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Francesco Dante – La «Civiltà Cattolica» e la Rerum novarum. Cattolici intransigenti nell’Europa del XIX secolo – 2004

Francesco Dante
Milano, Unicopli, pp. 163, euro 11,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il volumetto tocca in cinque saggi vari aspetti della storia della Chiesa cattolica nella seconda metà del XIX secolo, e riproduce l’ultima stesura ? opera del gesuita Matteo Liberatore ? dell’enciclica Rerum novarum (1891), sulla cui base ne fu predisposta la versione ufficiale in latino.
Il primo testo, su Pio IX e le Chiese orientali (pp. 11-26), ripercorre i tentativi intrapresi da Pio IX per riannodare i rapporti con le Chiese dell’Oriente cristiano, culminati nelle Litterae ad Orientales del 6 gennaio 1848 ? giudicate enfaticamente dall’autore come ?forse troppo anticipatrici sui tempi? ? e descritti nei termini di un impegno ecumenico che, pur anche affermato solo come tensione e con le diverse riserve e limitazioni introdotte dall’autore (pp. 8 e 25), mi sembra difficilmente sostenibile nei confronti di Pio IX e del suo rinnovato unionismo teso a ribadire la centralità della sede romana e le sue prerogative di giurisdizione sull’intera cristianità (cfr. ad es. la citazione riportata a fine p. 19).
In La «Civiltà Cattolica» al di fuori degli schemi (pp. 27-38) l’autore si sofferma sull’impegno del quindicinale per orientare l’atteggiamento dei cattolici italiani nei difficili anni successivi all’unificazione del paese, con una particolare attenzione agli articoli dei primi mesi del 1905, quando la rivista gesuita diede ampio sostegno ai tentativi di Pio X di promuovere localmente, attraverso una prudente e circoscritta sospensione del non expedit, intese di tipo clericomoderato in funzione antisocialista. L’adesione della redazione della «Civiltà Cattolica» al neotomismo attorno alla metà del XIX secolo, l’impegno dei padri del periodico gesuita per fare di quella corrente la linea filosofica dell’intera Chiesa cattolica, e l’apporto che in quella direzione provenne dal p. Liberatore sono ricostruiti, sia pure in termini sintetici, in Il ruolo di Matteo Liberatore (pp. 39-49).
Di più ampio respiro rispetto agli altri saggi, il quarto su Leone XIII e l’enciclica Rerum novarum (pp. 51-83) offre un sintetico profilo del pontificato di Pecci e della sua opera per la soluzione della questione sociale, su cui il contributo si sofferma prendendo in esame soprattutto l’elaborazione dell’enciclica del 1891 e accennando poi alle sue principali conseguenze.
In Il dibattito sulla Rerum novarum (pp. 85-97), l’autore accenna a temi e problemi trattati nell’enciclica leonina o comunque riconducibili ai suoi contenuti, sulla scorta di alcuni dei contributi storiografici ? in alcuni casi citati in modo inesatto ? che hanno affrontato aspetti dell’atteggiamento della Chiesa cattolica nei confronti della questione sociale.
Il volume è segnato da non pochi refusi, non solo tipografici (Juan Donoso Cortés è sempre indicato nella forma ?Doloso Cortés?: cfr. p. 29, ibidem nota 2, e nell’indice a p. 161).

Giovanni Vian