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Salvemini

Modello A
Unità di ricerca
Modello B Salvemini
Schede di valutazione

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
DIPARTIMENTO PER L’UNIVERSITÀ, L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA E PER LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE
RICHIESTA DI COFINANZIAMENTO (DM n. 30 del 12 febbraio 2004)
PROGRAMMA DI RICERCA – MODELLO A
Anno 2004 – prot. 2004119132

PARTE I

1.1 Programma di Ricerca di tipo
Interuniversitario

Area scientifico disciplinare Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche (100%) 
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1.2 Titolo del Programma di Ricerca

Decifrare l’insediamento: costruzione, classificazione e rappresentazione dei centri abitati nel Mezzogiorno continentale e insulare (secoli XV-XX)
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1.3 Abstract del Programma di Ricerca

Il progetto vuole riconsiderare l’immagine storiografica che presenta l’insediamento meridionale come una delle “permanenze” del Mezzogiorno e, al tempo stesso, come uno degli elementi che fondano la sua arretratezza. Poggiandosi su una storiografia che ha messo in discussione questa immagine con studi puntuali, il progetto ricostruirà, a diverse scale di analisi, forme, funzioni, conflitti, rappresentazioni e trasformazioni che investono la rete di centri abitati del Mezzogiorno sul lungo periodo, nel quadro del più generale ripensamento dello spazio umanizzato nelle scienze sociali e nella storiografia internazionale recente. Oltre a monografie, si produrrà un atlante storico informatico in G.I.S. dell’insediamento del Mezzogiorno e della Sicilia consultabile in rete.
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1.4 Durata del Programma di Ricerca    24 Mesi  
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1.5 Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma di Ricerca

M-STO/02 – Storia moderna 
M-STO/04 – Storia contemporanea 
SECS-P/12 – Storia economica 
M-STO/01 – Storia medievale 
M-GGR/01 – Geografia 
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1.6 Parole chiave

INSEDIAMENTO ; COSTRUZIONE ; CLASSIFICAZIONE ; RAPPRESENTAZIONE ; MEZZOGIORNO ; SECOLI XV-XX
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1.7 Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca

SALVEMINI 
BIAGIO 
 
Professore Ordinario 
02/01/1947 
SLVBGI47A02F284C 
M-STO/02 – Storia moderna 
 
 
Università degli Studi di BARI 
 
 
Facoltà di LINGUE e LETTERATURE STRANIERE  
 
 
Dipartimento di SCIENZE STORICHE E SOCIALI  
 
 
080/5714298
080/5714679
b.salvemini@lettere.uniba.it
(Prefisso e telefono) 
(Numero fax) 
(Email) 

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1.8 Curriculum scientifico

Biagio Salvemini si è formato presso l’università di Bari, presso l’Istituto Luigi Einaudi di Roma, presso l’università di Cambridge (U.K.), dove è stato “research student” . Insegna Storia Moderna e coordina il Dottorato in Storia dell’Europa Moderna e Contemporanea dell’Università di Bari. Insegna Storia della Città e del Territorio al Politecnico di Bari.
E’ stato “visiting fellow” ed è attualmente “life member” del college Clare Hall di Cambridge. E’ stato “professeur invité” all’EHESS, Parigi e Marsiglia. Ha partecipato alla fondazione nel 1985 dell’Istituto Meridionale di Storia e Scienze Sociali in Roma (IMES), del cui Consiglio Direttivo è tutt’ora componente. Dal 1997 è membro del General Board della European Graduate School for Training in Economic and Social Research (ESTER), Nimega. E’ attualmente il Coordinatore scientifico centrale dell’Intensive Program (IP) “Improving intercultural academic communication between european historical practices”, che federa 18 università europee ed ha sede centrale nell’Università di Bari, finanziato per l’anno 03-04 dalla European Commission.
Ha partecipato nel 1982 alla fondazione dei “Quaderni di Storia dell’Economia Politica” e nel 1986 alla fondazione della rivista “Meridiana”, della cui redazione è tutt’ora membro; è, a partire dal 1989, componente della direzione di “Quaderni Storici”; è tra i fondatori e gli attuali redattori di “Storica”.
I suoi principali interessi di ricerca sono stati:
– la diffusione dell’economia politica inglese sul continente europeo;
– mercati e flussi mercantili nel Mezzogiorno d’Italia ed in Francia fra Sette e Ottocento;
– spazi e territori meridionali sul lungo periodo;
– le classificazioni sociali e locali nel Mezzogiorno sul lungo periodo.
Attualmente lavora ad un atlante storico del Mezzogiorno e ad un libro sulle forme dell’agire politico a Marsiglia fra la Fronda e la Rivoluzione.
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1.9 Pubblicazioni scientifiche più significative del Coordinatore del Programma di Ricerca

1.         SALVEMINI B. (2002). La storia dei luoghi In DINO BORRI A CURA DI Studi per il piano di area dell’Alta Murgia. Rapporto Finale. pp. 87-142 BARI: Politecnico di Bari (ITALY)  
2.         SALVEMINI B.; ANGELO MASSAFRA A CURA DI (1999). Storia della Puglia vol. 5 volumi ROMA-BARI: Laterza (ITALY)  
3.         SALVEMINI B.; ENRICO IACHELLO A CURA DI (1998). Per un atlante storico del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna NAPOLI: Liguori (ITALY)  
4.         SALVEMINI B. (1997). Luoghi di antico regime. La costruzione dello spazio rurale nella storiografia francese. STORICA. (vol. 9 pp. 7-62) pubblicato in realtà nel 1998.  
5.         SALVEMINI B. (1995). L’innovazione precaria. Spazi, mercati e società nel Mezzogiorno fra Sette e Ottocento pp. 209 ISBN: 88-86175-09-4 ROMA: Donzelli (ITALY)  
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1.10 Elenco delle Unità di Ricerca

Responsabile Scientifico
Qualifica
Settore Disc.
Università
Dipartimento
Mesi Uomo
1.
BENAITEAU MICHELE 
Ricercatore Universitario 
M-STO/02 
“L’Orientale” di NAPOLI 
FILOSOFIA E POLITICA 
12 
2.
BULGARELLI ALESSANDRA 
Professore Associato 
SECS-P/12 
NAPOLI “Federico II” 
TEORIA E STORIA DELL’ECONOMIA PUBBLICA 
12 
3.
DE LORENZO RENATA 
Professore Ordinario 
M-STO/04 
NAPOLI “Federico II” 
DISCIPLINE STORICHE 
12 
4.
DENITTO ANNA LUCIA 
Professore Ordinario 
M-STO/04 
LECCE 
STUDI STORICI DAL MEDIOEVO ALL’ETA’ CON… 
12 
5.
IACHELLO ENRICO 
Professore Ordinario 
M-STO/02 
CATANIA 
SCIENZE DELLA CULTURA DELL’UOMO E DEL TERRIT 
12 
6.
SALVEMINI BIAGIO 
Professore Ordinario 
M-STO/02 
BARI 
SCIENZE STORICHE E SOCIALI 
14 

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1.11 Mesi uomo complessivi dedicati al programma

 
Numero
Mesi uomo 1° anno
Mesi uomo 2° anno
Totale mesi uomo
Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca 
31 
125 
118 
243 
Personale universitario di altre Università 
Titolari di assegni di ricerca 
19 
15 
34 
Titolari di borse 
Dottorato 
20 
21 
41 
 
Post-dottorato 
10 
10 
20 
 
Scuola di Specializzazione 
 
 
 
Personale a contratto 
Assegnisti 
 
 
 
 
Borsisti 
 
 
 
 
Dottorandi 
 
 
 
 
Altre tipologie 
12 
55 
43 
98 
Personale extrauniversitario 
10 
29 
29 
58 
TOTALE 
68 
261 
240 
501 

PARTE II

2.1 Obiettivo del Programma di Ricerca

a. Un’immagine storiografica dell’insediamento meridionale
Il progetto intende fare i conti con un’immagine storiografica diffusa, secondo la quale l’insediamento meridionale sarebbe una delle “permanenze” del Mezzogiorno e, al tempo stesso, come uno degli elementi del suo eccezionalismo. La rete insediativa meridionale avrebbe caratteristiche particolari che, prima degli sconvolgimenti degli ultimi decenni, non verrebbero modificate significativamente dalle vicende demografiche e politiche. La sua configurazione verrebbe definita
– dalla crisi di metà Trecento, che seleziona i luoghi abitati di una rete fino allora fitta: dalle “Wuestungen” essa emergerebbe diradata ma consolidata nei suoi nodi;
– dal generalizzarsi, anche ad insediamenti di taglia piccola, delle “università”, ossia di apparati di autogoverno ben più deboli di quelli dei centri dell’Italia centro-settentrionale, ma capaci di marcare sotto il profilo politico-amministrativo luoghi abitati già ben disegnati sotto il profilo edificatorio.
Nel Cinquecento il quadro si andrebbe irrigidendo. Sotto l’egemonia prepotente di Napoli sul continente, di Palermo e Messina in Sicilia, la rete insediativa non presenterebbe emergenze significative né nelle aree ad insediamento frantumato, né in quelle dove prevalgono i grandi borghi rurali, incapaci di far corrispondere alla loro dimensione demografica funzioni urbane. Le circa 2000 “università” del continente e l’insieme di quelle siciliane, destinate a diventare i “comuni” dell’Italia unita, costituiscono un mondo secolare di borghi arroccati e di “agrotowns”. Immobilizzato nelle sue permanenze e “deviante” rispetto alla modellistica prevalente – quella che colloca i luoghi abitati nella tipologia dicotomica che oppone i molti villaggi rurali privi di autogoverno alle poche città mercantili-manifatturiere con autogoverno e funzioni direzionali sul territorio – l’insediamento meridionale diventa, agli occhi non solo dei viaggiatori ma anche di studiosi come Carlo Cattaneo o Albert Demangeon, “paradossale”. In forma implicita o esplicita, questa immagine circola ampiamente nella storiografia anche recente: ad esempio negli scritti di uno storico importante come Gérard Labrot.

b. L’obbiettivo generale del progetto
Studi puntuali hanno messo in discussione questa immagine sottolineando i mutamenti, le gerarchizzazioni, le riclassificazioni della rete insediativa meridionale di età moderna e contemporanea. Alcuni lavori sulla Sicilia, ad esempio, disegnano una urbanità non confinabile in due o tre centri che galleggiano su un mondo rurale bloccato: le fondazioni non lasciano immobili le gerarchie fra gli insediamenti, la catastrofe del 1693 provoca ricostruzioni non all’identico dell’edilizia distrutta, i centri collinari tendono a duplicarsi lungo la costa, i flussi penetrano dalla costa verso l’interno. La metafora della Sicilia – e di altre aree del Mezzogiorno continentale – come “terra di città”, spazio policentrico ed instabile, lancia una sfida che va raccolta sul piano dell’analisi differenziata per tempi e spazi. Il progetto vuole raccogliere questa sfida ricostruendo forme, funzioni, conflitti, rappresentazioni, trasformazioni che investono gli insediamenti del Mezzogiorno d’Italia sul lungo periodo, ed interpretandole nel quadro del più generale ripensamento dello spazio umanizzato nelle scienze sociali e nella storiografia internazionale recente.

