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Lager, totalitarismo, modernità. Identità e storia dell’universo concentrazionario – 2002

AA.VV.
Milano, Bruno Mondadori, pp. 307, euro 21,90

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume raccoglie gli atti di un convegno tenutosi a Genova nel 2001. Diviso in tre parti, parte da considerazioni generali sulla genesi e sulla fenomenologia del Lager (H. Mommsen, W. Benz, C. Natoli, E. Collotti, L. Picciotto, B. Mantelli, G. Schreiber) nell’esperienza nazista e approda ad una serie di analisi più mirate sulla categoria di totalitarismo e sulla trasmissione della memoria (G. Gozzini, A. De Bernardi, A. Maiello, P. Battifora) con una serie di schede di lavoro sui luoghi della memoria in Italia, sugli Istituti e gli enti preposti al compito di ?Conservare, costruire, trasmettere la memoria storica? (è il titolo della comunicazione di L. Lajolo).
Come tutti gli atti di convegni, ma questo più di altri sul medesimo argomento, questo volume presenta i caratteri della disomogeneità, aggravati dalla forte iteratività di argomenti scelti dai diversi autori senza molta originalità e spirito di innovazione. Si direbbe sia prevalsa la logica di una semplice e un po’ generica divulgazione, a discapito degli approfondimenti critici; specialmente gli autori delle relazioni più generali non hanno fatto altro che riprendere pagine già disponibili in loro precedenti studi monografici o in altre pubblicazioni miscellanee. In taluni casi si tratta di cose già lette in due o tre altre sedi. Di qui il senso di una certa pesantezza che prende il lettore, la sensazione di assistere alla ripetizione del già detto o del già scritto, con operazioni chirurgiche compiute in maniera piuttosto netta e sbrigativa, ciò che rende la trattazione talora incompleta e non adeguata al titolo, sempre chiaro e preciso, dato a una relazione che, sospesa com’è in modo del tutto imprevedibile, lascia poi il lettore inappagato. La gamma di argomenti che il convegno intendeva affrontare era piuttosto estesa, ma non sempre riesce soddisfatto il desiderio della semplice informazione divulgativa.
E’ un vero peccato, perché non mancano nel volume spunti di grande interesse su ricerche in corso o in via di conclusione. Penso per esempio alle note introduttive di Enzo Traverso sugli usi e sugli abusi della categoria di ?totalitarismo?, che anticipano temi poi confluiti in un esemplare volumetto pubblicato dallo stesso Traverso (Bruno Mondadori, 2002). O ancora: si trovano qui anticipate le linee generali, e le tesi forti, dell’ampia ricerca di Capogreco, sugli aspetti e le peculiarità del sistema concentrazionario fascista: ricerca ormai in via di conclusione con un libro che avrà caratteri di metodo e di sostanza fortemente innovativi. Infine si segnala il volume per la possibilità che offre agli studiosi di entrare nel laboratorio artigianale di Italo Tibaldi, superstite del Lager, ?Vecchio Marinaio? avrebbe detto Primo Levi, fattosi studioso solitario e coraggioso di storia della deportazione, custode esemplare di centinaia e centinaia di storie individuali, catalogate con pazienza e perizia, con un instancabile lavoro iniziato molti anni or sono quando si organizzavano assai pochi convegni sul Lager e la memoria della deportazione non attirava l’attenzione del mondo accademico. Autore sobrio e preciso Tibaldi contribuisce al presente volume con una bella relazione di sintesi sulla Geografia della deportazione italiana e le sue destinazioni.

Alberto Cavaglion