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Alberto Romano [et al.] – La giustizia amministrativa ai tempi di Santi Romano presidente del Consiglio di Stato – 2004

Alberto Romano [et al.]
Torino, Giappichelli, pp. XI-279, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2004

Come si ricorda nel frontespizio, il volume raccoglie gli atti del convegno tenutosi a Roma, presso la sede di Palazzo Spada, il 6 febbraio 2003. Ad una prima lettura dei titoli delle varie relazioni, è assai complesso situare cronologicamente il tema del libro per chi non sia a conoscenza del ruolo ricoperto dal giurista Santi Romano. Nessuna delle relazioni ha una data degli estremi della presidenza di Romano (dicembre 1928 ? gennaio 1945) e, di conseguenza, solo leggendo il testo il lettore capisce che si sta parlando del funzionamento di un’importante grand corps de l’Etat durante il fascismo.
Introdotto dall’attuale presidente Alberto De Roberto, il volume si compone di dieci relazioni, quasi tutte di taglio specialistico tecnico-giuridico: l’unico intervento storico-giuridico è quello di Guido Melis, Il Consiglio di Stato ai tempi di Santi Romano (pp. 39-55), che ben spiega e contestualizza lo specifico ruolo di Romano e il suo atteggiamento nei confronti del regime fascista.
Seppur di difficile lettura per il linguaggio giuridico, il libro è importante perché compie una serie di verifiche de visu di quanto la cultura giuridica liberale (comunque permeata di concezioni autoritarie, forse più di quello che si pensi) riuscisse a metabolizzare e a limitare, con diverse graduazioni e distinguo, le novità giuridiche introdotte dal fascismo, quasi sempre involutive nei confronti dell’individuo. Così si scorrono con interesse e curiosità, per la prospettiva adottata (quella interna, appunto, del Consiglio di Stato), le pagine sui pareri resi ?in tema di organizzazione amministrativa e di rapporti sociali e religiosi? (pp. 59-112); o quelle ?in tema di contratti e urbanistica? (pp. 113-123).
Parafrasando Achille Battaglia, si può sostenere che per comprendere cosa sia accaduto nel corso della ventennale dittatura non ci si deve fermare all’analisi delle sue leggi, ma bisogna esaminare le sue sentenze. Attraverso una costante analisi dei pareri e delle sentenze, è dunque possibile constatare come fossero interpretate e applicate le leggi nel campo della giustizia amministrativa: e, di conseguenza, rintracciare le aderenze o le dissonanze, talora di segno ?resistenziale?, del Consiglio di Stato nei confronti dello Stato fascista. A tale proposito si vedano le relazioni di Alessandro Pajno su L’effettività della tutela (pp. 225-259) e di Leopoldo Mazzarolli su La protezione del cittadino (pp. 261-279).
Infine, questa è una delle rare occasioni in cui le diverse componenti della ?famiglia? degli operatori del diritto si confrontano: gli autori delle relazioni ? consiglieri o professori universitari (e taluni anche avvocati) ? offrono un esempio delle varie culture giuridiche che hanno compiutamente fatto parte (oggi forse ancor di più) della società italiana, e non soltanto di quella delle istituzioni del paese.

Giovanni Focardi