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Luigi Lorenzetti, Nelly Valsangiacomo (a cura di) – Lo spazio insubrico. Un’identità storica tra percorsi politici e realtà socioeconomiche 1500-1900 – 2005

Luigi Lorenzetti, Nelly Valsangiacomo (a cura di)
Milano-Lugano, Casagrande, pp. 298, euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2005

Il volume raccoglie gli atti di un convegno organizzato dall’Istituto di storia delle Alpi dell’Università della Svizzera italiana e dal Centro studi di storia della Svizzera ?Bruno Caizzi? di Milano, tenutosi a Lugano nel 2003. Gli snelli interventi degli autori (Marina Cavallera, Tiziano Sangiorgio, Alessandra Dattero, Gianna Ostinelli-Lumia, Stefania Bianchi, Ruggero Crivelli, Adriano Bazzocco, Francesco Morabito, Guglielmo Scaramellini, Luigi Lorenzetti, Nelly Valsangiacomo, Roberto Romano, Remigio Ratti) indagano il costruirsi nei territori lombardi di Varese e di Como, in quello ticinese e, seppure marginalmente, anche in quello piemontese ossolano, dell’identità di uno spazio ?insubrico?. Uno spazio omogeneo nelle origini del suo popolamento ma per molti versi anche nei tratti della cultura, della mentalità e delle aspirazioni economiche e sociali. In tale area che, nel tempo, ha assunto una sorta di identità regionale, emerge innanzi tutto una ?coerenza socio-economica?, solo parzialmente investita dai numerosi mutamenti dei confini e da quelli istituzionali dall’età moderna sino allo schiudersi del XXI secolo. Numerose sono le tematiche tratteggiate: la rilevanza e l’apporto del notariato e dei ceti possidenti nella società di antico regime, i flussi di traffico in area alpina e pedemontana, la mobilità stagionale e, ancora, il contrabbando. Tale pratica ha in generale esercitato un’influenza non marginale nelle relazioni diplomatiche, nell’economia e nelle società transfrontaliere e ha rappresentato, al contempo, un tratto distintivo dell’identità locale in un quadro di scarsa idealità nazionale e di debole identificazione con lo Stato, poiché compenetrava la convivenza civile di quella parte della società che non ne coglieva il portato delinquenziale. Un’identità che viene analizzata anche attraverso apparenti tratti di discontinuità. Come affermano i curatori, forti sono state nel corso dei secoli le spinte localistiche, e le autonomie comunali hanno difeso le proprie prerogative creando una serie di microcosmi aperti al mondo ma anche chiusi in se stessi. Su tale fondamento ?se esiste un’identità insubrica, essa deve essere cercata nel prodotto delle molteplici esperienze che coabitano in questo spazio e nel risultato delle loro interazioni e di quelle con le realtà esterne? (p. 16). Torna nel volume a più riprese la disomogeneità politica rappresentata dalla frontiera, che esprime una delle trame più significative in particolare con l’affermarsi dello Stato nazione, che ha impedito la formazione di una ?coscienza collettiva di appartenenza?. Tuttavia essa ha costituito anche un fattore di contatto, di attrazione e di integrazione e dunque di identità. La frontiera, ?cicatrice della storia?, con l’avvento della globalizzazione perde il ruolo di separazione e diventa così una fonte di contatto sociale ed economico tra entità istituzionali diverse.

Antonio Maria Orecchia