c. L’articolazione degli obbiettivi di ricerca
La ricerca procederà su piani diversi, distinguibili a seconda della scala cronologica e spaziale prevalente.
1. A grande scala. Si cercherà di alimentare, riorganizzare e completare le banche dati avviate da vari gruppi di ricerca partecipanti al progetto, per precisare i mutamenti sui tempi lunghi e le differenziazioni regionali fortissime dei fenomeni sotto osservazione. Sarà impegnata su questo piano in particolare l’unità dell’università di Bari, ma tutte le altre saranno chiamate a collaborare.
2. A scala intermedia. Si cercherà di individuare e caratterizzare le grandi fasi della vicenda dell’insediamento meridionale sotto il profilo del gioco dei poteri e delle istituzioni che riconoscono e classificano i luoghi abitati. Si adotterà provvisoriamente la grossolana partizione cronologica qui di seguito descritta, la quale verrà verificata nella fase 1 della ricerca (cfr. punto 2.4).
– La lunga fase, fino alla metà del XVIII secolo, in cui il riconoscimento e la classificazione dei luoghi abitati è affidata all’interazione di una pluralità di istanze legittimate dagli ordinamenti: i gruppi localizzati dotati o privi di “corpo”, gli apparati della monarchia, i feudi, le istituzioni ecclesiastiche. L’insediamento si presenta di conseguenza in forme diverse a seconda dei poteri assunti a riferimento. Studieranno questo periodo soprattutto l’unità di Napoli diretta da Alessandra Bulgarelli e le unità di Catania e Bari.
– La fase fra metà Settecento e l’Unità, nella quale lo stato emerge faticosamente come unico identificatore e classificatore legittimo dei luoghi, all’interno del più generale processo di elaborazione di saperi e pratiche del territorio (confini, reti di comunicazione, gerarchie amministrative, forme di rappresentazione cartografica di tipo geometrico, “questioni di misura”): un processo che non esclude l’intervento di altri attori individuali e corporati, ma tende a cambiare le regole del gioco. Saranno impegnate su questo periodo due unità di ricerca napoletane, quelle dirette da Renata De Lorenzo e Michèle Benaiteau, con contributi delle unità di Catania e Bari.
– La fase, successiva all’Unità, del pieno dispiegarsi dell’attività classificatoria ed identificatoria dello stato nei confronti dei luoghi abitati, che, come dimostrano i primi risultati delle ricerche sui demani comunali e le reti di relazione politiche che l’unità di Lecce svilupperà nel quadro di questo progetto, non chiude affatto la vicenda complessa dell’insediamento e dei conflitti che vi si annodano.
3. A piccola scala. Tutte le unità di ricerca saranno impegnate a studiare questi processi nei luoghi, mettendone in evidenza la densità istituzionale, le risorse in gioco, i flussi di uomini e merci, gli attori impegnati, i conflitti, la produzione e riproduzione di identità, i saperi e le forme della rappresentazione.

d. Uno strumento di base per la storiografia italiana
Le conoscenze che emergeranno da queste ricerche sono destinate a circolare nelle forme consuete: convegni, saggi, libri. Esse alimenteranno al tempo stesso uno di quegli strumenti di base di cui la storiografia italiana è poverissima: un atlante storico che sarà messo a disposizione della comunità scientifica. Per la descrizione di questo strumento si rimanda al modello B dell’unità barese. Qui ci si limita a sottolineare che le sue logiche e la sua strumentazione non sono neutre; evitando le rigidità della cartografia geometrica definitasi fra metà Settecento e metà Ottocento, l’atlante sarà in grado di rappresentare fenomeni insediativi complessi e sfuggenti e di contribuire alla loro comprensione.

e. Storiografia professionale e intervento sul territorio
Questo progetto ambisce infine a dar vita ad una pratica del mestiere dello storico non chiusa nei recinti della disciplina, capace di dialogare con i saperi esperti e le politiche di gestione del territorio. La domanda di storia che emerge dalla pianificazione territoriale e la nuova legislazione regionale sulla pianificazione di area larga impongono agli storici, spesso produttori di lamenti sullo smarrirsi del loro ruolo sociale, di fornire risposte. La strutturazione dell’atlante in forme topograficamente corrette e, forse, le stesse domande che orientano questo progetto potrebbero favorire scambi di questa natura, che del resto alcuni fra noi hanno già sperimentato concretamente.
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2.2 Base di partenza scientifica nazionale o internazionale

a. Il quadro storiografico generale di riferimento
Questo progetto intende situarsi all’incrocio di alcune linee di fondo della storiografia recente sul territorio.
1. In primo luogo la storiografia che ha rimesso in discussione la concezione dello spazio umanizzato come contenitore inerte degli eventi, quadro naturale o istituzionale che può essere adoperato dallo storico per situarvi il proprio racconto secondo ragioni di opportunità espositive. L’esempio più evidente di questo atteggiamento ‘opportunista’ nei confronti degli spazi della ricerca, che contrasta con l’attenzione alle conseguenze interpretative dei tagli cronologici adottati, è la lunga serie delle grandi thèse francesi di storia regionale degli anni Cinquanta-Settanta del Novecento, i cui tagli spaziali si poggiavano sul semplice fatto che li si potesse chiamare, che tradizioni secolari o operazioni coscienti di geografi ed osservatori avessero dato loro un nome: una procedura rassicurante, che fondava immensi accumuli di materiali e conoscenze innovative, ma che spesso lasciava da parte la verifica della consistenza storiografica dei quadri spaziali adottati, i tempi ed i modi della loro costruzione, i punti di osservazione che possono renderli pregnanti o incongrui. Lo spazio veniva così assunto “du dehors”, contraddicendo vistosamente le avvertenze di un saggio citatissimo di un maestro venerato, ma evidentemente non bene ascoltato: “à chaque aspect de la vie sociale européenne, dans ses différents moments – aveva scritto Marc Bloch – il faudra, si l’on veut sortir de l’artificiel, trouver son cadre géographique propre, déterminé non du dehors mais du dedans” (M. Bloch, Pour une histoire comparée des sociétés européennes (1928), in Id., Mélanges historiques, I, Parigi 1983, p. 37).
Il progetto fa propria l’attenzione di una parte della storiografia recente (cfr. qualche riferimento bibliografico nel punto 2.2°), da un lato, al carattere di costruzione mai terminata dello spazio umano, al suo carattere di “palinsesto” (Michel De Certeau) sul quale gli attori sociali lasciano tracce
senza riuscire a renderlo del tutto funzionale alle proprie esigenze; dall’altro
al carattere fortemente interpretativo dei tagli spaziali adoperati dallo storico.
2. Una seconda linea storiografica alla base di questo progetto è quella che, di contro alle concezioni macchinistiche e teleologiche dell’emergere dello stato territoriale, sottolinea il pluralismo dei poteri e delle fonti del diritto, la ricchezza di interstizi istituzionali, il situarsi del gioco politico dentro e fuori i luoghi deputati, le reti formalizzate e quelle informali che lo animano: un modo di essere della dimensione della politica che, come sottolineano gli studi recenti, supera il grande discrimine dello stato napoleonico e si dispiega pienamente nello stato novecentesco, trovando chi la propone sotto il profilo delle norme e la sistema nella dottrina (per non fare che un solo esempio, Santi Romano).
3. In terzo luogo il progetto, nello studiare i luoghi abitati, presuppone l’inconsistenza analitica di un concetto ampiamente adoperato su questo stesso piano soprattutto nella storiografia e nella sociologia anglosassone: quello di comunità locale. I luoghi non hanno nulla di “naturale” per chi vi abita: essi custodiscono risorse simboliche e materiali adoperate dagli attori in circostanze che vanno volta a volta determinate; spesso gli spazi a cui essi fanno riferimento sono più ampi, a volte sono diversi a seconda delle circostanze o degli interlocutori. Di conseguenza, l’agire delle istituzioni ad insediamento ampio non fa i conti con comunità compatte dotate di pensieri e strategie coerenti, che resistono dal basso – per adoperare il linguaggio di Pierre Bourdieu – alla violenza classificatoria dall’alto. Si tratta di un gioco conflittuale in cui gli attori si dislocano spesso su fronti diversi ed imprevedibili. I processi di classificazione, riclassificazione, accorpamento e smembramento dei luoghi istituzionali di cui è ricca la vicenda dell’insediamento meridionale si presenta del tutto incomprensibile a partire dalla dicotomia comunità-stato.
4. Infine, il progetto si situa nel quadro della riconsiderazione delle dicotomie centro-periferia, progresso-arretratezza, sviluppo-sottosviluppo, che, dopo la grande stagione di studi degli anni Cinquanta-Sessanta del secolo scorso, tendevano a collocare formazioni storiche come quella del Mezzogiorno continentale ed insulare italiano in una posizione ineluttabilmente negativa. L’agenda dello storico si presentava, in una qualche misura predefinita: si trattava di compilare cataloghi di carenze ed assenze (di sviluppo, ceti dirigenti, spirito civico, saperi esperti, strutture associative, autogoverno locale, reti urbane …) caratterizzati per differenza rispetto alle pienezze e presenze dell’altrove della modernizzazione e dello sviluppo, e di chiedersi quando tutto questo fosse cominciato (con i Normanni, ad esempio). Fuoriuscire da questa impasse non significa produrre giudizi rovesciati rispetto a questi, ma controllare l’ansia “civile” di giudicare e modellizzare, in maniera che diventi possibile riaprire il ventaglio delle domande storiograficamente legittime: analizzare famiglie meridionali più che il familismo, lavoratori agricoli più che la civiltà contadina, organizzazioni di mafia più che l’ethos mafioso, reti di relazione dentro e fuori degli apparati pubblici invece del clientelismo e del trasformismo, la produzione e lo scambio invece dell’arretratezza, la struttura e le funzioni dell’insediamento più che il parassitismo urbano e l’antropologia eterna dei villaggi. Negli studi recenti sulle forme della famiglia, i tassi demografici, i flussi di uomini e merci, gli assetti fondiari, i caratteri e le identità dei gruppi sociali, il territorio meridionale presenta una geografia per certe fasi assai netta e ben contrastata: invece di un Sud visto indifferentemente come un “grande tutto” rurale dominato da alcuni grandi centri parassitari o come frantumato in spazi minuscoli infinitamente differenziati fra loro (il famoso “mare di disgregazione sociale”), emergono regionalismi robusti, segmentazioni forti ma anche complementarietà spaziali che provocano, in punti specifici, l’ipertrofia degli apparati dell’intermediazione politica, sociale, mercantile, e quindi dell’attrezzatura insediativa, secondo moduli presenti in altre aree mediterranee (cfr. F. Medeiros, Espaces ruraux et dynamiques sociales en Europe du Sud, in “Annales E.S.C.”, 1988, n. 5, pp. 1081-1107).

b. La domanda di storia delle scienze del territorio
Il progetto vuole collocarsi anche nel contesto della vigorosa domanda di storia che emerge dal travaglio delle discipline legate alla analisi ed alla gestione del territorio, in particolare l’urbanistica e la pianificazione territoriale. La domanda di storia è in questo ambito il prodotto di una radicale messa in discussione della qualità esperta e separata del sapere disciplinare. Avvertito, da un lato, dai “disastri” (è il termine usato dal grande urbanista Peter Hall) prodotti dalla hybris pianificatoria moderna, dall’altro dalle difficoltà del processo decisionale di fronte alla crescita della complessità sociale determinata dal frantumarsi dei soggetti collettivi, il professionista dello spazio sgancia la sua pratica professionale da un’idea di piano che aveva fondato l’etica disciplinare: quella che legava le proposte avanzate dal pianificatore ad una scienza certificata ed alla loro immunità dagli interessi presenti sul territorio. Il pianificatore diventa così “riflessivo”, lascia da parte l’analisi dei flussi e delle regolarità spaziali ed il disegno di quelle giuste da realizzare, per elaborare e praticare una scienza del “muddling through” fondata sugli strumenti concettuali degli interazionisti simbolici. L’azione sul territorio viene nella sostanza affidata al gioco complesso dei molteplici attori localizzati individuali e corporati; un gioco non più vertebrato dai discorsi terzi prodotti da una disciplina accademica, ma alimentato da specialisti della lettura e dell’ascolto di volontà e vocazioni iscritte nella storia della umanizzazione dello spazio. Lo “spirito dei luoghi”, una volta individuato in “descrizioni fondative” costruite a contatto stretto col coro disarmonico dei discorsi locali presenti e passati, va proiettato in un futuro non più liberato dal peso di un passato ingovernato, ma ancorato saldamente al passato stesso, e perciò tenuto al riparo dalle prepotenze della globalizzazione (cfr. B. Salvemini, Come gli urbanisti divennero interazionisti simbolici. Istituzionalizzazione e riflessività nelle scienze sociali fra moderno e postmoderno, di prossima pubblicazione). Qualunque giudizio si voglia dare su tutto questo, crediamo che la cosa non possa lasciare indifferenti gli storici professionali, e suggerisca loro di fornire risposte elaborate con tecniche e concetti capaci di interloquire con questa domanda esterna al loro circuito disciplinare.

