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Fabio Galluccio – I lager in Italia. La memoria sepolta nei duecento luoghi di deportazione fascisti – 2002

Fabio Galluccio
Civezzano (TN), Nonluoghi libere edizioni, pp. 226, euro 13,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il libro di Fabio Galluccio ci porta a riscoprire la storia dei campi di concentramento attivati dal regime fascista durante la seconda guerra mondiale, e la triste pagina dell’applicazione delle leggi razziali del 1938. Questa riscoperta avviene attraverso un viaggio, da Palermo fino a Trieste, in molti dei luoghi di segregazione fascisti dei circa 135 censiti nelle ultime pagine del libro.
La prima parte del lavoro si apre con una riflessione sull’oblio, che per troppi anni ha accompagnato ?l’Italia delle leggi razziali?, delle complicità nelle deportazioni e della mancata tutela della memoria dei luoghi d’internamento. Quest’ultimo aspetto è quello che con più forza emerge durante il lungo viaggio di Galluccio: dagli amici alle persone conosciute sul posto, tutti si mostrano quasi sempre stupiti nell’apprendere che nel proprio paese era stato attivo un campo di concentramento. Infatti, tranne i campi di Ferramonti di Tarsia in provincia di Cosenza, e più tardi quelli di Fraschette di Alatri nel frusinate e di Farfa Sabina nel reatino, costruiti con dei baraccamenti, gli altri campi erano stati ricavati da strutture già esistenti, quindi ben mimetizzati nel contesto urbano: ex scuole, ville non abitate, baracconi industriali e perfino conventi e strutture di proprietà ecclesiastica.
L’autore riporta le diverse vicende degli internati, ebrei italiani e di altre nazionalità, zingari, sudditi stranieri, antifascisti e slavi, alcuni di essi deportati dai nazifascisti dopo l’8 settembre 1943 nel centro di smistamento di Fossoli di Carpi in provincia di Modena. A quest’ultimo, insieme ai campi di Bolzano Gries ed alla Risiera di San Sabba a Trieste, sorti sul territorio italiano ma simili ai lager nazisti, è dedicato un apposito capitolo.
Le tappe di questo lungo viaggio portano i nomi di Agnone, Notaresco, Tossicia, Civitella del Tronto, Scipione, Petriolo, Pollenza e di altri luoghi che, seppure sconosciuti alla maggior parte degli italiani, tuttavia sono stati al centro della politica segregativa fascista e dell’applicazione delle misure di internamento. Luoghi che l’autore indica come ?non luoghi di memoria?, e che descrive attraverso testimonianze, documenti e citazioni di testi di altri studiosi. In merito Galluccio tende a rimarcare come solo da pochi anni alcuni storici si siano accostati a questi temi, più per impegno civile che per professione.
Questo interessante testo può, quindi, essere considerato come un ?diario della memoria?, non solo perché ci aiuta, con i suoi tanti interrogativi, a riflettere su un recente passato che in molti hanno colpevolmente rimosso, ma altresì in quanto ci comunica come dipenda da noi fare i ?conti con la storia?, e far sì che le strutture dell’internamento fascista non rimangano dei ?monumenti al nulla?.

Costantino Di Sante