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Agostino Giovagnoli, Luciano Tosi (a cura di) – Un ponte sull’Atlantico. L’Alleanza occidentale, 1949-1999 – 2003

Agostino Giovagnoli, Luciano Tosi (a cura di)
Milano, Guerini e Associati, pp. 395, euro 29,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il recente intervento militare in Iraq, e le tensioni tra gli Stati Uniti e alcuni paesi europei che lo hanno accompagnato, hanno indotto molti commentatori a parlare di una crisi definitiva nei rapporti transatlantici e a preconizzare una prossima fine dell’Alleanza Atlantica. Come già in passato, un profluvio di libri e saggi ha accompagnato questo nuovo capitolo dei rapporti euro-statunitensi. Ciò che spesso manca, nella riflessione corrente, è però una prospettiva storica che permetta di contestualizzare (e, di riflesso, relativizzare) le attuali difficoltà.
Per tale motivo, questo volume arriva in un momento particolarmente propizio e offre materiali e spunti assai utili anche per comprendere le vicende più recenti. La raccolta di saggi curata da Giovagnoli e Tosi affronta infatti in modo esaustivo e dettagliato molte delle problematiche che hanno contraddistinto la cinquantennale esperienza dell’Alleanza Atlantica. Essa si divide in quattro sezioni, che analizzano diversi temi: l’antagonismo bipolare e il contesto della guerra fredda; il ruolo dell’Italia nell’Alleanza Atlantica e i condizionamenti sulla sua politica interna derivati dal farne parte; i rapporti tra l’Alleanza e altre organizzazioni e processi, su tutti quello d’integrazione europea; le trasformazioni determinate dall’implosione del blocco comunista e dal difficile tentativo della Nato di ridefinire il proprio ruolo dopo il 1989.
Il filo conduttore, talora esplicito, ma più frequentemente implicito, che unisce i diversi contributi è rappresentato dal riconoscimento sia dell’unicità dell’Alleanza sia dalla sua straordinaria solidità. Non è un caso che il volume si apra con un saggio di Geil Lundestad, lo studioso che maggiormente ha sottolineato la peculiarità di un’Alleanza, quella fra Stati Uniti e paesi europeo-occidentali, fondata su un livello di consenso e su una contrattazione fra le due parti che hanno finito per garantirne il successo e la durata (una tesi, questa, riassunta da uno slogan di grande successo, ?l’impero su invito?, che Lundestad coniò ormai vent’anni fa e che lo storico norvegese ripropone, aggiornato e adattato, anche in questo suo nuovo contributo). Come non è un caso che i contributi, assai interessanti, dedicati agli anni ’90 e al post guerra fredda, sottolineino tutti gli elementi di forza della NATO, pur evidenziando la possibilità che l’estensione dei suoi impegni ben oltre i compiti originari, l’assenza del collante garantito dalla presenza di un comune nemico e le diverse percezioni che Europa e USA hanno della situazione internazionale possano stravolgere la natura dell’Alleanza o metterne addirittura a rischio la sopravvivenza. Una possibilità che in questi ultimi due anni è parsa spesso essere sul punto di realizzarsi e che taluni autori dei saggi di questo volume sembrano talora auspicare o quantomeno ritenere inevitabile (per M. De Leonardis, ad esempio, la ?spinta verso l’integrazione europea? potrebbe in futuro nascere proprio ?dalla volontà di resistere all’egemonia degli Stati Uniti?, p. 377). Ma una possibilità che proprio l’esperienza storica dell’Alleanza Atlantica, come questo volume appropriatamente ci ricorda, mostra essere affatto scontata e ineluttabile.

Mario Del Pero