c. L’esperienza di ricerca dei proponenti
La base di partenza scientifica più immediata del progetto è stata in buona parte costruita dai ricercatori che lo presentano.
Alcuni fra questi ricercatori hanno preso attivamente parte alle iniziative più importanti in questo campo: all’Atlante Storico Italiano avviato negli anni Sessanta del secolo scorso (una ricostruzione di questa vicenda è fornita da uno dei protagonisti, ora presente in una delle unità di ricerca: A. Massafra, Il “laboratorio” dell’Atlante Storico Italiano: un bilancio ancora aperto, in Religione cultura e politica nell’Europa dell’età moderna. Studi offerti a Mario Rosa dagli amici, a cura di C. Ossola, M. Verga, M.A. Visceglia, Firenze 2003, pp. 41-73), alla fondazione ed alle iniziative dell’Istituto Meridionale di Storia e Scienze Sociali (IMES) ed a “Meridiana”, alla serie regionale della Storia d’Italia dell’Einaudi, al ripensamento della tesi della inconsistenza delle istituzioni di autogoverno dei centri abitati meridionali. Più di recente i componenti delle unità di Catania e Bari hanno avviato, insieme al Centre de Recherches Historiques dell’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi e con il sostegno del CNR (progetto coordinato triennale 1996-8 fra Bari e Catania diretto da Biagio Salvemini, progetto coordinato “agenzia 2000” diretto da Dino Borri) e del MIUR (progetto interuniversitario cofinanziato nel 1997 diretto da G. Giarrizzo), un programma di ricerca su insediamenti e territorio e sulla loro rappresentazione cartografica, i cui momenti fondamentali sono stati
– la costruzione di un piattaforma programmatica generale: B. Lepetit, M.-V. Ozouf, B. Salvemini, Pratiche dello spazio e identità sociali: temi e problemi di una riflessione in corso, in “Meridiana”, 1993, n. 18, pp. 141-150;
– il convegno di Parigi dell’ottobre 1994 che produsse i materiali poi pubblicati nel fascicolo monografico di “Quaderni storici” 1995, n. 90, Percezioni dello spazio, a cura di B. Lepetit e B. Salvemini;
– il convegno di Catania del dicembre 1995 i cui atti, dopo la morte di Bernard Lepetit, confluirono nel volume a lui dedicato Per un Atlante storico del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna, a cura di E. Iachello e B. Salvemini, Napoli 1998;
– il convegno di Catania del maggio 2001 i cui atti sono stati pubblicati in Le mappe della storia. Proposte per una cartografia del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna, a cura di G. Giarrizzo e E. Iachello, Milano 2002.
Oltre ad un gruppo nutrito di studi, deriva da questa linea di ricerca l’atlante degli insediamenti meridionali in corso di costruzione presso il Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali dell’università di Bari, che dovrebbe essere portato a compimento nell’ambito del progetto qui proposto.
Questo progetto permette di far incontrare le esperienze dei gruppi di Catania e Bari con altre esperienze importanti di storia del territorio:
– l’imponente indagine su fisco e comunità locali del Mezzogiorno continentale avviata da Alessandra Bulgarelli Lukacs;
– le indagini di storia del territorio feudale di Michèle Benaiteau;
– le indagini sulla rete delle comunicazioni di Aldo di Biasio;
– le indagini in corso di pubblicazione avviate a compimento con il progetto di ricerca interuniversitario coordinato da Renata De Lorenzo “Questioni di misura. Territorio e amministrazione nel Mezzogiorno fra XVIII e XX secolo”, cofinanziato dal MIUR nel 2002, a cui hanno partecipato due unità di ricerca di Napoli (responsabili: Renata De Lorenzo e Alessandra Bulgarelli), una unità di Foggia (responsabile Saverio Russo), una unità di Lecce (responsabile Lucia De Nitto). La gran parte dei ricercatori impegnati nel progetto “Questioni di misura” confluisce ora in quello qui presentato. Uno dei risultati della ricerca precedente che fa senz’altro parte della “base di partenza scientifica” del nostro progetto è la pubblicazione multimediale curata da Lucia De Nitto Storia: banca-dati storico-geografica di Terra d’Otranto nei secc. XIX-XX, Lecce 2003.
La plausibilità di questo progetto di ricerca, assai ampio sotto il profilo cronologico e geografico, si fonda su queste esperienze di ricerca dei proponenti e sul lavoro da essi già svolto, in forme settoriali e non coordinate, sul territorio e l’insediamento meridionale.
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2.2.a Riferimenti bibliografici

1. Sulle concezioni dello spazio:
– R. Sack, Human Territorialità, its Theory and History, Cambridge (U.K.) 1986;
– F. Farinelli, I segni del mondo. Immagine cartografica e discorso geografico in età moderna, Firenze 1992;
– Human Geography. Society, Space and Social Science, a cura di D. Gregory, R. Martin, G. Smith, Londra 1994;
– J.-L. Piveteau, Temps du territoire, Ginevra 1995 ;
– Regionalgeschichte in Europa. Methoden und Ertraege der Forschung vom 16. bis zum 19. Jarhundert, a cura di S. Brakensiek e A. Fluegel, Paderborn 2000.

2. Sul concetto di comunità locale e l’analisi dei luoghi:
– G. Levi, L’eredità immateriale. Carriera di un esorcista nel Piemonte del Seicento, Torino 1985;
– A.P. Cohen, The Symbolic Construction of Community, Londra e New York 1985;
– E. Grendi, Lettere orbe. Anonimato e poteri nel Seicento genovese, Palermo 1989;
– W. Jacobiet et al., Idylle oder Aufbruch? Das Dorf im Buergerlichen 19. Jahrhundert, Berlino 1990;
– E. Vassberg, The Village and the Outside World in Golden Age Castille. Mobility and Migration in Everyday Rural Life, Cambridge (U.K.) 1996;
– G. Tocci, Le comunità in età moderna. Problemi storiografici e prospettive di ricerca, Roma 1997;
– A. Torre, La produzione storica dei luoghi, in “Quaderni storici”, 2002, n. 110, pp. 443-76.

3. Su territorio istituzionale, pluralismo dei poteri e delle fonti del diritto, stato territoriale:
– L’Etat moderne : le droit, l’espace et les formes de l’Etat, a cura di N. Coulet et J.-P. Genet, Parigi 1990
– Origini dello stato, a cura di G. Chittolini, A. Mohlo, P. Schiera, Bologna 1994;
– R. Bonney, The Limits of Absolutism in Ancien Régime, Aldershot 1995;
– N. Rouland, L’Etat français et le pluralisme. Histoire politique des institutions publiques de 476 à 1792, Parigi 1995;
– Storia dello stato italiano: dall’Unità ad oggi, a cura di R. Romanelli, Roma 1995;
– D. Nordman, Frontières de France. De l’espace au territoire: 16e-19e siècle, Parigi 1998;
– A.M. Hespanha, Introduzione alla storia del diritto europeo, Bologna 1999.

4. Sulle reti insediative:
– L’esprit des lieux. Localités et changement social en France, Parigi 1986 ;
– B. Lepetit, Les villes dans la France moderne (1740-1840), Parigi 1988;
– R. Fossier, Hommes et villages d’Occident au Moyen Age, Parigi 1992 ;
– L’Habitat dispersé dans l’Europe médiévale et moderne, a cura di B. Cursente, Tolosa 1999.

5. Sulla città, le sue storie, le sue immagini:
– M. Berengo, Nobili e mercanti nella Lucca del Cinquecento, Torino 1965;
– J.-C. Perrot, Genèse d’une ville moderne. Caen au XVIIIe siècle, 2 voll., Parigi 1975;
– C. Olmo e B. Lepetit, La città e le sue storie, Torino 1995;
– M. Roncayolo, Les grammaires d’une ville. Essai sur la genèse des structures urbaines à Marseille, Parigi 1996 ;
– L. Nuti, Ritratti di città. Visione e memoria fra Medioevo e Settecento, Venezia 1996;
– L’immagine delle città italiane dal XV al XIX secolo, a cura di C. De Seta, Napoli 1999;
– M. Berengo, L’Europa delle città. Il volto della società urbana europea tra medioevo ed età moderna, Torino 1999;
– R.L. Kagan, Urban Images of the Hispanic World 1493-1793, Yale 2000;
– Imago urbis. L’immagine della città nella storia d’Italia, a cura di F. Bocchi e R. Smurra, Roma 2003.

6. Su percezioni e rappresentazioni dello spazio e dell’insediamento:
– P. Dockès, Lo spazio nel pensiero economico dal XVI al XVIII secolo, Milano 1969;
– Problemi e ricerche per l’atlante storico italiano per l’età moderna, a cura di M. Berengo, Firenze 1971;
– C. Jacob, L’empire des cartes. Approche théorique de la cartographie à travers l’histoire, Parigi 1992;
– Ideology and Landscape in Historical Perspective. Essays on the Meaning of some Places in the Past, a cura di A.R.H. Baker e G. Biger, Cambridge (U.K.) 1992 ;
– M.-V. Ozouf-Marignier, La formation des départements. La représemtation du territoire français à la fin du 18e siècle, Parigi 1992 ;
– E. Brian, La mesure de l’Etat. Administrateurs et géomètres au XVIIIe siècle, Parigi 1994 ;
– Percezioni dello spazio, numero monografico di “Quaderni storici”, a cura di B. Lepetit e B. Salvemini, 1995, n. 90;
– L’oeil du cartographe et la représentation géographique du Moyen Age à nos jours, a cura di C. Bousquet-Bressolier, Parigi 1995;
– G. Palsky, Des chiffres et des cartes. Naissance et développement de la cartographie quantitative française au XIXe siècle, Parigi 1996;

7. Sulla storia del territorio e dell’insediamento meridionale:
Oltre ai volumi Calabria, Sicilia, Puglia, Campania ed Abruzzi della serie regionale della Storia d’Italia einaudiana, cfr.:
– A. Demangeon, Problèmes de géographie humaine, Parigi 1947;
– P. Macry, Mercato e società nel Regno di Napoli. Commercio del grano e politica economica del ‘700, Napoli 1974;
– G. Galasso, Economia e società nella Calabria del ‘500, Milano 1975;
– G. Galasso, L’altra Europa. Per un’antropologia storica del Mezzogiorno d’Italia, Milano 1982;
– A. Massafra, Campagne e territorio nel Mezzogiorno fra Settecento e Ottocento, Bari 1984;
– M.A. Visceglia, Territorio, feudo e potere locale. Terra d’Otranto tra medioevo ed età moderna, Napoli 1988;
– G. Delille, Famiglia e proprietà nel Regno di Napoli, Torino 1988;
– A. Bulgarelli Lukacs, L’imposta diretta nel Regno di Napoli, Milano 1993;
– B. Salvemini, L’innovazione precaria. Spazi, mercati e società nel Mezzogiorno fra Sette e Ottocento, Roma 1995;
– Comunità di Sicilia. Fondazioni, patti e riveli, a cura di D. Ligresti, Catania 1995;
– G. Labrot, Quand l’histoire murmure. Villages et campagnes du Royaume de Naples, XVIe-XVIIIe siècle, Roma 1995;
– A. Spagnoletti, Storia del Regno delle Due Sicilie, Bologna 1997;
– M. Benaiteau, Vassalli e cittadini. La signoria rurale nel Regno di Napoli attraverso lo studio dei feudi dei Tocco di Montemiletto (XI-XVIII secolo), Bari 1997;
– Le città del Mezzogiorno in età moderna, a cura di A. Musi, Napoli 2000;
– R. De Lorenzo, Un Regno in bilico. Uomini, eventi e luoghi nel Mezzogiorno borbonico, Roma 2001.

8. Sulla rappresentazione del territorio meridionale con i mezzi della cartografia moderna:
– Per un atlante storico del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna, a cura di E. Iachello e B. Salvemini, Napoli 1998;
– Le mappe della storia. Proposte per una cartografia del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna, a cura di G. Giarrizzo e E. Iachello, Milano 2002.

9. Sulle rappresentazioni delle città meridionali da parte di osservatori ed attori del passato:
– Cartografia napoletana dal 1781 al 1889, a cura di G. Alisio e V. Valerio, Napoli 1983;
– G. Brancaccio, Geografia, cartografia e storia del Mezzogiorno, Napoli 1991;
– E. Iachello, Immagini della città. Idee della città. Città della Sicilia (XVIII-XIX secolo), Catania 2000;
– P. Militello, La contea di Modica tra storia e cartografia (XVI-XIX secolo). Rappresentazioni e pratiche di uno stato feudale (XVI-XIX secolo), Palermo 2001.

