Cerca

Andrea Colli – Il quarto capitalismo. Un profilo italiano – 2002

Andrea Colli
Venezia, Marsilio, pp. 117, euro. 9,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il libro tratta di una delle vicende più rilevanti tra quelle intervenute nel capitalismo italiano negli ultimi vent’anni. Al declino dell’impresa pubblica ha corrisposto un forte ridimensionamento dei maggiori gruppi privati, mentre anche le piccole imprese dei distretti industriali, che negli anni Settanta avevano avuto un grande successo, sono state sottoposte a nuove tensioni dalle sfide della globalizzazione. Di converso, è emerso con forza un significativo lotto di imprese di medie dimensioni, che si sono sostituite nelle classifiche di eccellenza ? tassi di crescita di redditività, produttività, valore aggiunto, fatturato ed esportazioni ? ai tradizionali protagonisti della vita economica italiana. Utilizzando il metodo di indagine della business history ? imperniato su un articolato esame di numerose storie aziendali che ha consentito, attraverso un’ampia comparazione, di enucleare alcune significative stilizzazioni ? l’autore analizza questo nuovo attore della scena industriale nazionale, che si configura come una sorta di Mittelstand italiano. Fortemente proiettate sui mercati internazionali, queste nuove imprese hanno dato vita a vere e proprie ?multinazionali tascabili?, con una ramificata rete di filiali commerciali e produttive all’estero. Tale fenomeno ? definito ?quarto capitalismo? per distinguerlo sia dalle grandi imprese pubbliche e private che dalle piccole imprese dei distretti industriali ? appare il risultato di un processo di gerarchizzazione che ha interessato numerosi sistemi produttivi di matrice distrettuale. Esso è dovuto sia allo sviluppo della tecnologia, che ha reso più conveniente un’azione coordinata e un aumento del grado di integrazione produttiva, sia a fattori di carattere finanziario, che hanno imposto il raggiungimento di una dimensione minima più alta che in passato per raccogliere le risorse necessarie per competere nel nuovo e più ampio mercato globale. Si tratta di una evoluzione che non nasconde, però, forti tratti di continuità con il passato. Le imprese del ?quarto capitalismo? si sono, infatti, affermate soprattutto nei settori del made in Italy ? produzione di beni durevoli per la persona e per la casa e della meccanica strumentale altamente specializzata ? nei quali già da tempo l’Italia godeva di un vantaggio competitivo sui mercati internazionali. Inoltre, esse mantengono legami molto stretti con i distretti industriali di origine, continuando a rivolgersi a subfornitori locali per lo svolgimento di un’ampia gamma di fasi del processo produttivo e la fornitura di servizi particolari. Allo stesso modo, spicca il permanere di uno stretto controllo familiare delle imprese, spesso attuato attraverso macchinose strategie di carattere finanziario, che si traducono sovente in farraginose pratiche successorie tese ad assicurare la posizione chiave a consanguinei e familiari. Si è, così, affermata una classe imprenditoriale nuova, per molti versi svincolata da quei rapporti con il sistema politico caratteristici della storia del grande capitalismo privato italiano del Novecento, ma alla quale è stato, tuttavia, sovente necessario ricorre per gestire il processo di privatizzazione di ampie sezioni delle grandi conglomerate pubbliche negli anni Novanta.

Alberto Rinaldi