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Cesare Barbieri – Alla scoperta dell’Universo. La nascita dell’astrofisica nel XIX secolo – 2002

Cesare Barbieri
Padova, CLEUP, pp. 216 ill., euro. 20,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il libro si pone sul confine tra la disciplina umanistica (la storia dell’astronomia) e la disciplina scientifica (l’astrofisica come si delinea oggi). La posizione adottata non mira a colmare il divario fra le due culture, ma persegue finalità didattiche, in quanto Barbieri ritiene che una presentazione storica dell’astrofisica possa agevolarne l’apprendimento. Tale scelta marca i limiti del libro, perché le necessità didattico-scientifiche riducono la storia a una segnalazione, se possibile secondo un “ordine cronologico”, delle scoperte giudicate “valide”, rispiegate in termini attuali. L’evoluzione dell’astrofisica si delinea come un “accumulo” di conoscenze o come un avanzamento “graduale” che giunge per “tappe” fino a delineare l’impianto della disciplina odierna. Di conseguenza, i dibattiti scientifici e gli elementi operativi o teorici che indussero gli astronomi a compiere determinate scelte, o restano nell’ombra, o sono costruiti secondo una logica a-storica.
Il vantaggio didattico della posizione adottata non è chiaro anche perché, in merito all’aspetto scientifico, la tecnicità del linguaggio adoperato da Barbieri compromette, oltre al senso storico, anche la facile fruizione del libro da parte di un pubblico di non iniziati. Esaurita la parte del lavoro riguardante l’astronomia dell’Ottocento, demandata al Cap. I – Alcune tappe astronomiche, il lettore si imbatte nel Cap. II – Alcune tappe fisiche e chimiche, dedicato all’esposizione di problemi di termodinamica e di elettromagnetismo. Non solo il legame di questa parte con l’astrofisica non è sempre esplicitato, ma il lettore ne può fruire solo se ha sostenuto esami universitari di Analisi Matematica I e II, Fisica I e II, Chimica e Termodinamica. Questo aspetto è esasperato nelle Appendici al volume che non costituiscono momenti chiarificatori, ma piuttosto un insieme di promemoria sulla trattazione formale di alcune leggi fisiche.
Il lettore già preparato alla lettura di un testo storico o scientifico, resta comunque deluso. Lo storico, in particolare, trova un apparato di note poco convincente, spesso contenente commenti di scarso interesse. I pochi rimandi bibliografici alle fonti consultate sono invece incorporati nel testo, secondo una scelta editoriale che contribuisce a rendere faticosa la lettura. I rimandi bibliografici fanno capo a una breve lista di Referenze in prevalenza costituita, in relazione all’intento didattico, da manuali scientifici e dall’indicazione di alcuni siti Internet utili per ulteriori approfondimenti. Fra le poche fonti storiche presenti fra le Referenze, le primarie sono scarsissime, mentre le secondarie (fra cui si nota la mancanza di alcuni contributi italiani recenti come Giovanni Godoli, 1993 e Mario Rigutti, 1999) comprendono anche poco attendibili testi di terza mano (Giuseppe Monaco, 2000) o di divulgazione.

Giorgio Strano