10. Storie di luoghi e centri del Mezzogiorno:
– G. Giarrizzo, Un comune rurale della Sicilia etnea (Biancavilla 1810-1860), Catania 1963;
– A. De Matteis, L’Aquila e il contado. Demografia e fiscalità, secoli XV-XVIII, Napoli 1973;
– G. Civile, Il comune rustico. Storia sociale di un paese del Mezzogiorno nell’Ottocento, Bologna 1990;
– G. Gribaudi, A Eboli. Il mondo meridionale in cent’anni di trasformazioni, Venezia 1990;
– Storia di Bari in età moderna, 2 voll., a cura di A. Massafra e F. Tateo, Roma-Bari 1991-2;
– Storia di Bari nell’Ottocento, a cura di M. Dell’Aquila e B. Salvemini, Roma-Bari 1994;
– Storia di Lecce, 3 voll., a cura di B. Vetere (I), B. Pellegrino (II), M.M. Rizzo(III), Roma-Bari 1992-5;
– F. Assante, Romagnano: famiglie feudali e società contadina in età moderna, Napoli 1999;
– A. Carrino, La città aristocratica. Linguaggi e pratiche della politica a Monopoli fra Cinque e Seicento, Bari 2000;
– G. Delille, Le maire et le prieur. Pouvoir central et pouvoir local en Méditerranée occidentale (XVe-XVIIIe siècle), Parigi 2003.
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2.3 Numero di fasi del Programma di Ricerca:    4
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2.4 Descrizione del Programma di Ricerca

Fase 1
Durata e costo previsto
Durata             Mesi  6            Costo previsto            Euro  50.000 

Descrizione

Obbiettivo di questa prima fase è quello di evitare che le singole unità, ed all’interno di ciascuna di esse singoli ricercatori, si situino dentro nicchie autonome cronologiche, tematiche, geografiche: una tendenza implicita nel carattere individualistico ed artigianale della pratica storiografica prevalente, ma che potrebbe essere favorita dal fatto che
– attorno ad un nucleo robusto di ricercatori che hanno a lungo collaborato fra loro, il progetto raccoglie altri ricercatori che hanno alle loro spalle esperienze diverse, ma preziose per il buon esito della ricerca;
– la ricerca proposta, assai ampia per spazi, tempi e temi, consente percorsi lunghi e divaricati.
Dal momento che il progetto ambisce a costruire un oggetto di ricerca ben definito, la piattaforma programmatica sulla quale i proponenti si sono incontrati e che hanno discusso in vari incontri ( punti 2.1 e 2.2) deve essere precisata collegialmente di fronte ai concreti problemi posti dalla ricerca stessa una volta avviata; il ruolo delle unità e dei singoli ricercatori va verificato e ridefinito; le forme della cooperazione fra le unità e fra i ricercatori devono essere sperimentate ed eventualmente ripensate.
Della massima importanza è l’individuazione e la risoluzione dei problemi tecnici e concettuali legati ai diversi modi di registrazione dei dati da parte dei ricercatori, lo studio di forme di schedatura che permettano di far dialogare dati quantitativi e dati qualitativi in modo che siano utilizzabili anche per l’atlante informatico. Occorrerà vedere se l’unità catanese dovrà costruire un atlante per la Sicilia simile a quello per il Mezzogiorno continentale in elaborazione a Bari, o dovrà far confluire i dati a Bari. Occorrerà anche sperimentare la costruzione ed il funzionamento di un sito informatico per l’atlante, accessibile fino alla conclusione del progetto ai soli ricercatori coinvolti.
Per conseguire questi obbiettivi si prevedono, oltre a scambi continui di informazioni e proposte nel corso del lavoro di ricerca,
– 3 incontri fra i 6 coordinatori, che discuteranno problemi e proposte emerse dentro le unità e riporteranno nelle unità i risultati di queste discussioni;
– un incontro, collocato alla fine di questa prima fase, fra tutti i ricercatori coinvolti (55, oltre il personale a contratto), che verifichi il lavoro già svolto e aggiusti il tiro per quello da svolgere nelle fasi successive.

Unità di Ricerca impegnate

Unità n. 1 
Unità n. 2 
Unità n. 3 
Unità n. 4 
Unità n. 5 
Unità n. 6 
————————————————————————
Fase 2
Durata e costo previsto
Durata             Mesi  12          Costo previsto            Euro  150.000 

Descrizione

In questa fase le unità svilupperanno la parte sostanziale delle ricerche proposte nei modelli B e delineate nei punti 2.1 e 2.2 di questo modello A, tenendo conto dei ripensamenti ed aggiustamenti definiti nella fase 1. Si prevedono due incontri fra i sei responsabili delle unità locali per verificare l’andamento del lavoro.

Risultati parziali attesi

I risultati parziali attesi per questa seconda fase della ricerca sono i seguenti:
– la delineazione dei quadri generali storico-geografici dell’insediamento del Mezzogiorno continentale e della Sicilia, sulla base di dati demografici, fiscali, commerciali, politico-amministrativi;
– la definizione dei mutamenti delle forme di riconoscimento, delle classificazioni, delle funzioni e dei profili giuridici e politici dei centri abitati meridionali;
– lo studio di una serie di casi che mettano in evidenza il gioco complesso e spesso conflittuale fra i vari attori individuali ed istituzionali intorno alle risorse materiali e simboliche dei luoghi abitati.

Unità di Ricerca impegnate

Unità n. 1 
Unità n. 2 
Unità n. 3 
Unità n. 4 
Unità n. 5 
Unità n. 6 
————————————————————————
Fase 3
Durata e costo previsto
Durata             Mesi  6            Costo previsto            Euro  50.000 

Descrizione

La terza fase del progetto di ricerca si aprirà con un incontro fra tutti i ricercatori coinvolti al fine di presentare e discutere i risultati conseguiti, individuare i punti di forza e di debolezza del lavoro svolto, costruire un programma mirato per l’ultima fase che rimedi alle debolezze individuate. Oltre che a portare a termine il programma, si proverà a fare interagire i piani e le scale della ricerca stessa, al fine di giungere ad una concettualizzazione più precisa dell’insediamento in generale, e di situare quello meridionale in un quadro comparativo meno rigido e più ricco di quello dalla cui critica muove questo progetto.

Risultati parziali attesi

I risultati attesi per questa terza fase sono, da un lato, il completamento del programma di ricerche su tutti i piani e le sc ale previste; dall’altro una concettualizzazione dell’insediamento in generale e la collocazione della rete insediativa meridionale in un quadro comparativo.

Unità di Ricerca impegnate

Unità n. 1 
Unità n. 2 
Unità n. 3 
Unità n. 4 
Unità n. 5 
Unità n. 6 
————————————————————————
Fase 4
Durata e costo previsto
Durata             Mesi  6            Costo previsto            Euro  41.300 

Descrizione

L’ultima fase della ricerca, che avrà luogo in un arco di tempo che va al di là della scadenza del progetto, sarà dedicata alla comunicazione dei risultati raggiunti. Si prevede un convegno pubblico internazionale in cui lo studio dell’insediamento meridionale verrà collocato nel quadro delle ricerche di storia della città e del territorio odierne e che prevede la partecipazione anche di geografi, topografi, urbanisti, pianificatori; pubblicazioni parziali di ricercatori ed unità locali; la strutturazione del sito informatico dell’atlante storico degli insediamenti meridionali.

Risultati parziali attesi

I risultati parziali di questa fase incorporano i risultati dell’intero progetto di ricerca. Essi saranno
– un convegno del quale verranno pubblicati gli atti;
– una serie di pubblicazioni parziali;
– un sito informatico contenente l’atlante degli insediamenti meridionali in G.I.S., liberamente interrogabile.

Unità di Ricerca impegnate

Unità n. 1 
Unità n. 2 
Unità n. 3 
Unità n. 4 
Unità n. 5 
Unità n. 6 

————————————————————————
2.5 Criteri suggeriti per la valutazione globale e delle singole fasi

Le quattro fasi delineate nel punto 2.4 non sono fra loro autonome e non produrranno risultati parziali formalizzati e comunicabili riferiti a ciascuna delle fasi. L’esito della fase 4 sarà la pubblicazione dei risultati dell’intera ricerca, che a quel punto diventeranno verificabili e valutabili. Si potranno verificare i risultati delle singole fasi dalla forma assunta, al termine di ciascuna di esse, dall’atlante informatico, il cui accesso, anche se ristretto, sarà reso possibile a partire dalla fine della prima fase, e che crescerà utilizzando, nel linguaggio che gli è proprio, i risultati delle ricerche man mano svolte alle varie scale e su vari piani da tutte le unità.
Un criterio di verifica ex post degli esiti del progetto è rappresentato anche dalla capacità dei suoi prodotti a stampa ed informatici di confrontarsi ed interloquire non solo con quelli degli storici, ma anche con quelli degli studiosi e dei gestori del territorio odierno.

PARTE III

3.1 Spese delle Unità di Ricerca

Unità di Ricerca 
Voce di spesa
TOTALE
 
Materiale inventariabile 
Grandi Attrezzature 
Materiale di consumo e funzionamento 
Spese per calcolo ed elaborazione dati 
Personale a contratto 
Servizi esterni 
Missioni 
Partecipazione / Organizzazione convegni 
Pubblicazioni 
Altro  
 
Unità nº 1 
400 
200 
800 
1.500 
2.000 
2.000 
6.900
Unità nº 2 
1.000 
500 
3.500 
500 
3.000 
1.500 
5.000 
15.000
Unità nº 3 
8.000 
2.500 
3.500 
8.500 
6.500 
5.000 
6.000 
40.000
Unità nº 4 
9.000 
3.500 
3.000 
18.100 
2.000 
8.000 
3.000 
6.200 
600 
53.400
Unità nº 5 
20.000 
5.000 
10.000 
25.000 
25.000 
25.000 
110.000
Unità nº 6 
5.000 
1.000 
10.000 
25.000 
16.000 
2.000 
7.000 
66.000
TOTALE 
43.400 
12.700 
16.500 
55.900 
12.500 
60.000 
38.500 
51.200 
600 
291.300

————————————————————————
3.2 Costo complessivo del Programma di Ricerca

Unità di Ricerca 
Voce di spesa
 
RD 
RA 
RD+RA 
Cofinanziamento di altre amministrazioni 
Cofinanziamento richiesto al MIUR 
Costo totale del programma 
Unità n. 1 
3.100 
3.100 
3.800 
6.900 
Unità n. 2 
1.500 
3.000 
4.500 
10.500 
15.000 
Unità n. 3 
4.000 
8.000 
12.000 
28.000 
40.000 
Unità n. 4 
2.000 
14.000 
16.000 
37.400 
53.400 
Unità n. 5 
20.000 
13.000 
33.000 
77.000 
110.000 
Unità n. 6 
7.000 
13.000 
20.000 
46.000 
66.000 
TOTALE 
37.600 
51.000 
88.600 
202.700 
291.300 
 
Euro  
Costo complessivo del Programma  
291.300 
 
 
Fondi disponibili (RD)  
37.600 
 
 
Fondi acquisibili (RA)  
51.000 
 
 
Cofinanziamento di altre amministrazioni 
 
 
Cofinanziamento richiesto al MIUR  
202.700 

(per la copia da depositare presso l’Ateneo e per l’assenso alla diffusione via Internet delle informazioni riguardanti i programmi finanziati e la loro elaborazione necessaria alle valutazioni; legge del 31.12.96 n° 675 sulla “Tutela dei dati personali”)
Firma _____________________________________          Data 31/03/2004 ore 21:36 

MINISTERO DELL’ISTRUZIONE, DELL’UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA
DIPARTIMENTO PER L’UNIVERSITÀ, L’ALTA FORMAZIONE ARTISTICA, MUSICALE E COREUTICA E PER LA RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA
PROGRAMMI DI RICERCA SCIENTIFICA DI RILEVANTE INTERESSE NAZIONALE
RICHIESTA DI COFINANZIAMENTO (DM n. 30 del 12 febbraio 2004)
PROGETTO DI UNA UNITÀ DI RICERCA – MODELLO B
Anno 2004 – prot. 2004119132_001
PARTE I

1.1 Tipologia del programma di ricerca
Interuniversitario 

Aree scientifico disciplinari
Area 11: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche (100%) 

————————————————————————
1.2 Durata del Programma di Ricerca
24 Mesi  

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1.3 Coordinatore Scientifico del Programma di Ricerca

SALVEMINI            BIAGIO         b.salvemini@lettere.uniba.it 
M-STO/02 – Storia moderna 
Università degli Studi di BARI 
Facoltà di LINGUE e LETTERATURE STRANIERE 
Dipartimento di SCIENZE STORICHE E SOCIALI 

————————————————————————
1.4 Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca
&

