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Premi Sissco 2021

Vincitore e vincitrice: Renato Moro per "Il mito dell’Italia cattolica. Nazione, religione e cattolicesimo negli anni del fascismo" e Laura Ciglioni per "Culture atomiche, Gli Stati Uniti, la Francia e l'Italia di fronte alla questione nucleare (1962-68)"

Premio Sissco

Premio Sissco Senior

Stefano Cavazza, in qualità di membro del Direttivo, annuncia la terna di volumi presi in considerazione per il premio:

• Paolo Borruso, Debre Libanos 1937. Il più grave crimine di guerra dell’Italia, Laterza, 2020;

• Vinzia Fiorino, Il genere della cittadinanza. Diritti civili e politici delle donne in Francia (1789-1915), Viella, 2020;

• Renato Moro, Il mito dell’Italia cattolica. Nazione, religione e cattolicesimo negli anni del fascismo, Studium, 2020.

Annuncia, quindi, all’assemblea il nome dell’autore e il titolo del libro risultato vincitore del premio Sissco Senior 2020 e legge la motivazione.

Volume premiato: Renato Moro, Il mito dell’Italia cattolica. Nazione, religione e cattolicesimo negli anni del fascismo, Studium, 2020.

Il volume di Renato Moro, articolato in 14 capitoli, affronta un tema di grande rilievo storiografico mettendo al centro della sua analisi il rapporto tra cattolici e nazione durante il regime inserito all’interno del più generale rapporto tra cattolici e nazione nella storia d’Italia. Dopo aver discusso in apertura lo stato dell’arte, mettendo in luce in luce il persistere di interpretazioni divergenti sul rapporto tra fascismo e cattolicesimo, l’A. ricostruisce con grande acribia filologica i differenti modi con cui il mondo cattolico percepì il fascismo e i differenti orientamenti interni al fascismo nei confronti della religione. La relazione tra fascismo e cattolicesimo viene così ad inserirsi nel processo di rielaborazione dell’idea di nazione da parte del mondo cattolico e del suo inserimento nello stato. Dopo aver ricordato come il fascismo avesse abbandonato le sue iniziali posizioni anticlericali per assumere un atteggiamento di apertura verso la religione e il cattolicesimo, l’A. dimostra come il riconoscimento di queste aperture non fosse esente da timori sia per il loro carattere strumentale sia per alcuni aspetti dell’ideologia fascista in via di definizione. Se da un lato il cattolicesimo politico vide con chiarezza il pericolo che il fascismo rappresentava e la sua alterità rispetto ai valori cattolici, una parte del mondo cattolico, pur preoccupato per la strumentalità di alcune aperture verso la religione, vide nella rivalutazione della religione realizzata nella scuola il superamento della statolatria liberale. L’A. mette però in luce come la stessa discussione attorno al concordato rivelasse differenze significative nell’interpretazione dell’evento rispetto al primato dello stato o della religione, differenze che furono temporaneamente superate dal riconoscimento dell’unificazione della nazione cattolica che si sarebbe realizzata attraverso il concordato. Fu questo – mostra con chiarezza l’A. – il terreno di incontro tra fascismo e cattolicesimo, che consentì di superare conflitti come quello sull’azione cattolica. A fronte delle minacce che si manifestavano in Europa verso il cristianesimo: l’ateismo bolscevico e il neopaganesimo nazionalsocialista, il fascismo appariva un difensore del cattolicesimo. L’A. ricostruisce con efficacia come questo positivo rapporto sia rafforzato fino a raggiungere il culmine con l’impresa etiopica per poi cominciare a indebolirsi in correlazione al rafforzamento dei legami politici con la Germania. Con l’ingresso in guerra e l’avvio del progetto totalitario del regime, l’A. dimostra come il rapporto tra cattolicesimo e fascismo si incrinasse e come il tema della nazione cattolica potesse poi diventare un ponte verso il superamento dell’esperienza del ventennio da parte del mondo cattolico.
Motivazione: per l’ampia disamina di fonti condotta con acribia filologica che gli ha consentito di ricostruire con ricchezza di sfumature le differenti posizioni all’interno del mondo cattolico e di quello fascista offrendo una rappresentazione articolata del dibattito del periodo; per aver saputo inserire la sua ricostruzione all’interno della storia nazionale e del rapporto tra stato e cattolici; per aver saputo ben collocare l’evoluzione del rapporto tra fascismo e cattolicesimo nella dimensione internazionale mettendo in luce il ruolo che la situazione internazionale ebbe nell’influenzare le posizioni dei cattolici verso il fascismo; per aver offerto una nuova interpretazione del rapporto tra cattolicesimo e fascismo fondata sul concetto di nazione cattolica, interpretazione ricca di sfumature e distinzioni e al tempo stesso aver illuminato indirettamente sulle stesse modalità di costruzione dell’identità nazionale offrendo in tal modo una significativa innovazione allo stato dell’arte; il Premio Sissco edizione 2021 viene conferito a Renato Moro, Il mito dell’Italia cattolica. Nazione, religione e cattolicesimo negli anni del fascismo, Roma, Studium 2020.

