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Nico Sgarlato – Dalla Furious al Garibaldi. La storia dell’aviazione navale e delle portaerei italiane – 2002

Nico Sgarlato
Gorizia, Vittorelli, pp. 125, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2002

Potrebbe essere legittimo chiedersi perché un Annale di storici dovrebbe occuparsi di un piccolo volume, dal numero di illustrazioni pari a quello delle pagine, dedicato ad un tema apparentemente tecnico.
Le risposte sono varie. In primo luogo perché il tema non è affatto tecnico: la dotazione da parte della Marina dell’incrociatore tuttoponte Garibaldi, cioè di una portaerei, è stato un atto sommamente politico, costantemente perseguito dalla Marina e da alcuni ambienti della classe di governo, consapevoli che si trattava di un’infrazione, o quanto meno di un superamento, delle clausole del Trattato di Pace. In secondo luogo perché il volume ha ambizioni di sintesi ? sia pur senza essere ovviamente un lavoro di ricerca archivistica o originale ? e perché il suo autore è un pubblicista assai competente ed informato che fra l’altro si è prevalentemente occupato di questioni aeronautiche più che marittime: e quindi capace di guardare alla vicenda da un’ottica, se vogliamo, in parte diversa da quella di altri pubblicisti navali (ma spiace non veder segnalato in bibliografia il recente e precedente volume di Achille Rastelli, La portaerei italiana). In terzo luogo per la stessa, breve ma chiarificatrice, Prefazione dell’amm. B. Guardiano che per il ruolo avuto negli anni dell’impostazione e del varo dell’unità navale ?non riesc[e] a non considerarlo un po’ come una [sua] creatura?. In tale Prefazione si legge, fra l’altro, che ?il Garibaldi era nato come ILASPE (brutta sigla che significa Incrociatore Leggero AntiSom Porta Elicotteri) e come tale era finanziato? e che l’aggiunta di uno sky jump necessario per trasformarlo in portaerei fu ?spiegata? al Parlamento come ?rialzamento della prora necessario per impedire che, con mare agitato, si imbarcasse acqua sul ponte di volo per effetto del beccheggio??
Aggiramenti del controllo parlamentare e dell’opinione pubblica a parte, le pagine del volume appaiono chiare e documentate, con molti di quei dati tecnici che servono allo storico per ricostruire un capitolo importante della storia militare della Repubblica. Non si tratta insomma, come potrebbe apparire, di un volumetto propagandistico. Lo rilevano persino le osservazioni più attualistiche, quando l’autore osserva che ?dopo le Falklands non ci debbano essere più importanti battaglie aeronavali e ciò porta a riconsiderare la funzione della portaerei e dell’aereo imbarcato?.
Come a dire che, dalle continue discussioni fra ambienti navali e ambienti aeronautici, lo storico trova sempre spunti interessanti per ricostruire la storia della politica militare dell’Italia repubblicana.

Nicola Labanca