SALVEMINI 
BIAGIO 
 
Professore Ordinario 
02/01/1947 
SLVBGI47A02F284C 
M-STO/02 – Storia moderna 
Università degli Studi di BARI 
Facoltà di LINGUE e LETTERATURE STRANIERE 
Dipartimento di SCIENZE STORICHE E SOCIALI 
080/5714298
080/5714679
b.salvemini@lettere.uniba.it
(Prefisso e telefono) 
(Numero fax) 
(Email) 

————————————————————————
1.5 Curriculum scientifico del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca

Biagio Salvemini si è formato presso l’università di Bari, presso l’Istituto Luigi Einaudi di Roma, presso l’università di Cambridge (U.K.), dove è stato “research student” . Insegna Storia Moderna e coordina il Dottorato in Storia dell’Europa Moderna e Contemporanea dell’Università di Bari. Insegna Storia della Città e del Territorio al Politecnico di Bari.
E’ stato “visiting fellow” ed è attualmente “life member” del college Clare Hall di Cambridge. E’ stato “professeur invité” all’EHESS, Parigi e Marsiglia. Ha partecipato alla fondazione nel 1985 dell’Istituto Meridionale di Storia e Scienze Sociali, Roma (IMES), del cui Consiglio Direttivo è tutt’ora componente. Dal 1997 è membro del General Board della European Graduate School for Training in Economic and Social Research (ESTER), Nimega. E’ attualmente il Coordinatore scientifico centrale dell’Intensive Program (IP) “Improving intercultural academic communication between european historical practices”, che federa 18 università europee ed ha sede centrale nell’Università di Bari, finanziato per l’anno 2003-2004 dalla European Commission.
Ha partecipato nel 1982 alla fondazione dei “Quaderni di Storia dell’Economia Politica” e nel 1986 alla fondazione della rivista “Meridiana”, della cui redazione è tutt’ora membro; è, a partire dal 1989, componente della direzione di “Quaderni Storici”; è tra i fondatori e gli attuali redattori di “Storica”.
I suoi principali interessi di ricerca sono stati:
– la diffusione dell’economia politica inglese sul continente europeo;
– mercati e flussi mercantili nel Mezzogiorno d’Italia ed in Francia fra Sette e Ottocento;
– spazi e territori meridionali sul lungo periodo;
– le classificazioni sociali e locali nel Mezzogiorno sul lungo periodo.
Attualmente lavora ad un atlante storico del Mezzogiorno e ad un libro sulle forme dell’agire politico a Marsiglia fra la Fronda e la Rivoluzione.
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1.6 Pubblicazioni scientifiche più significative del Responsabile Scientifico dell’Unità di Ricerca
1.         SALVEMINI B. (2002). La storia dei luoghi In DINO BORRI A CURA DI Studi per il piano di area dell’Alta Murgia. Rapporto Finale. pp. 87-142 BARI: Politecnico di Bari (ITALY)  
2.         SALVEMINI B.; ANGELO MASSAFRA A CURA DI (1999). Storia della Puglia vol. 5 volumi ROMA-BARI: Laterza (ITALY)  
3.         SALVEMINI B.; ENRICO IACHELLO A CURA DI (1998). Per un atlante storico del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna NAPOLI: Liguori (ITALY)  
4.         SALVEMINI B. (1997). Luoghi di antico regime. La costruzione dello spazio rurale nella storiografia francese. STORICA. (vol. 9 pp. 7-62) pubblicato in realtà nel 1998.  
5.         SALVEMINI B. (1995). L’innovazione precaria. Spazi, mercati e società nel Mezzogiorno fra Sette e Ottocento pp. 209 ISBN: 88-86175-09-4 ROMA: Donzelli (ITALY)  

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1.7 Risorse umane impegnabili nel Programma dell’Unità di Ricerca

1.7.1 Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca

Personale docente

Cognome 
Nome 
Dipartimento  
Qualifica 
Settore Disc. 
Mesi Uomo 
 
 
 
 
 
 
1° anno 
2° anno 
1.
SALVEMINI 
Biagio 
Dip. SCIENZE STORICHE E SOCIALI 
Prof. Ordinario 
M-STO/02 
2.
MASSAFRA 
Angelo 
Dip. SCIENZE STORICHE E SOCIALI 
Prof. Ordinario 
M-STO/02 
3.
SPAGNOLETTI 
Angelantonio 
Dip. SCIENZE STORICHE E SOCIALI 
Prof. Ordinario 
M-STO/02 
4.
PAPAGNA 
Elena 
Dip. SCIENZE STORICHE E SOCIALI 
Prof. Associato 
M-STO/02 
5.
COPETA 
Clara 
Dip. PRATICHE LINGUISTICHE E ANALISI DI TESTI 
Prof. Associato 
M-GGR/01 
6.
PEPE 
Vincenzo 
Dip. SCIENZE STORICHE E SOCIALI 
Ricercatore Universitario 
M-STO/02 
7.
CARRINO 
Annastella 
Dip. SCIENZE STORICHE E SOCIALI 
Ricercatore Universitario 
M-STO/02 
 
TOTALE 
  
  
  
  
25 
25 

Altro personale

Cognome 
Nome 
Dipartimento  
Qualifica 
Mesi Uomo 
 
 
 
 
 
1° anno 
2° anno 
1.
Burattini 
Fabrizio 
Dip. SCIENZE STORICHE E SOCIALI 
tecnico 
 
TOTALE 
  
  
  

————————————————————————
1.7.2 Personale universitario di altre Università

Personale docente

Cognome 
Nome 
Università 
Dipartimento 
Qualifica 
Settore Disc. 
Mesi Uomo 
 
 
 
 
 
 
 
1° anno 
2° anno 
1.
RUSSO 
Saverio 
FOGGIA 
Dip. SCIENZE UMANE, TERRITORIO, BENI CULTURALI, CIVILTA’ LETTERARIE, FORMAZIONE 
PA 
M-STO/02 
 
TOTALE 
  
  
  
  
  

Altro personale

Nessuno

————————————————————————
1.7.3 Titolari di assegni di ricerca

Cognome 
Nome 
Dipartimento 
Data di inizio del contratto 
Durata (in anni) 
Mesi Uomo 
 
 
 
 
 
 
1° anno 
2° anno 
 
 
 
 
 
 
 
 
1.
PELLECCHIA  
Gaetano  
Dip. SCIENZE STORICHE E SOCIALI 
28/01/2003  
 
TOTALE
  
  
  
  
  

————————————————————————
1.7.4 Titolari di borse

Cognome 
Nome 
Dipartimento 
Anno di inizio borsa 
Durata (in anni) 
Tipologia 
Mesi Uomo 
 
 
 
 
 
 
 
1° anno 
2° anno 
1.
Violante 
Francesco 
Dip. SCIENZE STORICHE E SOCIALI 
2004 
Dottorato 
 
TOTALE 
  
  
  
  
  

————————————————————————
1.7.5 Personale a contratto da destinare a questo specifico programma

Qualifica 
Costo previsto 
Mesi Uomo 
Note 
 
 
 
1° anno 
2° anno 
 
1.
Altre tipologie 
4.000 
operatore in GIS 
2.
Altre tipologie 
4.000 
operatore in GIS 
3.
Altre tipologie 
4.000 
operatore in GIS 
4.
Altre tipologie 
4.000 
operatore in GIS 
5.
Altre tipologie 
9.000 
informatico 
 
TOTALE 
25.000 
25 
25 
  

————————————————————————
1.7.6 Personale extrauniversitario indipendente o dipendente da altri Enti

Nessuno

PARTE II

2.1 Titolo specifico del programma svolto dall’Unità di Ricerca

L’insediamento meridionale di età moderna e la sua rappresentazione cartografica: poteri, flussi, conflitti, identità.

————————————————————————
2.2 Settori scientifico-disciplinari interessati dal Programma di Ricerca

M-STO/02 – Storia moderna 
M-GGR/01 – Geografia 
————————————————————————
2.3 Parole chiave

INSEDIAMENTO ; MERIDIONALE ; ETÀ MODERNA ; CARTOGRAFIA ; POTERI ; FLUSSI ; CONFLITTI ; IDENTITÀ
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2.4 Base di partenza scientifica nazionale o internazionale

1. Un tema poco frequentato nella storiografia sull’età moderna e contemporanea.
Nella storiografia sull’età moderna e contemporanea l’insediamento non è un tema che ha riscosso grande successo, né sembra alla moda oggi. Nel mentre la medievistica – da Robert Fossier a Pierre Toubert a Chris Wickam a Giuseppe Sergi, per citare qualche storico recente – ha fatto della costruzione, autonomizzazione e identificazione dei centri abitati un grande tema di analisi e riflessione, la storiografia sulle epoche successive tende a guardare all’insediamento come ad un insieme di “cose”, di luoghi edilizi dentro i quali e fra i quali si giocano partite di natura politica, sociale, identitaria. Si rimanda al modello A, ed alle pubblicazioni di natura storiografica dei componenti della unità di ricerca (cfr. in particolare, di B. Salvemini, Luoghi di antico regime. La costruzione dello spazio nella storiografia francese, in “Storica”, 1997, n. 9, pp. 7-62) per una riflessione su tutto questo. Qui basterà ricordare alcune esperienze di ricerca che hanno contribuito ad attirare l’attenzione su questa questione: la scuola di storia urbana dell’università di Leicester (U.K.); i lavori di storia urbana di J.-C. Perrot e soprattutto di Bernard Lepetit, del quale va ricordato in primo luogo Les villes dans la France moderne (1740-1840) (Parigi 1988); la storiografia che si richiama alla tradizione etnografica francese – ad esempio i lavori di Anne Zink, o l’opera collettanea di grande interesse a cura di B. Cursente L’habitat dispersé dans l’Europe médiévale et moderne, Toulouse 1999; alcune acquisizioni del lato “sociale” della microstoria italiana: ad esempio il saggio recente di Angelo Torre La produzione storica dei luoghi, in “Quaderni storici”, 2002, n. 110, pp. 443-476. Di grande interesse dal nostro punto di vista la letteratura geografica sulla costruzione delle rappreseentazioni geometrico-zenitali del territorio (cfr., per esempio, F. Farinelli, I segni del mondo. Immagine cartografica e discorso geografico in età moderna, Firenze 1992), nelle quali l’insediamento perde spessorre sociale e giuridico e diventa la base materiale della vita sociale, invece di essere visto, secondo le logiche di questa ricerca, come uno degli aspetti costitutivi della vita sociale.

2. L’esperienza di ricerca su insediamenti e territorio dei componenti dell’unità dell’Università di Bari
I componenti dell’unità locale dell’Università di Bari hanno partecipato a questo processo di ripensamento e problematizzazione dell’insediamento di antico regime sia sul piano della ricerca concreta, sia sul piano della discussione storiografica e concettuale. Essi hanno una lunga familiarità con lo studio degli insediamenti e del territorio in generale, sotto il profilo dei poteri, dei contesti giuridico-istituzionali, dei flussi mercantili ed umani, delle rappresentazioni, ed hanno dato vita o partecipato a gruppi di ricerca internazionali ed a seminari, incontri, convegni su questi temi, in particolare con gli studiosi che compongono l’unità locale dell’Università di Catania di questo stesso progetto, e con il gruppo diretto dal compianto Bernard Lepetit presso il Centre de Recherches Historiques dell’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales di Parigi. Un momento importante per l’avvio di un coordinamento delle ricerche in questo campo è stato il convegno di Parigi dell’ottobre 1994 presso l’EHESS, al quale presero parte molti fra i componenti di questa unità di ricerca.

