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Daniela Fabrizio – La questione dei luoghi santi e l ‘assetto della Palestina 1914-1992 – 2000

Daniela Fabrizio
Franco Angeli, Milano

Anno di pubblicazione: 2000

La questione palestinese costituisce uno degli argomenti più studiati della storia contemporanea e la bibliografia di riferimento ha raggiunto dimensioni inusitate. Una tematica quindi ben esplorata e tuttavia ancora lontana dall’essere esaurita: non solo perché la questione è stata analizzata da angolature diverse e spesso contraddittorie, ma soprattutto per la difficoltà di trattare organicamente una vicenda che coinvolge più livelli di interesse. Attorno al nodo palestinese hanno scritto infatti storici e studiosi delle relazioni internazionali, delle dottrine politiche, delle religioni nonché svariati politologi senza contare i contributi dovuti agli arabisti. Di tutti questi livelli il volume della Fabrizio tiene conto anche se vi prevale l’interesse per l’aspetto diplomatico della questione.
Il lavoro ha un merito sicuro: quello di arricchire la produzione italiana in argomento che rimane piuttosto povera; dispiace però che in bibliografia non compaia il libro di Massimo Massara (La terra troppo promessa, Milano, Teti, 1979) che a suo tempo fu positivamente giudicato.
La narrazione muove da una disamina delle condizioni dell’Impero Ottomano alla vigilia della prima guerra mondiale. In tale ambito ben svolti appaiono i passi dedicati al protettorato sui cattolici nel Vicino Oriente, tema su cui l’autrice si era per altro già cimentata in un recente saggio (cfr. “Nuova Storia Contemporanea”, 3/1998, pp. 583-626).
Si ripercorrono poi, con un vasto ricorso alla letteratura internazionale, i modi e i tempi attraverso cui la questione palestinese assunse i suoi peculiari contorni. Si rievocano così le vicende belliche che, tra il 1915 e il 1918, interessarono il Medio Oriente e, utilizzando una gran massa di documenti archivistici (raccolti in Italia, Francia, Inghilterra nonché presso i Central Zionist Archives di Gerusalemme), si rende conto del serrato lavorio diplomatico che determinò la “svolta del 1917” (p. 147) culminata nella celeberrima Balfour Declaration che sanciva l’impegno di Londra a favore di una national home ebraica in Palestina.
Il sesto e ultimo capitolo delinea – ancora con un ampio ricorso a fonti di prima mano (particolarmente importante la documentazione reperita presso gli archivi vaticani) – il modo in cui nel quadro della sistemazione postbellica dello scacchiere mediorientale venne affrontata quella questione dei Luoghi Santi di Palestina evocata nel titolo stesso del libro. Nei fatti essa rimase insoluta giacché, a fronte di difficoltà che “nessun tribunale, sia pure corte internazionale di giustizia, avrebbe potuto mai risolvere” (p. 234), si finì per accantonare ogni idea di creazione di una commissione ad hoc.
In complesso il volume fornisce una ricostruzione equilibrata di una problematica ardua e complessa. Da lamentare in una scrittura pur chiara la presenza di non pochi refusi che talvolta inducono a gravi fraintendimenti come là ove i Sauditi sono detti “emiri del Negev” (p. 74) confondendo il deserto oggi israeliano del Negev con la quasi omonima regione arabica del Neged.

Marco Lenci