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USO PUBBLICO DELLA STORIA

Inauguriamo una nuova rubrica, dedicata all’”uso pubblico della storia” una espressione ormai convenzionale per indicare un fenomeno certo non nuovo (quando mai la storiografia non ha avuto un suo uso pubblico?) ma sul quale si sta discutendo molto, e forse con accenti nuovi, nella svolta del millennio, per il mutare dell’orizzonte storico e per l’accresciuto ruolo dei grandi mezzi di comunicazione. Soprattutto su temi di attualità politica, le diverse opinioni degli storici che spesso partecipano anch’essi al dibattito politico come opinionisti sono utilizzate per sostenere opposte tesi, legittimare o delegittimare gli avversari, fondare nuove identità o minare quelle esistenti che si ritengano non corrispondenti al proprio progetto politico. Da Pio IX a Cefalonia, dal Risorgimento alla Resistenza, dal ruolo della chiesa a quello del Pci, o, per allargare il campo d’osservazione a fenomeni internazionali, dal totalitarismo alla globalizzazione, le opinioni espresse nel corso del lavoro storico si prestano a scorribande nel passato che le isolano dal loro contesto di ricerca.
Come redazione dell’Annale, abbiamo deciso di dedicare spazio a tematiche che abbiano rappresentato significativi momenti di discussione e di scontro, affrontandole con gli strumenti propri del nostro mestiere: la ricerca, la documentazione ed ovviamente l’analisi critica. In tal senso pubblichiamo il documentato intervento di Luca Baldissara sulla polemica che sul finire dello scorso anno ha visto politici e storici confrontarsi sui manuali di storia per le scuole secondarie, sulla loro asserita faziosità sul ruolo che enti pubblici come le Regioni (alcune Regioni) hanno rivendicato nella promozione di un approccio storiografico politicamente più consono agli orientamenti politici dei loro governanti. La mozione approvata dalla Regione Lazio provocò anche un intervento del nostro presidente, Raffaele Romanelli, che viene riportato nell’appendice documentaria dell’articolo di Luca Baldissara, il quale ha il merito, al di là dei giudizi espressi dall’autore, di ricostruire minuziosamente e scrupolosamente fatti e opinioni, rendendo conto delle diverse posizioni e compiendo un’analisi che si colloca, al di là della polemica politica che ha caratterizzato la vicenda, sul terreno proprio del lavoro storiografico.