3. Un atlante dell’insediamento meridionale in costruzione
Uno dei risultati di questo lavoro, che l’unità locale considera un elemento essenziale della “base di partenza scientifica” del progetto qui presentato, è un atlante degli insediamenti in corso di realizzazione da circa 10 anni presso il Laboratorio di Storia Moderna del Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali dell’Università di Bari sotto la direzione di Biagio Salvemini. Hanno collaborato a questo progetto una ricercatrice dello stesso dipartimento, un assegnista di ricerca in storia moderna, un dottorando, due compilatrici di schede ed operatrici ai computer a tempo parziale, un tecnico del Laboratorio, una docente di Topografia ed una docente di Pianificazione Territoriale presso il Politecnico di Bari, un consulente informatico. Si sono adoperati fondi del CNR e fondi di ricerca dell’Ateneo di Bari.
Questo atlante differisce dall’Atlante Storico Italiano, che, avviato negli anni Sessanta con un’ampia mobilitazione di studiosi, ha avuto esiti rilevanti ma parziali, da un lato, per le dimensioni ed ambizioni più contenute (si è puntato a. solo sull’insediamento; b. sul solo Mezzogiorno continentale; c. sui secoli XV-XX); dall’altro per il fatto che
– nega il carattere di “cosa” delle strutture insediative, e punta a metterne in evidenza il carattere di costruzione conflittuale e classificatoria, mutevole a seconda dei contesti giuridico-istituzionali, dei soggetti coinvolti, dei punti di vista adottati;
– mette in discussione la congruità dei suoi stessi strumenti (la rappresentazione cartografica) rispetto a una parte consistente dei fenomeni studiati, e pone la necessità di moltiplicare scale, forme di rappresentazione, punti di osservazione per cogliere i fenomeni insediativi;
– la strumentazione informatica adoperata, e la sua straordinaria flessibilità, consente una traduzione concreta di queste posizioni di metodo ed interpretative;
– lo strumento, realizzato in forme topograficamente corrette, interagisce con la strumentazione di geologi, pianificatori ecc. Ad esempio può essere adoperato per dare profondità storica alla pianificazione di “area vasta” che regioni e province devono produrre secondo le norme ora vigenti.
Il lavoro già svolto è il seguente:
– acquisizione, come cartografia di base, dei 246 quadranti (scala 1 a 50.000) relativi al Mezzogiorno continentale della prima Carta d’Italia dell’Istituto Geografico Militare (levata topografica realizzata fra il 1869 ed il 1897), che, per l’assenza di tematismi e rappresentazioni di strutture umane realizzate massicciamente negli ultimi tempi, consente di situare meglio luoghi e fenomeni del passato;
– scansione informatica dei quadranti in formato raster;
– georeferenziazione e mosaicatura dei quadranti nel sistema geodetico-cartografico Roma 40 – Gauss/Boaga vigente in Italia (e purtroppo non del tutto compatibile con i sistemi di riferimento internazionali);
– collocazione, sulle carte di base informatizzate e georeferenziazione in formato .ecw, dei toponimi corrispondenti a centri abitati su cui le fonti danno notizia (ad oggi circa 4.500).
– organizzazione di banche-dati collegate a ciascun toponimo sulla base di ArcView GIS 3.2 e Microsoft Excel 2000.
Le fonti delle banche-dati sono le seguenti.
a. grandi opere e dizionari riguardanti l’intero regno di Napoli:
– L. Giustiniani, Dizionario geografico …, 10 tomi (1797-1805): tutto schedato;
– Galanti, Della descrizione geografica … : parzialmente schedato;
– B. Marzolla, Atlante … (edizione 1832): tutto schedato;
– Bianchini, Storia delle finanze … : parzialmente schedato.
Altre opere di questo tipo completamente o parzialmente schedate: S. Mazzella (1601), O. Beltrano (1671), P. Di Simone, Topografia politica … (fine Settecento, mss Biblioteca Nazionale, Napoli), G.M. Alfano, Istorica descrizione … (1795) ecc.
b. opere su numerazioni di fuochi non riportate da Giustiniani: G. Da Molin e F. Cozzetto sulla numerazione di metà Quattrocento, De Divitiis su quella del 1732: tutte schedate.
c. censimenti degli uffici periferici del regno di Napoli fra il 1546 ed il 1721 (Archivio di Stato, Napoli e Biblioteca Nazionale, Napoli): tutti schedati.
d. localizzazione e caratteristiche delle fiere e dei mercati fra fine Settecento e 1882 (dati utilizzati in B. Salvemini e M.A. Visceglia, Fiere e mercati. Circuiti commerciali nel Mezzogiorno, in Storia dell’agricoltura in età contemporanea, a cura di P. Bevilacqua, vol. III, Venezia 1991): tutte schedate.
e. geografia feudale di fine Settecento: dati di un’indagine parzialemente inedita di A. Massafra: parzialmente schedati.
f. altimetria dei centri: censimento ISTAT 1991: tutti schedati.
g. popolazione 1861-2001: censimenti ISTAT: parzialmente schedati.
h. recupero delle indagini di geografia ecclesiastica avviate per l’Atlante Storico Italiano sotto la direzione di Mario Rosa (Pellegrino, Donvito ecc.) e loro completamento: avviato.
i. schedatura della immensa letteratura storiografica, professionale e amatoriale, con dati sui luoghi: avviata.
All’atlante sono collegabili le banche dati sul commercio per mare, pure collocate nel Laboratorio di Storia Moderna e in via di costruzione sotto la direzione di Biagio Salvemini, in cui sono già schedate circa 30.000 navi (con equipaggio, merci, capitani, mercanti ecc.) provenienti da porti meridionali e giunte a Marsiglia (1710-1846; fonte: Santé, Archivio Dipartimentale di Marsiglia) e Venezia (1815-1860; fonte: Console del Regno delle Due Sicilie, Archivio di Stato di Venezia), che forniscono elementi indispensabili allo studio degli insediamenti portuali meridionali.
Nella conformazione ora raggiunta, l’atlante permette indagini sulla demografia di lungo periodo, sul rango onorifico-amministrativo dei singoli centri, sulla loro dotazione di uffici (dogane, percettorie ecc.), sulla distribuzione altimetrica dei centri, sulla geografia ecclesiastica e feudale, sulla dotazione di fiere e mercati, sulla loro importanza mercantile.
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2.4.a Riferimenti bibliografici

Si elencano qui di seguito, per brevità, solo alcuni lavori su territorio e insediamenti dei componenti dell’unità operativa. A questi stessi lavori si rimanda per i riferimenti alla letteratura nazionale ed internazionale sul tema dell’insediamento. Si elencano lavori del responsabile scientifico dell’unità di ricerca diversi dai 5 riportati nel punto 1.6.

Biagio Salvemini
– Quadri territoriali e mercato internazionale: Terra di Bari nell’età della Restaurazione, in “Società e storia”, 1982, n. 18, pp. 831-876;
– Prima della Puglia. Terra di Bari e il sistema regionale in età moderna, in Storia d’Italia. La Puglia, a cura di L. Masella e B. Salvemini, Torino, Einaudi, 1989, pp. 1-218;
– (in collaborazione con M.A. Visceglia), Fiere e mercati. Circuiti commerciali nel Mezzogiorno, in Storia dell’agricoltura italiana in età contemporanea, III, Mercati e istituzioni, a cura di P. Bevilacqua, Venezia, Marsilio, 1991, pp. 65-122;
– Regioni introvabili. Tempi e spazi economici dell’Italia di età moderna, in “I viaggi di Erodono”, 1992, n. 17, pp. 122-138;
– (in collaborazione con B. Lepetit e M.-V.- Ozouf), Pratiche dello spazio e identità sociali: temi e problemi di una riflessione in corso, in “Meridiana”, 1993, n. 18, pp. 141-150;
– (in collaborazione con M.A. Visceglia), Pour une histoire des rapports écomoniques entre Marseille et le Sud de l’Italie au XVIIIe siècle. Flux marchands, articulations territoriales, choix politiques, in « Provence historique », 1994, n. 177, pp. 321-365 ;
(in collaborazione con M. Dell’Aquila), cura di Storia di Bari nell’Ottocento, Roma-Bari, Laterza, 1994;
– La sintesi e il suo oggetto: comunità e mercati nell’Europa di età moderna, in “Storica”, 1995, n. 2, pp. 83-102;
(in collaborazione con B. Lepetit), cura e premessa di Percezioni dello spazio, numero monografico di “Quaderni storici”, 1995, n. 90;
– The arrogance of the market. The economy of the Kingdom between the Mediterranean and Europe, in Naples in the Eighteenth Century. Birth and Death of a Nation State, edited by G. Imbruglia, Cambridge (U.K.), CUP, 2000, pp. 44-69;
– (in collaborazione con A. Carrino), Il territorio flessibile. Flussi mercantili e spazi meridionali nel Settecento e nel primo Ottocento, in Le mappe della storia. Proposte per una cartografia del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna, a cura di G. Giarrizzo e E. Iachello, Milano, Franco Angeli, 2002, pp. 99-122;
– L’allevamento, in Storia dell’agricoltura italiana, vol. II, Il Medioevo e l’età moderna, a cura di G. Pinto, C. Poni, U. Tucci, Firenze, Accademia dei Georgofili, 2002, pp. 255-320;
– Fra ingegnerie e identità. I territori possibili della storiografia, in Territorio e identità regionali, a cura di A. Carrino, Bari, Edipuglia, 2002, pp. 11-23;
– Il territorio sghembo. Forme e dinamiche degli spazi umani in età moderna, Bari, Edipuglia, 2002;
– (in collaborazione con A. Carrino), Trasferimento tecnologico e innovazione sociale. Pierre Ravanas e l’olio del Mezzogiorno d’Italia fra Sette e Ottocento, in “Quaderno storici”, 2003, n. 113, pp. 499-550;
– L’”inutilità” come storia e come progetto. Vicende, logiche e inattualità territorio dell’Alta Murgia, in “Continuità”, 2003, nn. 2-3, pp. 51-70;
– Come gli urbanisti divennero interazionisti simbolici. Istituzionalizzazione e riflessività nelle scienze sociali fra moderno e postmoderno, di prossima pubblicazione.

Angelo Massafra
– Campagne e territorio nel Mezzogiorno fra Settecento e Ottocento, Bari, Dedalo, 1984;
– Déséquilibres régionaux et réseaux de transports en Italie méridionale du milieu du XVIIIe siècle a l’Unité, in “Annales E.S.C.”, 1988, n. 5, pp. 1045-1080 ;
– Note sulla geografia feudale del Regno di Napoli alla fine del XVIII secolo, in Le mappe della storia. Proposte per una cartografia del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna, a cura di G. Giarrizzo e E. Iachello, Milano, Franco Angeli, 2002, pp. 11-32;
– Il “laboratorio” dell’Atlante storico italiano: un bilancio ancora aperto, in Religione, cultura e politica nell’Europa dell’età moderna. Studi offerti a Mario Rosa dagli amici, Firenze, Olschki, 2003, pp. 41-73;
– Note sulla geografia feudale della Capitanata nell’età moderna, in La Capitanata in età moderna, a cura di S. Russo, Foggia, Grenzi, 2004.

Angelantonio Spagnoletti
– Giudici e governatori regi nelle università meridionali, in “Archivio storico per le provincie napoletane”, 1987, pp. 415-454;
– Territorio e amministrazione nel Regno di Napoli (1806-1816), in “Meridiana”, 1990, n. 9, pp. 79-101;
– Storia del Regno delle Due Sicilie, Bologna, Il Mulino, 1997;
– Nel Regno di Napoli. Dal potere diffuso alla centralizzazione, in Per un atlante storico del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna, a cura di E. Iachello e B. Salvemini, Napoli, Liguori, 1998, pp. 65-73;
– Ceti dirigenti cittadini e costruzione dell’identità urbana nelle città pugliesi tra XVI e XVII secolo, in Le città del Mezzogiorno nell’età moderna, a cura di A. Musi, Napoli, ESI, 2000, pp. 25-40;
– La costruzione di un nuovo spazio amministrativo: il Mezzogiorno continentale tra 1799 e 1816, in Le mappe della storia. Proposte per una cartografia del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna, a cura di G. Giarrizzo e E. Iachello, Milano, Angeli, 2002, pp. 91-98 e cc. 64-73;
– Gli studi sui poteri locali e sui feudi, in La storiografia pugliese nella seconda metà dell’Ottocento, a cura di R. Giura Longo e G. De Gennaro, Bari, Levante, 2002, pp. 41-50;
– Gruppi dirigenti e poteri locali in Puglia in età moderna, in Territorio e identità regionali, a cura di A. Carrino, Bari, Edipuglia, 2002, pp. 111-121;
– Potere amministrativo ed élite nelle “università” del regno di Napoli (sec. XVI-XVII), in Espacios de poder: Cortes ciudades y villas, a cura di J. Bravo, vol. I, Madrid, Universidad Autonoma, 2002, pp. 69-79.

Saverio Russo
– (in collaborazione con A. Massafra), Microfondi e borghi rurali nel Mezzogiorno, in Storia dell’agricoltura italiana in età contemporanea, a cura di P. Bevilacqua, vol. I, Spazi e paesaggi, Venezia, Marsilio, 1989, pp. 181-228;
– Bari e i casali, in S. Russo, Pellegrini e “casalini” a Bari in età moderna, Bari, Edipuglia, 1996, pp. 17-74.

