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Roberto Della Seta – La difesa dell’ambiente in Italia. Storia e cultura del movimento ecologista – 2000

Roberto Della Seta
Franco Angeli, Milano

Anno di pubblicazione: 2000

Si aggiunge un nuovo tassello alla conoscenza del movimento ambientalista nel nostro paese. Il volume di Della Seta copre un arco cronologico che va dal secondo dopoguerra agli anni novanta, pur con alcune rapidissime incursioni nel primo movimento ecologista e nelle sue radici culturali. Si tratta di un volume estremamente agile, che mi sembra destinato ad un pubblico ampio come testimonia la felice scelta di corredarlo con un “lessico ambientale”, che illustra problemi, protagonisti e termini della cultura e del movimento ecologista. L’autore ricostruisce le vicende di alcune associazioni ambientaliste italiane (Italia Nostra, Wwf e, soprattutto, Legambiente): in particolare si sofferma sui rapporti tra la cultura ecologista e la sinistra italiana, mettendo in rilievo le molte incomprensioni e diffidenze maturate da quest’ultima e il ruolo di mediazione esercitato da personaggi come Barry Commoner, in grado di coniugare la tradizione marxista e l’innovazione ambientalista. A ragione Della Seta riporta il movimento ambientalista italiano dentro le dinamiche più vaste dell’ecologismo internazionale, soffermandosi su alcuni eventi simbolo, come la giornata della terra del 1970, la conferenza di Stoccolma del 1972, i disastri di Three Miles Island, di Seveso e di Cernobyl, il vertice di Rio del ’92. In particolare l’autore analizza il conflitto generato dall’uso dell’energia nucleare e le battaglie contro l’installazione delle centrali, mettendo in evidenza la complessità del movimento, caratterizzato da una forte eterogeneità di fini e culture politiche; una ricchezza, questa varietà, ma anche una debolezza capace di innescare processi conflittuali interni al movimento.
L’opzione per un volume agile e divulgativo lascia aperti molti interrogativi e piste di ricerca. Mi sembrerebbe interessante incrociare meglio le vicende del movimento ambientalista con le storie dell’Italia contemporanea, come pure andrebbero sviluppati alcuni temi suggeriti da Della Seta: ad esempio la costruzione di un’opinione pubblica ambientalista in Italia, analizzando tanto il ruolo dei grandi quotidiani nazionali, più volte citati nel volume, quanto il contributo di riviste altamente specializzate, segnalate dall’autore; o ancora sarebbe preziosa la ricostruzione di una mappa dei conflitti ambientali, con i rispettivi attori ed esiti. Un libro aperto, dunque, che suscita domande e curiosità e, speriamo, nuove ricerche e approfondimenti.

Marco Armiero