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Stevan K. Pavlowitch – Serbia. La storia al di là del nome – 2010

Stevan K. Pavlowitch
postfazione di Antonio D’Alessandri, Trieste, Beit, 352 pp., € 20,00 (ed. or. Lo

Anno di pubblicazione: 2010

Mancava in italiano una sintesi sulla storia della Serbia. Nella bella collana di storia della Beit trova ora collocazione questo autorevole e agile volume di cui è autore Stevan Pavlowitch, professore emerito di Storia all’Università di Southampton, con all’attivo diversi volumi sulla storia dei Balcani contemporanei e sulla Jugoslavia. Pavlowitch percorre agilmente la storia medievale e moderna dei serbi, sfatando i miti nazionali, ampliati a dismisura dalle varie mitopoiesi; l’a. si tiene ben distanziato dalle narrazioni storicistiche e teleologiche che ancora trovano ampio consenso in Serbia e che del resto, come modello, certo non stanno tramontando nell’uso pubblico della storia nell’Europa orientale. Più fitta la storia dell’800, in cui Pavlowitch evidenzia i passaggi fondamentali nella formazione della Serbia come Stato e dei serbi come nazione (l’insurrezione del 1804, la costituzione del Principato serbo; le relazioni con gli altri popoli slavi meridionali; il Regno di Serbia e la sua politica balcanica). Si considera poco il fatto che c’era il problema dell’integrazione delle varie componenti serbe in una nazione serba (ricordiamo i serbi della Croazia-Slavonia, del Confine militare, della Dalmazia, della Bosnia, dell’Erzegovina, della «vecchia Serbia», ovvero il Kosovo; inoltre, il Montenegro culturalmente rientrava nella compagine serba) e che non era solo questione di liberarsi «dal giogo turco». Un’impresa questa affrontata dai politici serbi con estremo realismo, ma che alla fine, con la prima guerra mondiale, è approdata a una soluzione di compromesso quale fu lo Stato jugoslavo. Pavlowitch non rifiuta né biasima la Jugoslavia, come fanno ormai sistematicamente molti storici dell’area. Le due Jugoslavie, con tutti i loro limiti, hanno rappresentato un’esperienza della modernità pure per la Serbia. Il libro si chiude con gli anni bui di Miloševi? e la situazione fino al 2002, cioè prima che scomparisse la Jugoslavia come nome (2003) e che si sciogliesse la federazione serbo-montenegrina (2006). Vanno colte alcune osservazioni, che sintetizziamo: la Jugoslavia come realtà e progetto era qualcosa che andava al di là delle capacità d’immaginazione dei ceti dirigenti jugoslavi; la Serbia, come società civile, non è riuscita a districarsi in questi ultimi trent’anni tra l’immaginario e il reale; il futuro nazionale di un paese come la Serbia si può costruire solo dopo aver compreso e accettato la storia, presunta nazionale, per quello che è, cioè una narrazione elaborata negli ultimi due secoli. Da qui il sottotitolo del libro, La storia al di là del nome, oltre cioè i miti nazionali e gli stereotipi negativi e positivi che ci sono nei confronti della Serbia e dei serbi.Utilissima la postfazione di Antonio D’Alessandri, che ci offre un preciso quadro dei contributi storiografici italiani sui temi serbi e più in generale jugoslavi e balcanici. Molto elegante, nell’insieme, questa edizione italiana, arricchita com’è da un corredo di immagini per nulla scontate, che ci rivelano l’aspetto figurativo della storia e della cultura serba.

Egidio Ivetic