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Teodoro Tagliaferri – Storia ecumenica. Materiali per lo studio dell’opera di Toynbee – 2002

Teodoro Tagliaferri
Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, pp. 162, euro 8,25

Anno di pubblicazione: 2002

In un momento di crescente interesse per le relazioni multiculturali, per gli scontri di civiltà e per le prospettive ecumeniche della World History, non può sorprendere la ritrovata attenzione, anche in Italia, per l’opera classica di autori come Spengler e Toynbee.
Pur rinviando chiaramente alla fondamentale biografia toynbiana di W. McNeill e pur non apportando elementi di assoluta originalità, la riflessione di Tagliaferri si caratterizza per la significativa attenzione prestata al milieu familiare, politico, culturale e storiografico entro il quale Toynbee matura la sua duplice vocazione di osservatore e commentatore acuto della vita internazionale contemporanea e di esegeta fecondissimo di un’ecumene storica dell’umanità indagata secondo nuovi metodi e nuove categorie interpretative.
Mostrando come da un punto di osservazione peculiare e privilegiato (un Regno Unito percorso da crisi, trasformazioni, aspettative, intensamente segnato dalle divisioni di un liberalismo chiamato a compiere scelte strategiche nel campo della Weltpolitik imperiale, incerto fra new imperialism e Commonwealth federale, politica di potenza e Società delle Nazioni) Toynbee muova per cogliere la drammatica accelerazione dei processi di integrazione del globo in un singolo sistema di relazioni di interdipendenza, il libro identifica la mutata percezione dell’Occidente nel mondo intellettuale postbellico e il coevo ripudio della classica visione eurocentrica e diffusionistica dell’incivilimento, in favore di modelli di storia universale capaci di tener conto della pluralità delle civiltà.
Tagliaferri correttamente rifiuta di rinchiudere l’opera nelle strettoie di un modello puramente comparatistico o di intenderla esclusivamente come la ricerca delle leggi che regolano la vita interna delle società: ben distinguendo la concezione tragica del ciclo storico che Toynbee verrà elaborando dal biologismo spengleriano, l’autore ce ne restituisce pur sempre l’evidentissima configurazione teleologica, così come l’esplicita fondazione religiosa della sua filosofia della storia.
Prendendo le distanze tanto dalla critica radicale di Croce o di Febvre quanto dalle spesso interessate esaltazioni nordamericane, Tagliaferri rilegge l’opera di Toynbee come un tentativo straordinario, pur se pervaso da contraddizioni e limiti, di rifondare la storia universale in un contesto ? quello della crisi dell’egemonia europea, ma anche di una nuova fase dell’occidentalizzazione del mondo ? nel quale la latitudine ecumenica raggiunta dalla civiltà cristiano-occidentale si confronta con le sfide di un mondo ormai ?post-moderno?, ma non per questo meno conflittuale e diviso. Come la diffusione su scala ecumenica della civiltà ellenistica aveva sì segnato l’avvento delle religioni universali e grazie ad esse la nascita delle più grandi e durevoli civiltà umane, ma non ne aveva per questo impedito il tramonto, così anche il mondo occidentalizzato si trova per Toynbee di fronte a diversi possibili esiti: non escludendo affatto risorgenti conflitti di civiltà, Toynbee conserva però la speranza di una definitiva universalizzazione dell’ecumene umano, resa possibile dal ritrovato fondamento cristiano dell’universalità occidentale.

Silvia Pizzetti