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Calendario di storia contemporanea

 

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    Grid – Dipartimento Studi Storici – Università di Torino

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    Il 1956. Un bilancio storico e storiografico

    Palazzo D’Azeglio via Principe Amedeo 34, Torino, Italia

    A distanza di sessant’anni, una riflessione critica sull’anno 1956, appare opportuna. Il Convegno proposto dal GRID, in continuità con il suo I Convegno (2015), sempre in collaborazione con la rivista HISTORIA MAGISTRA, vuole in particolare approfondire il significato in chiave storica dei tanti eventi clamorosi, spesso traumatici, che hanno costellato quell’anno rendendolo di straordinaria, drammatica importanza nella storia del “secolo breve”: dalla rivolta di Polonia a quella, la più tragica, d’Ungheria, dalle “rivelazioni” contenute nel famoso Rapporto segreto di Nikita Kruscev in margine ai lavori del XX Congresso del PCUS, alla crisi del Canale di Suez. Una concomitanza di eventi che si incrociano, si sovrappongono o procedono in parallelo senza, apparentemente, interferire gli uni con gli altri, ma in qualche modo interagendo in profondità.
    Il Convegno, oltre che operare una ricostruzione dei fatti, vuole concentrarsi sulla loro interpretazione, tra discussione storiografica e dibattito politico, interrogandosi anche sugli effetti e le conseguenze di lungo periodo, ossia, ben oltre quella temperie storica, dentro e fuori i partiti politici, la Chiesa cattolica, l’associazionismo, il mondo politico e intellettuale, in Italia, in Europa e negli Stati Uniti.
    Quelli che contiamo di fare nel Convegno, naturalmente, sono nulla più che sondaggi, che possano servire, come in ogni nostra iniziativa di studio e di discussione, a riflettere su momenti cruciali della storia, nodi che, per quanto già studiati e dibattuti, offrono, in ragione della loro complessità, elementi di approfondimento fattuale, di interpretazione storica e, tuttora, di vivace, talora aspro contrasto politico. In sintesi, inviti a nuove ricerche che, al di là delle difformità delle interpretazioni, degli approcci culturali, e persino, come è forse inevitabile, degli “usi” politici, aiutino a rispondere a un quesito di fondo: il 1956, fu davvero “l’anno spartiacque?”.