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Rainer Baudendistel – Between Bombs and Good Intentions: the Red Cross and the Italo-Ethiopian War, 1935-1936 – 2006

Rainer Baudendistel
New York, Berghahn Books, XVII-342 pp. s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2006

Questo non è un volume di storia italiana, o di storia dell’espansione coloniale italiana, ma dice a noi cose assai importanti sul fascismo e sul colonialismo nostrano.È un volume sulla storia del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) e delle trasformazioni dell’intervento umanitario in genere, una della quali l’autore collega in maniera convincente proprio alla Guerra d’Etiopia. Con una approfondita ricerca negli archivi della Croce Rossa l’autore segue il formarsi della decisione di intervenire in Etiopia da parte del CICR, le contraddizioni che tale decisione apre in seno ai decisori e agli operatori (europei) della Croce Rossa, la loro attività concreta, le difficoltà innescate dall’azione politica e militare dell’Italia fascista e dai suoi scopi e metodi di guerra (uno solo dei quali fu il ricorso ai gas), le riflessioni e le polemiche (rimaste sino ad oggi quasi impercettibili) che tale operato innescò dentro il CICR. L’impostazione del volume risente assai beneficamente della personale esperienza maturata dall’autore i cui contributi non erano passati ignorati (a partire da un saggio su Force versus law apparso una decina di anni fa sulla «International Review of the Red Cross») in più di un quarto di secolo in organismi umanitari e in contesti diversi, dal Corno d’Africa all’Estremo oriente: la sua sensibilità e la sua esperienza sono alla base di un’analisi così articolata, e così impietosa, dell’operato del CICR nel 1935-36.Ma il volume è assai rilevante anche per i cultori di storia italiana ed europea. Conferma cosa il fascismo abbia rappresentato per molti versanti nella storia degli anni Venti e Trenta: in questo caso sia per il versante della storia della guerra sia della storia dell’espansione europea.È infatti la decisione fascista ? e non in un anno astratto, ma proprio nella età degli anni Trenta ? di adottare una specifica condotta di guerra, di usare fra l’altro i gas, di non curarsi dei prigionieri di guerra etiopici, di bombardare i centri e gli ospedali della Croce Rossa, di non riconoscere la liceità del suo intervento a fianco dell’Etiopia (anzi di gettarvi sopra e attorno sospetti e veleni) a fare la differenza rispetto ad altri governi liberali e democratici del tempo, per non dire rispetto all’opinione pubblica internazionale (che, come sappiamo e come ci aveva confermato con due volumi circa trenta anni fa Giuliano Procacci, si mobilitò in genere contro l’azione fascista). Altre potenze coloniali di quegli anni, dalla Francia alla Gran Bretagna, operarono assai duramente in campagne circoscritte geograficamente e politicamente nelle proprie colonie: ma nessuna, come invece l’Italia fascista, sfidò sia l’opinione pubblica internazionale, sia la Lega delle nazioni (e su questo la bibliografia era vasta), sia ? sappiamo oggi grazie a Baudendistel ? la Croce Rossa, cioè l’emblema dell’umanitarismo internazionale.

Nicola Labanca