Elena Papagna
– Stato, baroni, università: organizzazione e governo del territorio nella Murgia meridionale tra XVI e XVIII secolo, in “Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Bari”, 1994-95, pp. 369-525;
– Sogni e bisogni di una famiglia aristocratica. I Caracciolo di Martina in età moderna, Milano, Angeli, 2002;
– Dimensione territoriale e rappresentazione cartografica di una signoria feudale in età moderna, in Le mappe della storia. Proposte per una cartografia del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna, a cura di G. Giarrizzo e E. Iachello, Milano, Angeli, 2002, pp. 33-43 e cc. 11-16.

Clara Copeta
– L’approche locale et l’analyse du paysage, in Meeting on indipendency between agricolture and urbanization, Tunisi 2000;
– Identità, luoghi e paesaggi, in AA.VV., Geografie e ambienti, Bari 2004.

Annastella Carrino
– I flussi migratori: strategie individuali e di gruppo, in Storia di Bari, vol.IV: L’Ottocento, a cura di M. Dell’Aquila e B. Salvemini, Roma-Bari, Laterza, 1994, pp.45-92;
– Parentela, mestiere, potere. Gruppi sociali in un borgo meridionale di antico regime (Mesagne: secoli XVI-XVIII), Bari, Edipuglia, 1995;
– Villaggi e poteri signorili, in «Storica», 1997, n. 7, pp. 149-160;
– Famiglia e parentela nella Puglia contadina di età moderna: spunti per una rappresentazione cartografica, in Per un atlante storico del Mezzogiorno e della Sicilia in età moderna, a cura di E. Iachello e B. Salvemini, Napoli, Liguori, 1998, pp. 221-239;
– La città aristocratica. Linguaggi e pratiche della politica a Monopoli fra Cinque e Seicento, Bari, Edipuglia, 2000, pp. 324;
– cura di Territorio e identità regionali. La storia della Puglia, Bari, Edipuglia, 2002;
– Sugli usi storiografici delle istituzioni. Ludovico Pepe oggi, in Per Ludovico Pepe. Storico della società pugliese nel centenario della morte, Manduria, Lacaita, 2003, pp. 111-120.

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2.5 Descrizione del programma e dei compiti dell’Unità di Ricerca

L’unità di ricerca dell’Università di Bari si situa nel quadro e nelle logiche del progetto interuniversitario “Decifrare l’insediamento”: essa cioè propone un oggetto di studio di dimensione cronologica e spaziale vasta non certo con l’obbiettivo di esaurirlo, ma di problematizzarlo e di presentarlo in una luce meno irrealistica di quella presente di frequente, in forma implicita o esplicita, negli studi. Si lavorerà di conseguenza per sondaggi, che verranno orientati da una comune tensione interpretativa e si appoggeranno sulla lunga esperienza di lavoro sulla storia del territorio dei componenti della unità di Bari. In una qualche misura, questo programma di ricerca può essere una occasione per ripensare e riorganizzare il lavoro svolto e per rilanciarlo su temi poco esplorati. La scala di indagine varierà da quella dell’intero Regno di Napoli all’ambito pugliese fino alla scala locale, e l’arco cronologico privilegiato sarà quello delle competenze prevalenti nel gruppo, ossia l’età moderna. La presenza di una geografa specialista di metodologia della lettura dello spazio umanizzato (la Prof.ssa Clara Copeta) contribuirà ad arricchire concettualmente le domande da porre alle fonti.
Il lavoro verrà sviluppato lungo tre direttrici ed affidato a responsabili, nell’ambito dell’unità, man mano qui di seguito precisati.

1. Verrà in primo luogo portata avanti la costruzione dell’atlante dell’insediamento del Mezzogiorno continentale descritto nel punto 2.4.
Si tratta di un ambito di ricerca per il quale, come si è già detto, non si prevede una conclusione: l’atlante è pensato come lavoro in progress. Nei due anni previsti per l’attuazione del progetto di ricerca, si individuano, per questo primo settore, i compiti seguenti.
a. Alimentare le banche-dati su ciascuno dei toponimi insediativi già individuati, e su altri che emergeranno dalla ricerca, in Microsoft Excell, collegate ad Arc View Gis. Si prevede in particolare di sistemare nella griglia concettuale e tecnica dell’atlante degli insediamenti:
– la geografia feudale meridionale. Si utilizzeranno e svilupperanno, dal lato del loro rapporto con la rete insediativa e del riconoscimento, classificazione e gerarchizzazione degli insediamenti, le due indagini che, per momenti diversi, coprono l’intero Regno di Napoli: quelle di Maria Antonietta Visceglia per la metà del ‘500 (cfr. in particolare Dislocazione territoriale e dimensione del possesso feudale nel Regno di Napoli a metà Cinquecento, nel volume da curato dalla stessa Visceglia Signori, patrizi, cavalieri in Italia centro-meridionale nell’età moderna, Roma-Bari 1992, pp. 31-75), e di Angelo Massafra per la fine del ‘700 solo parzialmente edite (cfr. i riferimenti bibliografici in 2.4a). Altri studi importanti che forniscono dati preziosi sono quelli, di scala regionale o provinciale, di Giuseppe Galasso (Calabria), M.A. Visceglia (Terra d’Otranto), G. Incarnato (province abruzzesi), M. Benaiteau (Principato Ultra). Per alcune province – quelle pugliesi, lucane e molisane, legate da complementarietà nella distribuzione del possesso feudale – si ricostruiranno analiticamente, sulla base di relevi ed apprezzi, i mutamenti della titolarità di feudi e signorie fra XVI e XVIII secolo (compravendite fra feudatari, vendite di centri regi e di feudi devoluti, trasferimenti per matrimonio e successioni), e la diversa natura e quantità dei poteri giurisdizionali e reali esercitati dai titolari dei feudi. A seguire questo lavoro nell’ambito del gruppo di ricerca sarà in particolare il Prof. Massafra.
– la geografia ecclesiastica. E’, come si sa, un terreno importante sotto il profilo della individuazione della rete insediativa, della sua gerarchizzazione, della costruzione di simboli ed identità locali, anche se meno importante che in altre realtà: ad esempio la Francia, dove paroisse e village sono spesso sinonimi. Si utilizzeranno e svilupperanno le indagini avviate per l’Atlante Storico Italiano sotto la direzione di Mario Rosa (cfr. in particolare L. Donvito e B. Pellegrino, L’organizzazione ecclesiastica degli Abruzzi e Molise e della Basilicata nell’età postridentina, Firenze 1973; A. Fino, Chiesa e società nelle diocesi di Terra di Lavoro a sud del Volturno in età postridentina (1585-1630), in “Rivista di storia della Chiesa in Italia”, 1981, n. 2, pp.388-449; L. Donvito, Società a Chiesa nelle diocesi di Terra di Lavoro a nord del Volturno in età post-tridentina (1585-1630), in Id., Società meridionale e istituzioni ecclesiastiche nel Cinque e Seicento, Milano 1987, pp. 19-130). Si utilizzeranno anche direttamente le Relationes ad Limina dell’Archivio Segreto Vaticano, in larga parte riprodotte in microfilm depositati presso il Laboratorio di Storia Moderna del Dipartimento di Scienze Storiche e Sociali dell’Università di Bari. Seguiranno questo lavoro Angelo Massafra e Biagio Salvemini.
– la geografia dei flussi, sulla base dei lavori di Maria Antonietta Visceglia, Biagio Salvemini, Saverio Russo e Annastella Carrino. In particolare si tratterà portare avanti e possibilmente concludere l’indagine quantitativa sui flussi commerciali meridionali intrapresa da lungo tempo da alcuni dei componenti di questa unità locale, e di assicurarne un efficace collegamento con le banche-dati dell’atlante. Seguiranno questo lavoro nell’ambito del gruppo di ricerca Annastella Carrino, Saverio Russo e Vincenzo Pepe.
– fenomeni di vario genere riguardanti l’insediamento che sono stati rilevati, o sono in corso di rilevazione, presso altri centri di ricerca, in primo luogo presso le altre unità locali di questo progetto: soprattutto quella catanese, che potrebbe cominciare a fornire un contributo importante per estendere l’atlante anche all’insediamento del Mezzogiorno insulare. Toccherà ovviamente in primo luogo al coordinatore scientifico seguire questo aspetto del lavoro.
b. Si lavorerà intensamente a risolvere problemi tecnici ancora non risolti: in primo luogo a migliorare la comunicazione, per ora non pienamente soddisfacente, fra le banche-dati in Microsoft Excell, che è un programma di immagazzinamento e calcolo efficace e flessibile, e l’ArcView, che permette la traduzione cartografica dei dati immagazzinati. L’unità di ricerca si avvarrà per questo problema della collaborazione della Prof. Eufemia Tarantino, ricercatrice di Topografia presso il Politecnico di Bari, che ha già dato un notevole contributo nel passato anche se non risulta ufficialmente fra i componenti della unità stessa, e di un esperto in informatica.
c. Si costruirà un sito informatico contenente l’atlante, facilmente ed efficacemente interrogabile dagli studiosi o da chiunque fosse interessato. Su questo punto, che richiede competenze informatiche e programmi costosi, si sono avviati contatti fruttuosi con l’Ecole Française de Rome, che ha un programma di storia del territorio nel cui ambito ha sviluppato alcune esperienze interessanti, ed in particolare con la direttrice della sezione per la storia moderna e contemporanea Brigitte Marin, studiosa delle rappresentazioni cartografiche del territorio.
d. Si pubblicizzerà l’atlante presso gli studiosi e gli altri potenziali utilizzatori e se ne orienterà l’uso tramite la pubblicazione cartacea con corredo di CD rom di “quaderni dell’atlante” centrati su temi o su aree. I quaderni conterranno ovviamente elementi interpretativi che utilizzeranno i risultati conseguiti lungo gli altri due filoni di ricerca qui sotto accennati, oltre che i risultati man mano conseguiti dalle altre unità operative.

2. La seconda direttrice di ricerca riguarda le definizioni giuridiche ed istituzionali degli insediamenti ed il loro mutare nel tempo. I punti che si intende sviluppare sono in particolare i seguenti:
a. il dibattito nella giurisprudenza napoletana sulla tipologia degli insediamenti e sulla capacità di questi ultimi di attribuire cittadinanza;
b. il rapporto fra luoghi abitati e istituzioni di autogoverno di antico regime (le “università”), ossia quali tipi di centri abitati identificati da “esterni” e da coloro che vi vivono (circa 4500 nel dizionario di Giustiniani di fine Settecento-primo dell’Ottecento) riescono a darsi un governo locale (circa 2000 per tutta l’età moderna);
c. l’intreccio di giurisdizioni insistenti sul medesimo territorio in età moderna (signoria feudale, diocesi, tribunali provinciali o locali, magistrature speciali ma di enorme peso come la Dogana della Mena delle Pecore di Foggia);
d. le risorse territoriali che caratterizzano un insediamento di antico regime dotato di un qualche livello di autonomia (pascoli, boschi, fonti) ed i loro profili giuridici;
e. il rimodellamento delle gerarchie amministrative in età napoleonica (accorpamenti, definizione di capoluoghi, reticoli di poteri amministrativi, giudiziari, militari gerarchicamente disposti);
f. le conseguenze sulla trama degli insediamenti delle operazioni militari più rilevanti contro il brigantaggio fra fine Settecento e gli anni post-unitari;
g. i profili ed i ruoli mutevoli delle élites locali.
L’ambito geografico in cui si muoverà questo filone di indagine tenderà ad essere quello dell’intero Regno di Napoli, e perciò si intreccerà con le ricerche condotte da altre unità locali. Si prevedono comunque approfondimenti riguardanti l’area pugliese.
Curerà queste indagini in particolare il Prof. Angelantonio Spagnoletti, che ha alle spalle una lunga consuetudine con questi problemi.

