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Edoardo Puglielli – Dizionario degli anarchici abruzzesi – 2010

Edoardo Puglielli
Chieti, Centro studi libertari «Camillo Di Sciullo», 174 pp., Euro 10,00

Anno di pubblicazione: 2010

La fondamentale opera per la storia dell’anarchismo in Italia, il Dizionario biografico degli anarchici italiani (Pisa, Bfs, 2003-2004), ha suscitato varie ricerche regionali, dalla Calabria alla Sicilia e alla Romagna, che spesso hanno utilizzato le ricche fonti della pubblicistica libertaria. Il risultato di questi studi ha portato Massimo Ortalli, dell’Archivio storico della Federazione anarchica italiana, ad affermare, nell’introduzione a questo libro, che si tratta di «un movimento sparso sul territorio nazionale molto più omogeneamente di quanto si potesse credere» (p. 8). Esso si fondò su una fittissima rete di relazioni interpersonali che collegava le organizzazioni libertarie, tra cui quelle abruzzesi «per nulla periferiche o marginali» (p. 9).L’a. è un giovane storico aquilano e l’editore è un’associazione libertaria che ha assunto il nome di Camillo Di Sciullo, un militante impegnato per decenni, dalla fine dell’800 in poi, in molteplici ruoli: da redattore a tipografo, da distributore a bibliotecario. L’impegno educazionista è uno dei fili conduttori delle circa 150 schede biografiche, di alcune pagine o di poche righe, qui raccolte. «Far sì che l’istruzione non sia monopolio delle sole classi privilegiate» (p. 67) fu pure la molla ideale che spinse l’abruzzese Severino Di Giovanni, emigrato in Argentina, a compiere «espropri» nelle banche per disporre di una propria tipografia al fine di pubblicare opere libertarie e metterle gratuitamente in circolazione. Venne catturato e fucilato a Buenos Aires il 1 febbraio 1931, poche ore dopo aver corretto le bozze di un libro di Eliseo Reclus.La passione per la carta stampata ha accompagnato, insieme alla frequente emigrazione (che riguarda circa metà dei biografati), le vite di molti anarchici. Così Virgilia D’Andrea, poetessa e attivista dell’Unione sindacale italiana nonché compagna di Armando Borghi, dovette emigrare nel 1923 in Francia e poi negli Usa. Qui era giunto all’inizio del secolo Carlo Tresca, di Sulmona, leader di una corrente sindacale che si troverà spesso in polemica con i comunisti. Animatore di giornali e di lotte dure, anche in difesa di Trotzky, verrà ucciso in circostanze mai chiarite nel 1943. L’esperienza dell’esilio, francese e poi spagnolo, ha accomunato due personalità di rilievo: Antonio Cieri e Giuseppe Bifolchi. Il primo, tra i protagonisti della difesa antifascista di Parma nel 1922, e il secondo furono tra i pochi libertari italiani con esperienza militare che accorsero nella Colonna Rosselli-Berneri-Angeloni già nell’agosto 1936. Cieri morirà sul fronte aragonese e Bifolchi sarà deportato in Italia e confinato. È singolare, tra gli anarchici, la sua carica di sindaco del piccolo centro di Balsorano. Altri biografati si dedicarono, spesso con ruoli dirigenti, alle organizzazioni operaie, in particolare a quella dei ferrovieri (Quirino Perfetto), o alla Lega proletaria tra ex combattenti (Luigi Meta).In fin dei conti questo volumetto dimostra come, malgrado centinaia di testi già pubblicati, una storia analitica della militanza nell’anarchismo italiano, in cui i singoli appartenenti godevano di grande autonomia d’iniziativa, sia tutt’altro che completata.

Claudio Venza