Cerca

Premi Sissco 2014

Vincitrici: Anna Bravo, per "La conta dei salvati. Dalla grande Guerra al Tibet: storie di sangue risparmiato" e Domenica La Banca per "Welfare in transizione. L’esperienza dell’ONMI (1943-1950)"

In occasione del Convegno Annuale Sissco “Le guerre in un mondo globale”, che si è tenuto a Perugia tra il 18 e il 20 settembre 2014, sono stati assegnati i premi annuali della Società per i libri di storia contemporanea pubblicati nel 2013.

Premio Sissco Senior

Il premio Sissco Senior è stato assegnato ad Anna Bravo, per il suo volume La conta dei salvati. Dalla grande Guerra al Tibet: storie di sangue risparmiato (Laterza)

Il direttivo Sissco ha ritenuto, all’unanimità, di assegnare il premio Senior al volume di Anna Bravo, La conta dei salvati. Dalla grande Guerra al Tibet: storie di sangue risparmiato (Laterza), per una serie di ragioni. Prima di tutto, per l’originalità del taglio. La storiografia infatti, fin dalle origini greche, si è preoccupata soprattutto delle guerre e di coloro che, a diversi livelli, le hanno combattute. L’autrice racconta invece storie di donne e uomini del Novecento che le guerre hanno cercato di evitarle o che, trovativisi nel mezzo, hanno cercato di depotenziare l’alternativa tra amico e nemico. Non si tratta tuttavia di una storia del pacifismo, anche se il pacifismo vi gioca una parte rilevante. Chi sono queste donne e queste uomini di cui racconta Anna Bravo? Possono essere figure di rilievo internazionale, come Ghandi o il Dalai Lama, oppure anonime donne e uomini coinvolti nelle guerre come parte offesa, ma capaci di esercitare un ruolo attivo. La seconda ragione per cui il libro è stato premiato sta nel suo approccio pienamente transnazionale e di storia mondiale, che mostra come la storiografia ialina in questo ambito non sia affatto in ritardo rispetto alle suggestioni anglosassoni. La terza ragione è l’approccio metodologico: principalmente narrativo, ma attento a incrociare la gender history, la storia sociale e i contributi dell’antropologia.

Oltre a premiare il volume di Anna Bravo, il Direttivo Sissco intende anche indicare altri quattro lavori rilevanti usciti nel 2013.

Una menzione speciale va al libro di Marco Armiero, Le montagne della patria (Einaudi) che non si è potuto tenere in considerazione perché uscito in edizione originale inglese nel 2011, di cui quella italiana è una traduzione.

Gli altri volumi che meritano una menzione sono (in ordine alfabetico)

  • Guido Abbattista Umanità in mostra. Esposizioni etniche e invenzioni esotiche in Italia (1880-1940), Edizioni dell’Università di Trieste
  • Antonella Meniconi, Storia della magistratura italiana (Il Mulino)
  • Paul Ginsborg, Famiglia Novecento (Einaudi)

Premio Sissco Opera Prima

Il direttivo Sissco ha valutato accuratamente il panorama dei molti lavori “Opera prima” (anno 2013) ed ha individuato una rosa dei cinque volumi che meritano menzione. In ordine alfabetico:

  • Manfredi Alberti, La “scoperta” dei disoccupati. Alle origini dell’indagine statistica sulla disoccupazione nell’Italia liberale (1893-1915), Firenze, Firenze University Press.
  • Elisabetta Bini, La potente benzina italiana. Guerra Fredda e consumi di massa tra Italia, Stati Uniti e Terzo Mondo (1945-1973), Roma-Carocci.
  • Domenica La Banca, Welfare in transizione. L’esperienza dell’ONMI (1943-1950), Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane.
  • Federico Mazzini, “Cose de laltro mondo”. Una cultura di guerra attraverso la scrittura popolare trentina, Pisa, ETS.
  • Massimiliano Signifredi, Giovanni Paolo II e la fine del comunismo. La transizione in Polonia. Milano, Guerini e associati.

Una menzione speciale viene assegnata al bel libro di Alessandro Cifariello, L’ombra del Kahal. Immaginario antisemita nella Russia dell’800, opera prima di uno slavista che ha affrontato con competenza e forte sensibilità storiografica l’analisi e mito dell’antisemitismo russo.

A conclusione dei lavori il Direttivo ha ritenuto, all’unanimità, di assegnare il premio “Opera Prima” al volume di Domenica La Banca, Welfare in transizione. L’esperienza dell’ONMI (1943-1950), che non è soltanto un meticoloso lavoro di ricerca su uno degli enti più interessanti tra quelli nati in epoca fascista, ma un contributo fondamentale alla comprensione delle difficoltà, delle ambiguità, delle contraddizioni che hanno segnato la nascita e lo sviluppo del welfare state italiano.

L’assenza di un corpo unitario di documenti dell’ONMI, dovuta al mancato ritrovamento dell’Archivio dell’ente, ha reso assai complessa la ricostruzione delle diverse fasi della sua storia sul piano nazionale. A Nica La Banca va il merito non solo di essersi mossa abilmente nel difficile compito di ricomporre una documentazione frammentata servendosi di fondi pubblici e privati, ma di trattare un periodo spesso poco indagato dalla storiografia su questi temi: quello tra la fine della II guerra mondiale e le prime incerte fasi della Repubblica.

Ne esce un quadro assai ricco: dalle eredità liberali e fasciste, alla difficile ricollocazione dell’ente nella dialettica continuità-discontinuità tra regime e democrazia, al ruolo degli organismi internazionali e all’importazione di modelli anglosassoni, al protagonismo delle donne nella costruzione del nuovo stato sociale e nelle nuove professioni (il social work in particolare), al difficile passaggio dall’assistenza fondata sulla carità a quella fondata sui diritti di cittadinanza.

La parola chiave del volume è “transizione”, una parola che L’Autrice riempie di significati e periodizza in quattro diverse fasi. Lo stile agile della scrittura ci conduce senza fatica nei complessi intrecci istituzionali e politici di una storia in cui si muovono uomini e donne, protagonisti di un’utopia: l’affermazione di uno stato sociale moderno, lontano dalle vischiosità del fascismo.

Un libro importante dunque, che apre a ulteriori indagini su un periodo fondante del nostro welfare state mai pienamente realizzato.