Premio Sissco Opera Prima

Pinella Di Gregorio, nelle vesti di membro del Direttivo, comunica all’assemblea la terna di autori presi in considerazione per l’assegnazione del premio:

• Nicola Bassoni, Haushofer e l’asse Roma-Berlino. La geopolitica tedesca nella politica culturale nazi-fascista, Viella, 2020;

• Laura Ciglioni, Culture atomiche, Gli Stati Uniti, la Francia e l’Italia di fronte alla questione nucleare (1962-68), Carocci, 2020;

• Cora Ranci, Ustica. Una ricostruzione storica, Laterza, 2020.

Quindi annuncia all’assemblea il nome della vincitrice e legge la motivazione della scelta.

Volume premiato: Laura Ciglioni, Culture atomiche, Gli Stati Uniti, la Francia e l’Italia di fronte alla questione nucleare (1962-68), Carocci, 2020.

Nel volume Laura Ciglioni ha ricostruito il dibattito pubblico degli anni Sessanta sulla questione nucleare in tre paesi occidentali, Stati Uniti, Francia e Italia, che occupavano posizioni internazionali assai diverse tra loro. Un’analisi comparata che oltrepassa gli ambiti propri della ‘cultura alta’ per passare in rassegna settimanali popolari, programmi televisivi, film, romanzi di fantascienza e fumetti e riviste d’arte, senza dimenticare i sondaggi di opinione. Il libro mette in luce le profonde differenze e, al tempo stesso, le inaspettate consonanze nelle “culture atomiche” nazionali in un momento in cui l’incubo di una guerra atomica era già da tempo entrato nella discussione pubblica nel contesto bipolare della Guerra Fredda. Negli Stati Uniti l’opinione pubblica americana aveva ampiamente familiarizzato con il tema per cui il dibattito degli anni Sessanta in gran parte rilanciava modelli definiti da tempo, in cui il nucleare rappresentava la nuova frontiera dello spirito americano e, seppure l’ottimismo iniziasse ad essere incrinato dalle critiche dei movimenti pacifisti, la fiducia dell’opinione pubblica nello sviluppo dell’energia nucleare rimase piuttosto forte. In Francia la scelta nucleare fu in grado di compensare la perdita del ruolo di potenza coloniale per scongiurare l’uscita dal novero delle «grandi potenze». In tal modo attorno alla costruzione di un arsenale atomico e allo sviluppo del nucleare per obiettivi civili si coagularono le ambizioni politiche di un intero paese. Infine, agli inizi degli anni Sessanta gli italiani sembravano ancora poco interessati sulle problematiche del nucleare. La percezione di essere una potenza di secondo ordine si legava alla diffusa percezione negativa dell’energia nucleare, alimentata dal clamore del “caso Ippolito” e dalle paure della superbomba sovietica.
Motivazione: per aver condotto una innovativa ricerca di storia comparata sulla rivoluzione dell’atomo, nel secondo dopoguerra, analizzata attraverso le ripercussioni sulla formazione delle mentalità collettiva e sulle politiche estere di tre Stati della comunità atlantica; per l’accurato lavoro di ricognizione su fonti d’archivio variegate (archivi di stato, fonti a stampa) ed anche su un cospicuo repertorio di materiale visivo (film, mostre, fumetti). Fonti non giustapposte tra loro ma integrate dall’approccio metodologico comparato; per avere portato a termine una ricerca complessa su tre differenti paesi mantenendo l’articolazione comparatista senza scadere nell’interpretazione meccanicistica dei processi storici. Il Premio Sissco Opera Prima edizione 2021 viene conferito a Laura Ciglioni per il volume Culture atomiche, Gli Stati Uniti, la Francia e l’Italia di fronte alla questione nucleare (1962-68), Carocci, 2020.