Cerca

Francesca Cavarocchi – La comunità ebraica di Mantova fra prima emancipazione e unità d’Italia – 2002

Francesca Cavarocchi
Prefazione di Corrado Vivanti, Firenze, La Giuntina, pp. 160, euro 11,00

Anno di pubblicazione: 2002

Pubblicato con il sostegno finanziario dell’Associazione Mantova Ebraica, questo studio di Francesca Cavarocchi sulla comunità ebraica mantovana dalla prima emancipazione all’Unità, dovrebbe essere, nelle intenzioni dichiarate dalla stessa autrice, ?una mediazione fra elaborazione storiografica e memoria collettiva? (p. 3), senza la pretesa però ? come ammette con sincerità Cavalocchi ? di avere condotto un’indagine esauriente su tutti i temi affrontati.
Lo studio si articola in quattro capitoli, nei quali la storia dell’ebraismo mantovano viene affrontata nelle sue tappe e nodi essenziali: il passaggio dal periodo francese a quello della Restaurazione e delle lotte risorgimentali; l’organizzazione e le trasformazioni avvenute in seno all’istituzione comunitaria con i cambiamenti politici e la progressiva laicizzazione della società; il rapporto tra la comunità e la società maggioritaria mantovana, e infine un quadro demografico ed economico del nucleo ebraico per il periodo preso in esame, basato su dati quantitativi.
Un periodo così controverso e caratterizzato da profondi rivolgimenti religiosi, politici e sociali per l’ebraismo e per l’intera società italiana, come questo affrontato da Cavarocchi, avrebbe forse richiesto una maggiore riflessione sulla storiografia ebraica contemporanea, che negli ultimi anni ? penso ai fondamentali studi di Sorkin, di Frankel e Zipperstein e di Rürup, solo per citarne alcuni ? ha prodotto contributi di rilievo proprio sul versante del processo di emancipazione e di successiva integrazione a mio avviso qui solo parzialmente affrontato dall’autrice.
La prima parte è senza dubbio debitrice nei riguardi dell’approfondito e insuperato studio condotto da Paolo Bernardini, La sfida dell’uguaglianza. Gli ebrei a Mantova nell’età della Rivoluzione francese, Roma, Bulzoni, 1996; mentre la partecipazione degli ebrei mantovani alle lotte risorgimentali viene trattata un po’ troppo rapidamente, nonostante le fonti indicate e il giusto rilievo dato dall’autrice a questo tema nell’Introduzione. Non appaiono del tutto soddisfacenti le pagine dedicate a personaggi importanti per la cultura ebraica italiana quali il rabbino Abram Cologna, Benedetto Frizzi (per lungo tempo medico a Trieste) e soprattutto il rabbino Marco Mortara, quest’ultimo in costante rapporto con i maestri e gli altri ex colleghi del Collegio Rabbinico di Padova. Questo network intellettuale che vide Mortara impegnato in accesi dibattiti sui periodici ebraici dell’epoca (non consultati dall’autrice) è peraltro assente dal volume.
Di un certo interesse invece sia la disamina sulle insorgenze antiebraiche del 1842, analizzate con spunti interpretativi che meriterebbero un ulteriore approfondimento e una più ampia contestualizzazione; sia la parte conclusiva dove Cavarocchi affronta con accuratezza i tre censimenti del 1799, 1821 e 1840, traendone considerazioni attente e utili per una maggiore comprensione della realtà ebraica mantovana dell’epoca.

Tullia Catalan