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Nicola Labanca (a cura di) – La Libia nei manuali scolastici italiani (1911-2001) – 2004

Nicola Labanca (a cura di)
Roma, Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, pp. 235, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2004

Il volume è frutto di una ricerca sostenuta dal Ministero degli Esteri attraverso l’Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente (ISIAO), ex Istituto italiano per l’Africa, ex Istituto fascista per l’Africa Italiana, ex Istituto coloniale italiano, all’interno di un programma di relazioni culturali con la Libia sancito da un accordo del luglio 1998. Uno sforzo indubbiamente ammirevole: le cose però non devono essere filate del tutto lisce se il libro, pur annunciato e ?presentato? nel giugno 2003, è uscito dopo quasi un anno e mezzo e se, sia pure quasi nascondendola, l’ISIAO ha apposto una prudente avvertenza secondo la quale ?non risponde delle opinioni espresse dagli autori? (p. 4). Apprendiamo inoltre, dall’introduzione di Nicola Labanca (Sussurri e grida, e silenzi. I manuali scolastici italiani, le colonie, la Libia coloniale, pp. 7-59), che ?il finanziamento per la ricerca non è stato ampio come era stato inizialmente richiesto e altri fattori hanno reso più difficile il lavoro dei ricercatori? (p. 19).
Misteri della burocrazia, che però diventano forse un po’ meno oscuri scorrendo la nota 5 a p. 18, dove il curatore sottolinea l’errata traduzione italiana del titolo di un volume bilingue italo-arabo edito nel 2002 dallo stesso ISIAO per il Ministero degli Esteri: i ?deportati? del testo arabo (si tratta dei libici fatti prigionieri a Tripoli e dintorni nell’ottobre 1911 e portati, spesso a morire, nelle isole carcerarie italiane come le Tremiti, Ponza ecc.) diventano in quello italiano ?esiliati?, forse in omaggio al tradizionale mito (anche nel 2002?) del ?buon italiano?. Un mito totalmente contraddetto dalla tesi del volume: nei manuali scolastici italiani (non solo di storia ma anche di geografia, atlanti geografici e libri di lettura) si riscontra, a proposito dell’immagine della Libia, dalla conquista fino alla decolonizzazione, dall’Italia liberale a quella repubblicana, attraverso il fascismo, una continuità di lunga durata che giunge, quasi del tutto impermeabile alle acquisizioni della più recente storiografia, fino ai giorni nostri, intessuta di rimozioni e reticenze, stereotipi e pregiudizi, esotismi più o meno fuori luogo. Un problema storico e didattico, ma anche ?civile?, legato com’è allo stesso ?processo di costruzione? della nazione italiana, nel consueto gioco di specchi e di immagini reciproche costituito dall’incontro con l’altro, il diverso da noi. Una tesi confermata sul campo dalle ricerche di Giuseppe Finaldi (pp. 61-108) e Francesca Di Pasquale (pp. 109-186) su circa cinquecento libri di testo, per scuole di ogni ordine e grado, coprendo tutto l’arco cronologico del XX secolo, e dalla breve antologia curata dagli stessi autori, che finiscono per mettere implicitamente in discussione l’esistenza di una presunta egemonia politico-culturale nell’ambito degli stessi manuali.

Giovanni Scirocco