Cerca

Antonello Biagini – Storia della Romania contemporanea – 2004

Antonello Biagini
Milano, Bompiani, pp. 188, euro 11,00

Anno di pubblicazione: 2004

Finalmente una storia della Romania che, crocianamente, prende le mosse dalla sua formazione come Stato nazionale, nel gennaio 1859 ? e non, come di solito, dall’antica Dacia e dai ?nipoti di Traiano?! Infatti, soltanto a partire dall’unione dei principati di Valacchia e di Moldavia sotto Alexandru I Cuza inizia la storia moderna e contemporanea di quei territori che nel 1816 il geografo greco Daniel Philippides, in un’opera pubblicata a Lipsia, designò come ?Romania? e in cui uno dei maggiori filoromeni del nostro Risorgimento (Cesare Correnti) ravvisò un’?altra Italia?. Pregio innegabile di quest’agile sintesi di Antonello Biagini è di delineare non solo, opportunamente inserendolo nel contesto europeo dell’epoca, il ?risorgimento? moldo-valacco ed il suo completamento, al termine della prima guerra mondiale, con l’annessione al ?vecchio Regno? della Bessarabia, della Transilvania (in senso ampio) e della Bucovina ? ma anche la complessa storia della Grande Romania tra le due guerre mondiali: la sua fragile e corrotta democrazia parlamentare, le pulsioni di un radicalismo di destra populista e xenofobo, le gravissime e umilianti amputazioni territoriali che le furono imposte nell’estate 1940 e la conseguente fine del decennale regno di Carol II, l’instaurazione della dittatura del generale (indi maresciallo) Ion Antonescu, la partecipazione al secondo conflitto mondiale a fianco delle potenze dell’Asse, il ?rovesciamento delle alleanze? attuato dal giovane re Michele con il colpo di stato del 23 agosto 1944, cui seguirono l’occupazione dell’Armata Rossa e l’ingresso nella sfera di influenza sovietica?
Tutto ciò è narrato da Biagini in pagine che alla ricchezza dell’informazione uniscono giudizi pacati ed equilibrati tanto su problemi tuttora assai controversi (come il contenzioso magiaro-romeno sulla Transilvania), quanto sulla tragica (e, per molti versi, ?originale?) esperienza comunista che la Romania conobbe dal 1947 al 1989. Un quarto del volume ? e ciò ne costituisce indubbiamente un ulteriore motivo d’interesse ? è poi consacrato al quindicennio successivo alla caduta del regime di ?socialismo dinastico? instaurato da Nicolae Ceausescu negli anni ’70 ? vale a dire alla difficile fase di ?transizione? che, soprattutto per l’accorta guida politica dell’ex comunista Ion Iliescu, ha non solo smantellato le strutture dell’economia pianificata, ma anche gradualmente inserito la Romania nelle istituzioni euro-atlantiche. Dal 1° gennaio 2007 la Romania postcomunista dovrebbe entrare a far parte dell’Unione Europea. È quindi auspicabile che, nella prossima edizione (la quale sicuramente provvederà a correggere alcuni errori di stampa e qualche inavvertenza), questa bella e densa ricostruzione delle vicende moderno-contemporanee del più popoloso ed esteso paese dell’Europa sud-orientale giunga ad illustrarne pure la fase successiva alle elezioni politiche e presidenziali del dicembre 2004, le quali hanno riportato al potere quelle forze di centrodestra che, durante la presidenza di Emil Constantinescu (1996-2000), certamente non si sono distinte per una esemplare gestione della cosa pubblica. Tutt’altro.

Lauro Grassi