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Raffaele Callia, Gianpiero Carta, Martino Contu e Maria Grazia Cugusi – Storia del movimento sindacale nella Sardegna meridionale – 2002

Raffaele Callia, Gianpiero Carta, Martino Contu e Maria Grazia Cugusi
Prefazione di Sergio Cofferati, Cagliari, AM&D Edizioni, pp. 716, euro 38,00

Anno di pubblicazione: 2002

Si tratta di una indagine sulle origini e sullo sviluppo del movimento sindacale nel meridione della Sardegna (nel Medio Campidano, in particolare, e nell’area mineraria sud occidentale) commissionato dalla Camera del Lavoro di San Gavino Monreale a un gruppo di giovani studiosi che hanno utilizzato, oltre a un certo numero di archivi locali, anche tutte le fonti a stampa disponibili. Il volume si divide in sei parti rispettivamente dedicate agli anni tra fine Ottocento e inizio Novecento, al periodo fascista, all’immediato secondo dopoguerra, alla nuova industrializzazione degli anni Sessanta e Settanta e infine alla recente deindustrializzazione. Va sottolineato che mentre sul movimento sindacale sardo della prima metà del Novecento già avevamo a disposizione numerosi studi (a cominciare da quelli di Francesco Manconi) lo stesso non si può dire per i cinquant’anni successivi. Di quest’ultima fase il volume offre una prima convincente periodizzazione, cogliendo la pluralità di temi che collegano le vicende del sindacato a quelle più generali della società sarda. Così non poteva non essere, d’altra parte, dato il carattere fortemente pervasivo dei processi di industrializzazione degli anni Sessanta e della crisi successiva. È in questa chiave che Giampiero Carta e Martino Contu ricostruiscono la vicenda del polo chimico-tessile di Villacidro, dalla sua nascita negli anni Sessanta, attraverso le vertenze sindacali degli anni Settanta, sino alla successiva radicale deindustrializzazione, mentre Raffaele Callia valuta i riflessi demografici di questi processi e, con particolare attenzione, i fenomeni di mobilità geografica nel territorio. Al centro di tutto questo la SNIA Viscosa, azienda leader di un triangolo industriale costituito, oltre che da Villacidro, dalle miniere del Guspinese e dalla fonderia di San Gavino.
Ma insieme all’analisi dettagliata del movimento sindacale nel triangolo Villacidro-Guspini-San Gavino (nel cui contesto s’inscrive la nascita della Camera del Lavoro di San Gavino, di cui scrive Maria Grazia Cugusi) il volume offre un quadro d’assieme della vicenda che vide sorgere in Sardegna negli Sessanta e Settanta, grazie all’intervento pubblico, una grande industria petrolchimica. Fu un periodo segnato da una forte conflittualità sociale e che ebbe nel sindacato uno dei maggiori protagonisti, anche quando a partire dagli anni Ottanta il suo impegno si trasferì quasi tutto nella difesa dei posti di lavoro.
Le conclusioni di Martino Contu riprendono un tema presente in molti dei saggi del volume e cioè il ruolo spiccatamente politico che il sindacato ha esercitato e continua a esercitare nell’area, prima nel dipanarsi della crisi e oggi come ?soggetto in grado di concorrere alle scelte dello sviluppo del proprio territorio e all’assunzione di una maggiore responsabilità non solo nei confronti degli iscritti ma di tutti i lavoratori e di un’intera società civile che chiede di essere meno assistita ma più tutelata? (p. 656).

Luciano Marrocu