di Sesto San Giovanni nel XX secolo, Franco Angeli, 2015

Volume premiato:

Giacomo Parrinello, Fault Lines. Earthquakes and Urbanism in Modern Italy, Oxford, Berghahn 2015

In questo libro Parrinello unisce due piste di ricerca, indaga sui due principali eventi sismici siciliani del XX secolo, il terremoto/maremoto di Messina del 1908 e il terremoto del Belice del 1968, certamente tra i più distruttivi e carichi di conseguenze tra quelli registrati nella recente storia d’Italia. Il risultato è uno studio originale e innovativo sul piano metodologico e della acquisizione di fonti. L’efficace e affascinante impianto narrativo del libro apre con la messa a fuoco dei due eventi sismici presi in considerazione ognuno in una sezione del libro e offre un quadro drammatico del loro svolgimento e delle immediate conseguenze sulla società e sul territorio. I capitoli seguenti offrono un quadro di più lunga durata, il prima e il dopo, nel tentativo ben riuscito di individuare linee di frattura e di continuità nella costruzione di un ambito urbano e urbano – rurale. Lo studio del caso messinese prende avvio dall’ultimo ventennio del XIX secolo quando anche in Italia, come nel resto d’Europa e negli Stati Uniti, si affermano politiche di risanamento e di ingegneria urbanistico-territoriale guidate da una tecnocrazia in grado di dialogare fittamente con le classi dirigenti dell’epoca. Si tratta dell’affermazione di quella che Martin Melosi – professore alla University of Houston, uno dei fondatori della urban environmental history – ha definito la «città sanitaria». Il libro di Parrinello segue, quindi, la strada indicata da Melosi (e da Tarr) e, in Italia, dagli studi pioneristici di Augusto Placanica (sui terremoti) e di Giuseppe Barone (sulla ricostruzione di Messina) e da una più recente storiografia rappresentata da Simone Neri Serneri, Guido Zucconi e Salvatore Adorno. L’autore utilizza l’analisi delle politiche urbanistiche a Messina nell’Ottocento per approfondire le dinamiche del disastro e inserirle nel contesto territoriale. Lo studio termina con l’analisi delle politiche di risanamento e di ricostruzione, focalizzata sui contrasti fra i pianificatori e quella porzione di società messinese che si opponeva alla pianificazione. Nella parte relativa al terremoto del 1968 nella Valle del Belice l’analisi dell’evento viene retrodatata agli anni ’30 in modo da poter dare conto delle politiche sociali, urbanistiche e territoriali che avevano guidato lo sviluppo di quel territorio. Anche in questo caso, l’autore non manca di cogliere la quesitone dei conflitti per le risorse naturali, in modo particolare i terreni agricoli e il reticolo delle acque. L’analisi termina nel 1993, in quanto Parrinello si spinge a studiarei cambiamenti territoriali indotti dalle politiche di ricostruzione: al centro di questo capitolo (il sesto) vi sono le vicende della costruzione delle «new towns» che causarono una vera e propria dispersione dell’identità sociale e culturale (in senso ampio) del territorio interessato dal terremoto. Il libro di Parrinello si inserisce in un’ampia letteratura internazionale – prevalentemente statunitense e nord-europea – di cui riprende le analisi e le adatta al contesto italiano con un lavoro di ricerca molto rigoroso. In questo senso, il volume è uno studio che ricalca i paradigmi “tradizionali” e ormai saldamente affermati della storiografia storico-ambientale. Allo stesso tempo il lavoro di

Parrinello è innovativo proprio perché l’autore riesce a tenere insieme i nessi con i piani di analisi più ampi e, non di rado, con le dinamiche sociali, culturali e politiche, superando un limite costituito dall’iper specialismo presente nella letteratura storico-ambientale. Ultimo, ma non meno importante, pregio del libro di Parrinello è richiamare l’attenzione degli studiosi, e speriamo della pubblica opinione, sulla storia del Mezzogiono italiano, in un momento caratterizzato da scarsa attenzione, e in particolare su aspetti come la fragilità degli assetti territoriali, riscoperti allo scoccare di ogni tragico evento, ma poi subito archiviati. Lo fa aggiornando gli strumenti e le modalità di indagine in dialogo con la letteratura scientifica internazionale anche grazie al concorso nella pubblicazione della Società europea di storia dell’ambiente (ESEH, di cui l’autore è rappresentante per l’Italia), e dal Rachel Carson di Monaco di Baviera.

L’assemblea è chiusa alle ore 20,00.

Bilancio e quote della Società 2015 (Salvatore Botta)

Scarica il bilancio consuntivo 2015

Dati sulla presenza online della Sissco (Federico Mazzini)

Tra settembre 2015 e settembre 2016 il sito è stato utilizzato da 107.713 utenti singoli e ha avuto 146.253 sessioni (quest’ultimo numero tiene in conto di utenti che tornano sul sito più volte), quasi tutte provenienti dall’Italia (il secondo paese, molto distaccato, è la Francia). La media è dunque di 295 visitatori singoli ogni giorno.

Delle 146.000 visite 67.000 sono state effettuate da dispositivi mobili, un dato che conferma l’opportunità della scelta di rinnovare il sito e di adottare una visualizzazione dinamica.

L’81% di queste visite proviene da motori di ricerca, indice di un buon posizionamento nei risultati Google. Il 12% proviene dalla digitazione diretta dell’indirizzo del sito. Comprensibilmente solo l’1,1% delle visite proviene da social network, dato che per ora la Società non ha su di essi una presenza ufficiale. C’è spazio di crescita in questo settore.

Il sito ha attualmente 441 iscritti, su un totale di 712 soci. La mailing list ha 655 iscritti. Il calendario ha ospitato dalla sua fondazione 630 eventi.

Nel complesso i numeri del sito, del tutto comparabili a quelli del 2014-15, sono soddisfacenti. E’ lecito aspettarsi che che la ripresa della pubblicazione delle recensioni da Mestiere di Storico, imminente, ci dia maggiore visibilità in Google e perciò maggiori visite nel prossimo anno.