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Bruno P.F. Wanrooij (a cura di) – La mediazione matrimoniale. Il terzo (in)comodo in Europa tra Otto e Novecento – 2004

Bruno P.F. Wanrooij (a cura di)
Roma, Edizioni di storia e letteratura, pp. XX-398, euro 47,25

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume, curato e introdotto da Bruno Wanrooij, presenta contributi di ricerca sul matrimonio tra Otto e Novecento con riferimento a diversi contesti europei. L’ipotesi di fondo è data dal rifiuto della tradizionale storia di una lineare e progressiva diffusione del matrimonio ?privato?, emblema di un ?moderno? individualismo affettivo che prescinderebbe da legami familiari e comunitari. I saggi presentati indagano il mutamento avvenuto nel passaggio dalle società di antico regime a quelle contemporanee guardando piuttosto alla natura delle ?mediazioni? e alle caratteristiche dei soggetti ?terzi? rispetto ai coniugi.
Alcuni saggi sottolineano così il ruolo delle istituzioni pubbliche nel mediare i conflitti che insorgono tra nubendi o tra coniugi. È il caso delle istituzioni di antico regime nei contributi di Silvana Seidel Menchi e di Margherita Pelaja; ma anche di un’istituzione ?moderna? come quella dei commissari di quartiere nella Firenze di primo ‘800, esaminata da Wanrooj o, ancora, dei parroci nel Trentino asburgico studiati da Casimira Grandi nelle loro funzioni di ufficiali di stato civile. Si conferma l’importanza della ?mediazione? in taluni contesti nell’accesso al mercato matrimoniale e nella scelta del partner, evidente nelle pratiche endogamiche degli ebrei inglesi, francesi e italiani di ceto medio, messi a confronto da Luisa Levi D’Ancona e studiati per Trieste da Tullia Catalan. Ma interessanti dinamiche emergono anche dalla ricerca di storia orale di Silvia Sinibaldi sui matrimoni del secondo dopoguerra tra uomini toscani e donne calabresi.
Una giusta attenzione nell’economia del volume ricevono i ?saperi esperti? sul matrimonio. Che si tratti della pedagogia dei manuali matrimoniali olandesi tra fine ‘700 e fine ‘800 studiati da Marja van Tilburg, o delle opere di educazione sessuale di Mantegazza analizzate da Luisa Tasca, la centralità della famiglia e quindi del matrimonio nel discorso pubblico fa sì che la decantata ?intimità coniugale? diventi tutt’altro che un affare ?privato?. Non a caso, proprio negli anni della Grande Guerra, quando la famiglia è sia metafora della patria sia ambito di mobilitazione bellica, l’inglese Marie Stopes pubblica un best seller divulgativo sulla sessualità matrimoniale, del quale si occupa Lesley A. Hall. Ma un sapere esperto ? quello della medicina e della fisiologia umana ? entra a far parte anche del bagaglio di conoscenze che il clero ottocentesco deve possedere; e dagli affascinanti testi di medicina pastorale studiati da Emmanuel Betta emerge un ampliamento della sfera d’azione e intervento del confessore-sacerdote nella dinamica matrimoniale. Altri generi di confessione e di intervento esperto sono al centro della ricerca di Anne-Marie Sohn su Marcelle Ségal ? la pioniera francese della ?posta del cuore? dalle pagine di «Elle» tra 1946 e 1959 ? e su Menie Grégoire, inventrice della radio interattiva alla fine degli anni ’70.
Una storia, quella del matrimonio nel dibattito pubblico e nelle pratiche sociali e istituzionali contemporanee, in buona parte ancora da scrivere e alla quale questo volume offre senz’altro stimoli e suggestioni sui quali tornare.

Domenico Rizzo