Premio Sissco Senior
Carmine Pinto, La guerra per il Mezzogiorno. Italiani, borbonici e briganti, 1860-1870, Laterza, 2019
Il volume è articolato in nove capitoli e un epilogo, i primi cinque di carattere cronologico e gli altri di carattere tematico, trasversali rispetto ai contenuti dell’opera. Filo rosso dell’architettura narrativa, vero refrain martellante nel percorso disegnato dall’autore, è il sostantivo guerra. La guerra è infatti la protagonista di questo lavoro, declinata in tutte le sue forme, attraverso i luoghi e gli attori che la praticano per conseguire i rispettivi obiettivi: guerra di tutti contro tutti, nella quale conflitti antichi si intrecciarono ai nuovi obiettivi messi in campo dalla rivoluzione di coloro che l’autore definisce «gli unitari», e da coloro che a questa rivoluzione opposero una contro-rivoluzione, i legittimisti o borbonici. Ma anche la guerra dei briganti, che tuttavia, nella persuasiva e documentata ricostruzione offerta dal volume, non può considerarsi una controrivoluzione.
Riuscendo a restituire la voce a ogni parte in causa – gli italiani, i borbonici e i briganti del sottotitolo – l’autore ne ripercorre strategie di combattimento e narrazioni (eroiche, mobilizzatrici, delegittimanti l’avversario) che si scontrarono e si sovrapposero nei documenti istituzionali, nella pamphlettistica, nella propaganda verbale e visiva, nelle messe in scena destinate a mettere in crisi il nemico e a conquistare consenso alla propria lotta.
Utilizzati con maestria, i numerosissimi fondi archivistici consultati testimoniano la dimensione locale e globale al contempo di una vicenda collettiva che viene ricostruita grazie a un ventaglio di fonti istituzionali, di carteggi, di letteratura grigia, di memorialistica – anche quella in apparenza “minore” – sottoposte a una stringente e lucida tesi interpretativa e a una convincente periodizzazione: dal patto nazionale dell’estate 1860 (quello che chiude definitivamente lo spazio per i difensori dell’autonomia dell’antico regno napoletano), attraverso la crisi del 1862 e la svolta del 1864, anno nel quale gli unitari si avvicinano al traguardo della stabilizzazione, sino all’estate del 1866 e alla crisi di Palermo, durante la quale Francesco II e i borbonici capirono che la partita era chiusa.
Motivazione:
Per la riuscita sistematizzazione di una materia ancora controversa grazie a una forte capacità interpretativa fondata su una ricca messe di fonti primarie, che fa approdare la storiografia sul Mezzogiorno nel decennio 1860-1870 a un saldo ancoraggio le cui acquisizioni saranno durature;
per la capacità di scomporre e descrivere i vari fronti attivi nel campo delle rivoluzioni e delle controrivoluzioni nel Mezzogiorno pre e post-unitario, attribuendo una meditata e documentata analisi a ognuno di essi e restituendo voce a ogni parte in causa, con attenzione anche per le motivazioni dinamiche e antropologiche del conflitto;
per la persuasiva periodizzazione e la solidità della base documentaria, frutto di anni di innovative ricerche individuali affiancate dal contributo della filiera di giovani studiosi che nell’autore hanno trovato una guida e l’incoraggiamento per affrontare sfidanti piste d’indagine;
per l’impegno di militanza sul territorio nazionale che il volume ha reso possibile dalla sua pubblicazione a oggi anche attraverso le numerose presentazioni e occasioni di dibattito da esso suscitate, con il risultato di contrastare la vulgata controrisorgimentista e di restituire la giusta dimensione alle variabili e agli attori in campo,
il Premio Sissco edizione 2020 viene conferito a Carmine Pinto per il volume La guerra per il Mezzogiorno. Italiani, borbonici e briganti, 1860-1870, Laterza, 2019.
Premio Sissco Opera Prima
Anna Ferrando, Cacciatori di libri. Gli agenti letterari durante il fascismo, FrancoAngeli, Milano 2019
Il volume ricostruisce la storia e il lavoro dell’Agenzia Letteraria Internazionale, fondata da Augusto Foà che la gestì a lungo assieme al figlio Luciano, noto per essere stato in seguito tra i fondatori della casa editrice Adelphi (1962). L’Agenzia Letteraria Internazionale, a partire dalla sua nascita nel 1898, promosse libri e autori stranieri presso gli editori italiani e consentì la traduzione e la pubblicazione in Italia di molte opere di autori europei e nordamericani.
Il focus del libro è il periodo fascista, in cui gli autori stranieri tradotti furono numerosi. Anni in cui, a dispetto di una retorica nazionalista molto forte, la cultura italiana fu permeabile alle sollecitazioni internazionali. Almeno fino all’adozione da parte del regime di un controllo più stretto sull’industria culturale, nella seconda parte degli anni Trenta, sebbene l’apparato censorio del regime rimase imperfetto anche allora.
La ricostruzione dell’autrice permette di cogliere le difficoltà del sistema della censura fascista e i margini d’azione che l’industria culturale italiana, pur tra molte difficoltà, conservava, come mostra la pubblicazione, ancora sul finire degli anni Trenta, di alcune opere non allineate all’ideologia del regime.
Nel panorama degli studi sulla cultura italiana negli anni del fascismo il libro di Anna Ferrando s’inserisce con originalità, ricostruendo un tassello sinora trascurato, quello degli agenti letterari. Lo fa attraverso uno scavo archivistico rigoroso e una buona capacità analitica. È un lavoro che risulta interessante sia per gli studi sulla censura fascista e più in generale sul ventennio fascista, sia per gli studi sull’industria culturale italiana del primo Novecento e sulle sue connessioni con autori, editori e agenzie letterarie di altri paesi.
Motivazione:
- per aver messo a fuoco il tema del delicato rapporto tra editoria e fascismo attraverso un angolo visuale inedito, quello dell’agenzia letteraria e delle opere straniere tradotte in Italia, dando un contributo originale agli studi sul periodo fascista;
- per aver condotto una rigorosa ricerca archivistica su una storia sinora poco conosciuta, quella dell’Agenzia Letteraria Internazionale e dei libri che, con il suo lavoro, l’Agenzia permise di far conoscere al pubblico italiano;
- per aver compiuto una sintesi efficace e stilisticamente pregevole su un tema vasto e potenzialmente dispersivo.
Il Premio Sissco Opera Prima edizione 2020 viene conferito ad Anna Ferrando per il volume Cacciatori di libri. Gli agenti letterari durante il fascismo, FrancoAngeli, Milano 2019