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Brunello Mantelli – Germania rossa. Il socialismo tedesco dal 1848 ad oggi – 2001

Brunello Mantelli
Torino, Thélème, pp. 114, euro 11,88

Anno di pubblicazione: 2001

In questa sintesi Mantelli colma un vuoto importante negli studi in lingua italiana sulla storia contemporanea tedesca. L’opera si presenta come una visione d’insieme sintetica ma mai semplificata, in cui l’autore analizza il coniugarsi del socialismo tedesco nelle sue diverse espressioni partitiche, associazionistiche e sindacali in un arco temporale che tocca le tappe fondamentali della storia tedesca otto-novecentesca: dalla rivoluzione del ’48 al più recente governo Schröder. Individuando il ruolo di protagonista che in tale percorso ha di volta in volta svolto la Sinistra tedesca, Mantelli decifra le complesse dinamiche al suo interno sullo sfondo della più ampia costellazione di forze, politiche, economiche e sociali, e dei più generali meccanismi di potere che hanno caratterizzato la storia della Germania. Vengono in tal modo messe in luce le reali influenze delle leggi antisocialiste bismarckiane sul delinearsi e cristallizzarsi degli atteggiamenti e delle strategie del partito socialista tedesco o la sua incapacità a sottrarsi al coinvolgimento nella politica nazionalista e socialimperialista guglielmina. Mantelli evita di cadere in schematismi semplificativi che impediscano di cogliere la pluralità e diversità di proposte teoriche e di strategie pratiche tra le diverse realtà partitiche o associazionistiche della Sinistra e all’interno di un partito come la Spd. Si fa in tal modo luce su quell’ambiguo rapporto, che contraddistinse il partito fin dalla sua nascita, tra le due anime che lo generarono, quella riformista lasalliana e quella marxista di Bebel e Liebknecht, su come da ciò fosse scaturita la proposta ?revisionista? di Bernstein, e su come infine la Spd, chiudendosi in un impotente attendismo, si venisse a strutturare, secondo la formula di Kautsky come ?partito rivoluzionario? anziché come ?partito che prepara la rivoluzione?. Particolare attenzione è rivolta al difficile rapporto tra il partito comunista tedesco e la Spd caratterizzato da un continuo alternarsi tra tentativi di collaborazione e sempre più frequenti e duri scontri frontali, da un clima di sospetti e da una linea di reciproca intransigenza. In ciò l’autore individua una grave debolezza delle forze della Sinistra e la loro parte di responsabilità di fronte al successo e all’ascesa del nazionalsocialismo, da esse incredibilmente sottovalutato. Nel trattare la vicenda della Repubblica di Weimar Mantelli segue una precisa chiave interpretativa, che tuttavia proprio per questo importante momento storico non è affatto così univoca come può sembrare dal testo, e quindi in questo caso non sempre è presente quella necessaria sfumatura e articolazione nel giudizio interpretativo, che caratterizza invece le altre parti del libro. Di particolare interesse è infine l’analisi degli ultimi decenni della Sinistra tedesca e della Spd, che ha ormai rinunciato ufficialmente a qualsiasi accenno al marxismo, mentre si sta delineando, dopo il fallimento del ?socialismo reale? e la riunificazione tedesca, una nuova costellazione di forze di sinistra, alla ricerca ancora di un proprio equilibrio interno, e in cui un peso crescente viene ormai svolto dai Verdi e dalla Pds, erede della tradizione della Sinistra dell’ex Repubblica democratica.

Andrea D’Onofrio