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Premio ANCI-Storia 2016

Vincitore: Giacomo Parrinello per "Fault Lines. Earthquakes and Urbanism in Modern Italy, Oxford, Berghahn 2015"

 

Giacomo Parrinello, Fault Lines. Earthquakes and Urbanism in Modern Italy, Oxford, Berghahn 2015.

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In questo libro Parrinello unisce due piste di ricerca, indaga sui due principali eventi sismici siciliani del XX secolo, il terremoto/maremoto di Messina del 1908 e il terremoto del Belice del 1968, certamente tra i più distruttivi e carichi di conseguenze tra quelli registrati nella recente storia d’Italia. Il risultato è uno studio originale e innovativo sul piano metodologico e della acquisizione di fonti.
L’efficace e affascinante impianto narrativo del libro apre con la messa a fuoco dei due eventi sismici presi in considerazione ognuno in una sezione del libro e offre un quadro drammatico del loro svolgimento e delle immediate conseguenze sulla società e sul territorio. I capitoli seguenti offrono un quadro di più lunga durata, il prima e il dopo, nel tentativo ben riuscito di individuare linee di frattura e di continuità nella costruzione di un ambito urbano e urbano – rurale.
Lo studio del caso messinese prende avvio dall’ultimo ventennio del XIX secolo quando anche in Italia, come nel resto d’Europa e negli Stati Uniti, si affermano politiche di risanamento e di ingegneria urbanistico-territoriale guidate da una tecnocrazia in grado di dialogare fittamente con le classi dirigenti dell’epoca. Si tratta dell’affermazione di quella che Martin Melosi – professore alla University of Houston, uno dei fondatori della urban environmental history – ha definito la «città sanitaria». Il libro di Parrinello segue, quindi, la strada indicata da Melosi (e da Tarr) e, in Italia, dagli studi pioneristici di Augusto Placanica (sui terremoti) e di Giuseppe Barone (sulla ricostruzione di Messina) e da una più recente storiografia rappresentata da Simone Neri Serneri, Guido Zucconi e Salvatore Adorno. L’autore utilizza l’analisi delle politiche urbanistiche a Messina nell’Ottocento per approfondire le dinamiche del disastro e inserirle nel contesto territoriale. Lo studio termina con l’analisi delle politiche di risanamento e di ricostruzione, focalizzata sui contrasti fra i pianificatori e quella porzione di società messinese che si opponeva alla pianificazione.
Nella parte relativa al terremoto del 1968 nella Valle del Belice l’analisi dell’evento viene retrodatata agli anni ’30 in modo da poter dare conto delle politiche sociali, urbanistiche e territoriali che avevano guidato lo sviluppo di quel territorio. Anche in questo caso, l’autore non manca di cogliere la quesitone dei conflitti per le risorse naturali, in modo particolare i terreni agricoli e il reticolo delle acque. L’analisi termina nel 1993, in quanto Parrinello si spinge a studiarei cambiamenti territoriali indotti dalle politiche di ricostruzione: al centro di questo capitolo (il sesto) vi sono le vicende della costruzione delle «new towns» che causarono una vera e propria dispersione dell’identità sociale e culturale (in senso ampio) del territorio interessato dal terremoto.
Il libro di Parrinello si inserisce in un’ampia letteratura internazionale – prevalentemente statunitense e nord-europea – di cui riprende le analisi e le adatta al contesto italiano con un lavoro di ricerca molto rigoroso. In questo senso, il volume è uno studio che ricalca i paradigmi “tradizionali” e ormai saldamente affermati della storiografia storico-ambientale.
Allo stesso tempo il lavoro di Parrinello è innovativo proprio perché l’autore riesce a tenere insieme i nessi con i piani di analisi più ampi e, non di rado, con le dinamiche sociali, culturali e politiche, superando un limite costituito dall’iper specialismo presente nella letteratura storico-ambientale.
Ultimo, ma non meno importante, pregio del libro di Parrinello è richiamare l’attenzione degli studiosi, e speriamo della pubblica opinione, sulla storia del Mezzogiono italiano, in un momento caratterizzato da scarsa attenzione, e in particolare su aspetti come la fragilità degli assetti territoriali, riscoperti allo scoccare di ogni tragico evento, ma poi subito archiviati. Lo fa aggiornando gli strumenti e le modalità di indagine in dialogo con la letteratura scinetifica internazionale anche grazie al concorso nella pubblicazione della Società europea di storia dell’ambiente (ESEH, di cui l’autore è rappresentante per l’Italia), e dal Rachel Carson di Monaco di Baviera.

Finalisti Premio Anci-Storia 2016:

  • Franco Barbagallo, Napoli, Belle époque (1885 -1915), Laterza, 2015
  • Maurizio Carbognin, Il comune rimosso, Cierre Edizioni, 2015
  • Stefano Mangullo, Dal fascio allo scudo crociato. Cassa per il Mezzogiorno, politica e lotte sociali nell’Agro Pontino (19444 – 1961), Franco Angeli, 2015
  • Giacomo Parrinello, Fault Lines. Earthquakes and Urbanism in Modern Italy, Oxford, Berghahn 2015
  • Alfio Signorelli, Catania borghese nell’età del Risorgimento. A teatro, al circolo, alle urne, Franco Angeli, 2015
  • Ilaria Suffia, Oltre la grande dimensione. La “altre” imprese di Sesto San Giovanni nel XX secolo, Franco Angeli, 2015