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Brunello Vigezzi – The British Committee on the Theory of International Politics (1954-1985). The Rediscovery of History – 2005

Brunello Vigezzi
Milano, Unicopli, pp. 440, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2005

Brunello Vigezzi presenta in questo volume i frutti maturi della sua ormai lunga stagione di ricerca dedicata al British Committee on the Theory of International Politics, che ha già avuto un momento rilevante, più di dieci anni fa, con la traduzione italiana (corredata da un’ampia introduzione) del lavoro in qualche modo conclusivo dell’esperienza del Committee, e cioè la raccolta di saggi del 1984 L’espansione della società internazionale, curata da Hedley Bull e Adam Watson. La prima parte dell’attuale volume si muove ancora nella falsariga di quella introduzione, focalizzando nel suo insieme il significato dell’esperienza del Committee. Emerge quindi, più che una ?scuola accademica?, il profilo di un ambito di discussione, di un cenacolo intellettuale ricco e variegato, di un ?manipolo di amici piuttosto stretti? (secondo la loro stessa autodefinizione) che, a partire dagli anni Cinquanta, ha lavorato attorno ai ?fondamenti? della politica internazionale. Vigezzi sottolinea opportunamente la presenza di stimoli e punti di partenza articolati in questo lavoro: interessi ideali ed etici, approcci storici e operativi, finalità teoriche e interpretative. Come anche la diversità degli approcci dei maggiori promotori dell’iniziativa: lo storico realista sir Herbert Butterfield, l’analista e scienziato Martin Wight approdato al pacifismo, gli storici Michael Howard e Desmond Williams, il filosofo e teologo Donald MacKinnon, fino appunto ai più giovani Bull (di formazione filosofica e teorica, futuro autore de La società anarchica) e Watson (storico e diplomatico). Il concetto-chiave di ?società internazionale?, più ricco e storicamente articolato di quello di ?sistema?, viene così illustrato nella sua genesi e nella sua potenza euristica. E nel frattempo viene mostrato il valore del riferimento a un ?modo’ britannico di affrontare questi problemi, in cui diventa centrale il concetto di esperienza e quindi di storia (e di una storia che affondi le sue radici lontano nel tempo). La seconda parte del volume costituisce un approfondimento di questa storia dal punto di vista della genesi e dello sviluppo concreto dell’attività del Committee: sulla base di molteplici fonti d’archivio e testimonianze, Vigezzi ricostruisce in dettaglio il percorso seguito, il calendario preciso delle sessioni dei lavori, le scelte effettuate sugli studiosi da coinvolgere o da escludere (a volte si trattava in questo caso di autorità come Edward Carr o Fred Hinsley e Alan J.P. Taylor), l’elenco e i contenuti dei papers presentati, le discussioni svolte (ove ne sia stata consegnata traccia). Ne emerge un affresco colorito e affascinante di una vicenda intellettuale colta nella sua reale evoluzione interna. Che si arricchisce nell’ultima sezione del libro, con la pubblicazione di corrispondenza inedita tra i membri del Committee e di alcuni dei papers più significativi di questo trentennale lavoro. Insomma, una storia completa, che il gusto dell’autore per le sfumature e la sua capacità di smontare gli stereotipi rendono vivace e complessa, adeguata alla qualità dell’esperienza studiata.

Guido Formigoni