3. Un ultimo filone sarà quello dell’analisi ravvicinata, condotta su alcune aree pugliesi, delle identità, delle rappresentazioni, delle tensioni e dei conflitti fra individui, gruppi e poteri, che si intrecciano al livello locale muovendosi dentro ambienti di straordinaria densità istituzionale e segnati da pretese possessorie e di comando politico reciproca competizione. Si studieranno ad esempio le conseguenze dell’esercizio dei poteri giurisdizionali e reali dei feudatari sulla capacità dei centri abitati di riconoscersi in quanto corpo e di farsi riconoscere, ed i conflitti connessi alla assegnazione delle terre demaniali a diverse categorie giuridiche: di demanio feudale, regio , “universale”. Una particolare attenzione sarà rivolta alle forme della politica locale, su cui i componenti del gruppo hanno già lavorato intensamente; un tema ripreso di recente in un importante lavoro di Gérard Delille, Le maire et le prieur. Pouvoir central et pouvoir local en Méditerranée occidentale (Xve-XVIIIe siècle), Parigi 2003, riguardante in larga parte su due centri pugliesi sui quale è disponibile una documentazione eccezionale: Manduria, in Terra d’Otranto, e Altamura in Terra di Bari. Una questione sulla quale si concentrerà, su questo piano, l’impegno dell’unità di Bari è quella della verifica della congruenza fra l’agire politico delle élite locali e lo spazio locale in cui essi hanno la residenza principale; in altre parole, vogliamo verificare in che misura si possa dare per scontato, come in qualche misura anche nel libro di Delille, l’interesse dei gruppi “aristocratizzatisi” fra Cinque e Seicento per le “università” indipendentemente dalle caratteristiche delle stesse università e dalle risorse che controllano (come si sa straordinariamente diversificate, non solo per le dimensioni e posizioni geografiche, ma anche per i profili giuridico-istituzionali, data la mai risolta incertezza nella definizione e collocazione di questo istituto nell’ordinamento del Regno di Napoli). Studi e sondaggi già effettuati suggeriscono l’esistenza diffusa di forme dell’agire politico che ignorano l’insediamento immediato, puntando su altre dimensioni territoriali considerate più rilevanti e non sempre istituzionalizzate: un altro modo per rimettere in discussione l’oggettività della struttura insediativa, normalmente vista come il primo, necessario e “naturale” livello della vita politica, a partire dal quale si può ordinatamente salire ai livelli superiori. Cureranno queste indagini in particolare Elena Papagna e Annastella Carrino.
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2.6 Descrizione delle attrezzature già disponibili ed utilizzabili per la ricerca proposta con valore patrimoniale superiore a 25.000 Euro

Nessuna

2.7 Descrizione delle Grandi attrezzature da acquisire (GA)

Nessuna
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2.8 Mesi uomo complessivi dedicati al programma

 
 
Numero 
Mesi uomo 1° anno 
Mesi uomo 2° anno 
Totale mesi uomo 
Personale universitario dell’Università sede dell’Unità di Ricerca 
29 
29 
58 
Personale universitario di altre Università 
Titolari di assegni di ricerca 
Titolari di borse 
Dottorato 
 
Post-dottorato 
 
 
 
 
Scuola di Specializzazione 
 
 
 
Personale a contratto 
Assegnisti 
 
 
 
 
Borsisti 
 
 
 
 
Dottorandi 
 
 
 
 
Altre tipologie 
25 
25 
50 
Personale extrauniversitario 
 
 
 
TOTALE 
16 
64 
60 
124 

PARTE III

3.1 Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca

Voce di spesa 
Spesa in Euro 
Descrizione 
Materiale inventariabile 
5.000 
acquisto di un computer e di programmi 
Grandi Attrezzature 
 
 
Materiale di consumo e funzionamento 
1.000 
carta, dischetti, CD, microfilm e fotocopie 
Spese per calcolo ed elaborazione dati 
10.000 
georeferenziazione e mosaicatura dei centri; costruzione di un sito WEB contenente i dati, facilmente interrogabile 
Personale a contratto 
25.000 
lavoro di immissione di dati in computer in ambiente GIS 
Servizi esterni 
 
 
Missioni 
16.000 
missioni presso i depositi archivistici soprattutto di Napoli e di Parigi 
Pubblicazioni 
7.000 
si prevede la pubblicazione a stampa di fascicoli illustrativi dell’atlante informatico 
Partecipazione / Organizzazione convegni 
2.000 
contributo all’organizzazione di incontri che coinvolgeranno tutte le unità di ricerca 
Altro  
 
 
TOTALE
66.000 
  

3.2 Costo complessivo del Programma di Ricerca

 
  
Descrizione 
Costo complessivo del Programma dell’Unità di Ricerca 
66.000 
 
Fondi disponibili (RD) 
7.000 
fondi di ricerca di Ateneo dell’Università di Bari per gli anni 2003 e 2004 
Fondi acquisibili (RA) 
13.000 
fondi di ricerca di ateneo dell’Università di Bari per l’anno 2005 (3000 euro); contributo aggiuntivo di ateneo dell’Università di Bari (10000 euro) 
Cofinanziamento di altre amministrazioni 
 
 
Cofinanziamento richiesto al MIUR 
46.000 
 

3.3.1 Certifico la dichiarata disponibilità e l’utilizzabilità dei fondi di Ateneo (RD e RA)

SI

(per la copia da depositare presso l’Ateneo e per l’assenso alla diffusione via Internet delle informazioni riguardanti i programmi finanziati e la loro elaborazione necessaria alle valutazioni; legge del 31.12.96 n° 675 sulla “Tutela dei dati personali”)
Firma _____________________________________          Data 18/03/2004 ore 07:43 

SCHEDA DI VALUTAZIONE

# Criteri di valutazione Punteggio Motivazione del punteggio

1 Originalità del Progetto e suo contributo al progresso delle conoscenze scientifiche  8 buono
 
Il progetto si inserisce in una ricca tradizione di studi proponendo un aggiornamento originale per l’intento di sintesi, la varietà di contesti studiati, l’ articolazione di problemi considerati. 
2 Chiarezza e verificabilità degli obiettivi  9 molto buono
 
Nonostante il livello di complessità e di interdisciplinarietà della ricerca, gli obiettivi sono individuati con chiarezza e risultano verificabili. 
3 Appropriatezza dei metodi e delle tecniche da utilizzare  9 molto buono
 
I metodi e le tecniche indicati, che si rifanno alla migliore esperienza di ricerca in un campo che va dalla geografia alla storia economica e istituzionale, risultano adeguati all’impresa. 
4 Adeguatezza delle risorse umane e strumentali già disponibili e/o richieste  9 molto buono
 
Il progetto prevede l’impiego di un gruppo di ricercatori adeguato. Anche le risorse da impiegare risultano congruenti. 

5 Competenza del coordinatore scientifico  10 eccellente
 
Il curriculum scientifico e le esperienze di ricerca del coordinatore sono di livello internazionale e risultano particolarmente adatte al lavoro proposto. 
6 Competenza dei gruppi proponenti  8 buono
 
Gli studiosi che costituiscono le diverse unità risultano competenti, dal momento che vantano esperienze di studio approfondito in sede locale e regionale nell’ambito meridionalistico. 
7 Complementarità dei gruppi proponenti  9 molto buono
 
Ogni gruppo potrà dare un valido contributo al progetto generale, integrandosi opportunamente con le altre unità. 

Commento generale

Il progetto risulta ambizioso e originale per metodi e obiettivi. Le risorse indicate risultano adeguate al notevole impegno. Sono apprezzabili la puntuale riconsiderazione della storiografia disponibile e l’articolazione nelle diverse fasi che viene prospettata.

Si tratta di un progetto vasto e complesso,di grande attualità per le sue implicazione nella gestione urbanistica e del territorio, che viene qui illustrato con la dovuta articolazione e precisione nelle sue diverse fasi. Le competenze dei partecipanti alla ricerca sono adeguate, in particolare quelle del coordinatore che vanta una esperienza qualificata in ambito internazionale.

Punteggio finale 62 / 70

Raccomanda il progetto per il finanziamento? SI

L’entità del finanziamento richiesto è: Congrua

 

SCHEDA DI VALUTAZIONE

# Criteri di valutazione Punteggio Motivazione del punteggio

1 Originalità del Progetto e suo contributo al progresso delle conoscenze scientifiche  9 molto buono
 
In sintonia con la più recente storiografia sul territorio, il progetto, ampio sotto il profilo cronologico e geografico, appare in grado di proporre una nuova immagine storiografica del problema dell’insediamento meridionale, a lungo considerato un elemento permanente della sua arretratezza. 
2 Chiarezza e verificabilità degli obiettivi  9.5 molto buono
 
Il programma si presenta articolato in quattro fasi,per ciascuna di esse vengono indicati con chiarezza tempi, costi previsti e risultati parziali attesi.La credibilità e la realizzabilità degli obiettivi risultano complessivamente verificabili, sia attraverso i convenzionali mezzi della comunicazione scientifica,sia mediante la realizzazione di un sito informatico,liberamente interrogabile, contenente l’Atlante degli insediamenti meridionali in GIS. 
3 Appropriatezza dei metodi e delle tecniche da utilizzare  9 molto buono
 
Nel complesso, sia in relazione alla discussione storiografica e concettuale,sia sul piano della ricerca concreta,il progetto propone linee fortemente innovative, in grado di ripensare e problematizzare il tema dell’insediamento meridionale tra età moderna e contemporanea. Sul piano teorico e pratico, la funzionalità del progetto appare sostenuta da un metodo adeguato e costante. 
4 Adeguatezza delle risorse umane e strumentali già disponibili e/o richieste  8.5 buono
 
Le risorse umane disponibili,le richieste di personale a contratto,la partecipazione di personale universitario esterno,sia globalmente che nelle singole Unità,appaiono adeguate.Si deve solo rilevare la scarsa corrisponsenza nel progetto dell’Unità n.1 tra il vasto programma di ricerche programmate in archivi e biblioteche nazionali e francesi e l’esiguità della voce di spesa prevista per Missioni e personale a contratto,nonchè l’esiguo rapporto mesi-uomo previsto complessivamente per il personale impegnato nel programma dell’Unità di ricerca. 

5 Competenza del coordinatore scientifico  10 eccellente
 
Il coordinatore presenta significative esperienze internazionali nell’ambito del tema di ricerca proposto e i suoi interessi scientifici recenti giustificano il ruolo di responsabile nazionale. E’ membro di importanti istituti culturali e attualmente è coordinatore scientifico di un programma di ricerca finanziato dalla Commissione Europea che federa diciotto università.Il suo contributo, sia in qualità di ricercatore principale di una delle Unità di ricerca, sia di responsabile del coordinamento di tutte le Unità, appare definito e coerente. 
6 Competenza dei gruppi proponenti  10 eccellente
 
La competenza e la qualificazione scientifica dei responsabili e dei componenti delle Unità appaiono appropriate ai compiti da svolgere. Molti dei responsabili locali hanno acquisito specializzazioni presso prestigiosi istituti universitari europei e sono già stati coordinatori di gruppi di ricerca CNR e PRIN. Anche i ricercatori più giovani dimostrano di aver maturato significative esperienze nazionali e internazionali partecipando, con relazioni, a convegni e seminari. 
7 Complementarità dei gruppi proponenti  9 molto buono
 
Le diverse Unità appaiono, dal punto di vista delle competenze e per il profilo scientifico, complementari; i ricercatori delle Unità e la rete di collaborazioni esterne previste risultano adeguati al progetto di ricerca e in grado di apportare gli specifici contributi necessari a realizzare gli obiettivi del programma. 

Commento generale

In sintonia con la più recente storiografia internazionale,il programma propone di ricostruire i mutamenti e le gerarchizzazioni dell’insediamento meridionale;intende inoltre riclassificare la rete insediativa,nel quadro più generale di un ripensamento dello spazio umanizzato nelle scienze sociali.L’esame delle realtà insediative è portato avanti in un quadro comparativo che mette in evidenza la complessità delle articolazioni territoriali,fornisce indicazioni metodologiche per interpretare la cartografia storica,in grado di riconsiderare in termini problematici l’uso della categoria spazio.La realizzazione di un sito informatico,liberamente interrogabile,contenente l’Atlante degli insediamenti meridionali, può fornire risposte anche alla domanda di storia che la nuova legislazione regionale sulla pianificazione di area larga impone.Le risorse umane disponibili e/o richieste appaiono globalmente adeguate,tuttavia il costo complessivo del programma dell’Unità di ricerca n.1 e il rapporto mesi/uomo appare troppo esiguo per consentire la realizzazione degli obiettivi dell’unità operativa.

Il coordinatore presenta significative esperienze internazionali nell’ambito del tema di ricerca proposto e i suoi interessi scientifici recenti giustificano il ruolo di responsabile nazionale.La competenza e la qualificazione scientifica dei responsabili e dei componenti delle Unità sono appropriate ai compiti da svolgere e le diverse Unità appaiono, dal punto di vista delle competenze e per il profilo scientifico, complementari.

Punteggio finale 65 / 70

Raccomanda il progetto per il finanziamento? SI

L’entità del finanziamento richiesto è: Congrua