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Stefania Voli – Quando il privato diventa politico: Lotta Continua 1968-1976 – 2006

Stefania Voli
Roma, Edizioni Associate, 398 pp., euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2006

Tra i numerosi percorsi politici che hanno caratterizzato il periodo degli anni Settanta, le vicende dei gruppi extraparlamentari da un lato e quelle del femminismo dall’altro rimangono per molti aspetti ancora sospese tra storia e memoria, in attesa che vengano individuate piste di ricerca che ne mettano in luce gli intrecci e i conflitti. In questo senso il libro di Stefania Voli, dottoranda all’Università di Napoli «L’Orientale», si pone sul punto di incontro tra questi due percorsi, sulla base di un’analisi che ricostruisce «la partecipazione femminile all’esperienza di Lotta Continua» (p. 7) e con il proposito di mettere in campo un percorso di storia di genere. La scelta dell’autrice cade dunque su una delle organizzazioni extraparlamentari degli anni Settanta tra le più note, e allora più seguite, ripercorrendo in senso cronologico alcune delle tappe più significative dell’intreccio che si viene a creare tra la cultura politica della quale si fa portatrice l’organizzazione, il modo in cui essa affronta la questione femminile e le reazioni che l’emergere prepotente del femminismo suscita tra le sue militanti. A partire da una raccolta di testimonianze orali, inquadrate all’interno di un’analisi del quotidiano del gruppo e di alcuni documenti e supportate dall’uso della letteratura riguardante Lotta Continua, Voli passa in rassegna alcuni degli elementi che notoriamente hanno caratterizzato la storia del gruppo: le pratiche della militanza a tempo pieno, il carattere non solo operaista dell’organizzazione, il forte coinvolgimento e la vita in comune, il suo progressivo irrigidimento burocratico e la conferma dei ruoli leaderistici e carismatici nella fase in cui Lotta Continua diviene partito. A questo percorso l’autrice affianca di volta in volta un’analisi più originale del modo in cui l’organizzazione prova a confrontarsi con la questione femminile, mettendone in luce le contraddizioni come le resistenze a riconoscere una specificità politica alle donne e il sostanziale rifiuto e il timore nei confronti della politica femminista, l’adesione a modelli maschili di partecipazione ampiamente diffusi tra le stesse militanti e le contraddizioni che rimangono nel privato nonostante il percorso politico comune tra uomini e donne. In questo senso il lavoro sulla memoria di alcune delle protagoniste si mostra efficace nel mettere a tema le differenze che hanno attraversato la partecipazione delle donne alla vita di Lotta Continua. Nell’incrociare sguardi maschili e femminili il volume, che si divide tra la ricostruzione storica e una lunga appendice con i testi delle testimonianze autorizzate alla pubblicazione, soffre a tratti della preponderanza di alcuni voci, come quella di Erri De Luca, che pure viene trattata criticamente, sia sul tema generale della violenza che nel caso specifico dell’episodio del 6 dicembre 1975, mentre emerge come più riuscita la tensione corale delle voci femminili, soprattutto per quanto concerne il periodo conclusivo dell’esperienza di Lotta Continua e il modo deflagrante con il quale il percorso femminista rompe con l’irrigidimento identitario del gruppo e ne provoca lo scioglimento.

Elena Petricola