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Marco Scavino – Con la penna e con la lima. Operai e intellettuali nella nascita del socialismo torinese (1889-1893) – 1999

Marco Scavino
Paravia Scriptorium, Torino

Anno di pubblicazione: 1999

Benché marginalizzata da almeno un paio di decenni, la storiografia italiana sul movimento operaio e sul socialismo non manca di produrre alcune ricerche solide e rigorose. Ne è un esempio questo libro di Marco Scavino, che utilizza una vasta documentazione d’archivio e a stampa per ricostruire il processo di formazione del partito socialista a Torino, con particolare riferimento agli anni precedenti il 1892, sinora trascurati dai pur numerosi studi sull’argomento.
Si tratta di un’opera di impianto cronologico-narrativo, che segue passo dopo passo l’evolversi dei rapporti fra i diversi gruppi locali (operaisti, socialisti rivoluzionari, anarchici, democratico-radicali) in relazione da un lato alle lotte operaie, alle iniziative per costituire la Camera del lavoro e alle scadenze elettorali, dall’altro agli sviluppi del movimento socialista a livello nazionale.
Ne emerge un giudizio assai severo sui gruppi socialisti che occupano la scena torinese prima del congresso di Genova, per delineare il quale l’a. parla a più riprese di impreparazione, immaturità, pressappochismo, confusione, dogmatismo e incapacità programmatica. La costituzione e i primi sviluppi del partito a Torino non furono in effetti opera loro ed appaiono invece come il prodotto di una svolta segnata nel 1892-93 dall’avvento di una nuova leva di giovani intellettuali e di organizzatori provenienti dalle file democratiche, che gli imprimono per la prima volta una chiara fisionomia programmatica su basi legalitarie e molto moderate.
Un’impostazione di storia politica, che colloca il libro in una linea di continuità con le più consolidate tradizioni della storiografia italiana sul socialismo (e alla quale forse si deve se non viene citato un libro discutibile ma stimolante come Mondo operaio e mito operaio di Maurizio Gribaudi), fa sì che non vengano approfonditi i motivi dell’adesione al socialismo di consistenti gruppi di intellettuali e lascia sullo sfondo a guisa di controcanto la stessa dinamica delle lotte operaie. Rimane perciò un po’ a sé stante l’esauriente capitolo conclusivo dedicato da Scavino a una ricostruzione critica del dibattito storiografico sul rapporto fra lotte operaie, sviluppo capitalistico e formazione del movimento socialista.

Tommaso Detti