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Paolo Branca – Moschee inquiete. Tradizionalisti, innovatori, fondamentalisti nella cultura islamica – 2003

Paolo Branca
Bologna, Il Mulino, pp. 200, euro 12,00

Anno di pubblicazione: 2003

Negli ultimi tre anni abbiamo assistito ad un incremento notevole delle pubblicazioni sul mondo islamico, ma non ad un incremento della qualità di tali studi: i lavori proposti sono anzi generalmente scadenti e approssimativi. Il libro di Branca, autore esperto, è, invece, una buona e agile introduzione all’integralismo islamico e, in generale, alle problematiche politiche e sociali del mondo musulmano che sono alla base di esso.
L’autore affronta prima di tutto il problema terminologico che non è marginale: i termini ?fondamentalista?, ?islamista?, ?radicale? sono molto comuni, ma non sempre usati in modo corretto. ?Fondamentalista?, ad esempio, è sorto per definire correnti in ambito protestante che condividono poco o nulla con l’evoluzione del pensiero musulmano; ?islamista? in italiano, poi, è ancora più fuorviante perché indica in realtà lo studioso della cultura, civiltà e religione islamica.
L’autore intende anche sfatare l’idea comune che l’Islam sia un blocco monolitico, magari sotto il vessillo dell’integralismo di Bin Laden. Mondo islamico e integralismo sono realtà molto complesse che si esprimono in modi diversi e spesso contrastanti. Branca ridimensiona l’idea che le diverse anime di questo siano per loro natura astiose nei confronti dell’Occidente, quando invece ? anche se nella loro retorica sono decisamente ostili ? ne hanno assunto in larga misura ideologie e prassi. Tratteggia poi una storia dell’evoluzione del pensiero integralista dalla Nahda ai giorni nostri, passando attraverso la salafiyya, i Fratelli Musulmani in Egitto, e la forte crisi del pensiero nazionalista e socialista che ha creato un vuoto ideologico in buona parte riempito dallo stesso integralismo. Ricorda il devastante impatto sull’opinione pubblica della guerra arabo-israeliana del ’67, ma forse avrebbe dovuto maggiormente evidenziare come il colonialismo, lo sfruttamento delle risorse, la politica di Israele e, più recentemente, la globalizzazione abbiano favorito l’intransigenza dell’integralismo e l’avversione nei confronti dell’Occidente.
Nel capitolo conclusivo, dedicato ai possibili sviluppi dell’integralismo e del malessere sociale e politico nel mondo musulmano che esso esprime, l’autore traccia un frastagliato panorama di pensatori tormentati da un glorioso e pesante passato, da regimi politici corrotti ed incapaci così come da giovani generazioni frustrate e disorientate. Il loro presente è ancora più tormentato ? andava forse detto ? da una crisi palestinese senza spiragli e da una politica statunitense sempre più aggressiva.
Il libro ha l’ambizione di ?fornire agli osservatori meno frettolosi e maggiormente disposti ad impegnarsi in una difficile ma indispensabile opera di lettura e di interpretazione, almeno qualche materiale in più rispetto alle molte ? e forse troppe ? banalità che in proposito si possono leggere un po’ ovunque? (p. 181). Le sue duecento pagine ci riescono senza banalità o approssimazioni. Segnalando una vasta letteratura in italiano e in altre lingue europee, costituiscono un buon punto di partenza per comprendere un complesso fenomeno con il quale inevitabilmente dobbiamo fare i conti.

Michelangelo Guida