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Religioni e secolarizzazioni. Ebraismo, Cristianesimo e Islam nel mondo globale

Marta Margotti
Torino, Rosenberg & Sellier, 160 pp., € 17,50

Anno di pubblicazione: 2013

Marta Margotti, i cui studi si sono concentrati sul rapporto tra Chiesa e modernità
e sulla storia sociale delle donne, affronta in questo saggio il tema della secolarizzazione
nella prospettiva della globalizzazione. L’a. esamina, in chiave comparativa, come all’interno
delle tre grandi religioni monoteiste (ebraismo, cristianesimo e islam) si sia realizzata,
sotto la spinta della crescente interdipendenza tra diverse aree del mondo, una forte
influenza reciproca tra sacro e secolare, tra religioni e processi di secolarizzazione. Il testo
si inserisce nell’ampio dibattito sulla globalizzazione della religione dando un contributo,
all’interno della cosiddetta World History, al filone emergente interessato alla «mondializzazione
del sacro e del secolare» (p. 11).
Si spiega così la declinazione al plurale di una categoria – la secolarizzazione – troppo
spesso assunta in modo rigido con esiti problematici nella sua applicazione all’analisi storica.
L’a. ne è consapevole e, prendendo le mosse dalla critica post-moderna al paradigma
weberiano, prova a definire la secolarizzazione nelle sue diverse sfaccettature. A partire da
queste premesse vengono analizzati i diversi percorsi attraverso cui in età contemporanea
nel mondo ebraico, cristiano e musulmano si sono ridefiniti la famiglia, l’educazione
scolastica, la concezione del diritto, la laicità, la democrazia.
Ne emerge un quadro ampio e articolato, di sicuro fascino, che l’a. sviluppa, però, in
modo non sempre chiaro e convincente. Il progetto è ambizioso anche se il tema appare
troppo vasto per essere affrontato in un saggio piuttosto contenuto. L’a. privilegia l’approccio
comparativo nell’intento di superare una visione rigidamente eurocentrica della
secolarizzazione. Ma spesso la comparazione non riesce a dar conto delle interrelazioni tra
fenomeni e processi storici diversi, che l’a. si propone invece di mettere in luce. Non viene
cioè sufficientemente descritto in che modo la secolarizzazione – intesa non quale astratto
modello sociologico, ma come concreto processo storico – abbia prodotto mutamenti che
interessano culture, civiltà e aree del mondo tanto differenti tra loro. Più efficace l’ultima
parte del testo relativa allo scenario attuale nel quale l’affermazione, da una parte, di differenti
forme di fondamentalismo religioso e, dall’altra, di «religioni civili» in molti paesi
evidenzia come «la secolarizzazione, più che l’espulsione di Dio dallo spazio pubblico, si è
manifestata come un processo di articolazione e di ridefinizione del ruolo della religione»
nel contesto globale (p. 146).
In conclusione si può affermare che il tema del libro è di grande interesse e spessore
e perciò ci si augura che l’autrice possa in futuro dedicare a questo tema una trattazione
più ampia.

Giorgio Del Zanna