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Luigi Pruneti – La sinagoga di Satana. Storia dell’antimassoneria, 1725-2002 – 2002

Luigi Pruneti
Bari, Edizioni Giuseppe Laterza, pp. 334, euro 52,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il libro ripercorre le vicende della polemica antimassonica dal primo Settecento fino ai giorni nostri. Pruneti, già autore di numerosi contributi sulla storia della massoneria, sebbene ispirato da un’evidente finalità di difesa dei fondamenti etici e culturali dell’istituzione liberomuratoria, riesce a trattare l’argomento in modo sufficientemente distaccato e sulla scorta di un’ampia ricognizione della letteratura esistente. In tal senso il volume offre anche al lettore non troppo addentro nelle problematiche massoniche un quadro chiaro e sintetico della questione e indicazioni bibliografiche e documentarie per indagini più approfondite.
L’opera ha il duplice pregio di non limitarsi all’analisi dello specifico caso italiano e a quella dell’antimassonismo di matrice cattolica: la condanna pronunciata dalla gerarchia ecclesiastica ebbe infatti un’influenza determinante sullo sviluppo di correnti ostili alle associazioni massoniche, ma non fu la sola e neppure la prima. Il celebre provvedimento di scomunica emanato da Clemente XII nel 1738 fu infatti preceduto da una serie di misure repressive adottate contro la massoneria da vari Stati e principati europei. L’autore dedica particolare attenzione al periodo a cavallo fra Otto e Novecento, quando l’antimassonismo divenne anche un genere letterario e le opere di Leo Taxil, al secolo Antoin Jogand Pagés, e di Domenico Margiotta andarono praticamente a ruba. Fu in questo periodo che cominciò a circolare la visione fobica del complotto giudaico-massonico, spesso in associazione con la minaccia del socialismo, e si costituirono, dapprima in Francia poi anche in Italia e altrove, le prime leghe antimassoniche.
A queste fonti attinsero vari movimenti politici e culturali, dall’estrema destra all’estrema sinistra, che nel XX secolo presero a bersaglio la massoneria. Pruneti descrive in dettaglio il caso italiano e le ragioni dell’ostilità dei nazionalisti e dei fascisti, culminata nell’assalto alle logge del 1924-25 e nel varo della legge sulle associazioni segrete, che portò allo scioglimento delle obbedienze di Palazzo Giustiniani e di Piazza del Gesù. Ma altrettanto spazio viene dedicato alle persecuzioni antimassoniche nella Germania hitleriana, nella Spagna franchista, nel Portogallo di Salazar e nell’Unione sovietica.
I due capitoli conclusivi sono dedicati alle vicende italiane del secondo dopoguerra, nell’analizzare le quali l’autore smarrisce una parte del distacco mostrato nella ricostruzione dei periodi precedenti. Alcune ferite sono ancora fresche, molti avvenimenti tragici sono ancora avvolti nell’oscurità, su alcuni di essi la giustizia non ha neppure concluso il proprio iter. Certo è che anche in questi anni il pregiudizio antimassonico resta assai forte, percorre trasversalmente gli schieramenti politici, ha pesanti ricadute anche in ambito storiografico. Rileggendo i lapidari giudizi, riferiti da Pruneti, con i quali alcuni pur autorevoli storici hanno liquidato il ruolo della massoneria nella società italiana dell’800 e del ‘900, non meraviglia che l’indagine storiografica su questo tema abbia sin qui prodotto soltanto pochi lavori veramente degni di nota e sia stata per lo più costretta in una chiave interpretativa demonizzante.

Fulvio Conti