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Ilaria M.P. Barzaghi – Milano 1881: tanto lusso e tanta folla. Rappresentazione della modernità e modernizzazione popolare – 2009

Ilaria M.P. Barzaghi
Milano, Silvana, 271 pp., s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2009

L’Esposizione industriale nazionale tenuta a Milano nel 1881, nel ventennale dell’Unità d’Italia, rappresentò un momento simbolico importante, in cui la giovane nazione esibì le sue prime glorie industriali e soprattutto riuscì con successo ad allestire, nella città che proprio da quell’evento trasse nutrimento per il mito di capitale industriale e morale del paese, una rappresentazione di prodotti e uomini che finalmente poneva il nuovo Stato in una posizione paragonabile a quella delle grandi nazioni europee. Gran Bretagna e Francia ormai da qualche decennio si cimentavano con questi riti collettivi, vetrina del progresso, ma anche occasione di mondanità e autocelebrazione delle classi medie.Tradizionalmente le esposizioni sono state considerate come rappresentazioni della modernità – intesa come tecnologia, ferro e vapore -, una interpretazione un po’ riduttiva di un fenomeno sociale e di costume molto più ampio, che solo in parte ha connessione con l’idea della modernità della tecnica. Anche l’a. si allinea a questa interpretazione, notando però la netta prevalenza che il legno – il materiale di cui sono fatti gli edifici dell’Esposizione – ha sul ferro e sulle macchina. Questa considerazione apre la via ad una diversa lettura della Esposizione, che emerge sorprendentemente nella ricca parte iconografica che accompagna il volume. L’a. ha compiuto un lavoro esemplare di raccolta di illustrazioni della Esposizione, tratte dai cataloghi e dai periodici dell’epoca e le ha riprodotte, quasi 200, con particolare cura tecnica. Questo ci permette, sfogliando il volume, di percorrere l’Esposizione dai primi cantieri e dalle planimetrie, fino alla realizzazione dei padiglioni (in legno, vere quinte teatrali), alla illustrazione degli oggetti: qualche macchina, e tante, tante ceramiche e prodotti artistici. Poi troviamo i quadri viventi delle operaie messe a rappresentare il ciclo produttivo della seta, gli artigiani intagliatori di diamanti, scene di vita quotidiana (i custodi, i caffè, la folla borghese, ma talvolta anche popolare che riempie gli spazi) e di intrattenimento mondano (i balli, le corse di cavalli), fino alla malinconica cerimonia a conclusione dell’evento. Non manca anche una raccolta di quadretti satirici pubblicati nei giornali cittadini.La raccolta delle immagini è sapiente e accurato anche il commento di ogni quadro. Proprio la rappresentazione di tanti aspetti minori, la capacità degli illustratori di rendere il movimento dei visitatori, l’accuratezza dei particolari riprodotti, uniti al sapiente montaggio compiuto dall’a., ci permettono di partecipare all’evento. Alla fine la parte iconografica assume una sua autonomia narrativa, che soverchia anche la corposa parte scritta. A mia conoscenza nessuno studio sulle esposizioni universali europee aveva mai raggiunto tale ricchezza ed è per questo che raccomando il volume a tutti gli studiosi dell’800, che vi potranno trovare spunti visivi inaspettati e originali.

Alessandro Polsi